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Cash game 1$-3$: l’ insidia di un avversario passivo

Una tipologia tra gli avversari maggiormente ambiti, quando si gioca a poker, spesso è quella del giocatore loose e passivo, che in molti casi – se affrontato con le opportune contromisure  – genera elevati introiti. Perchè, giocando con carte marginali e chiamando rilanci fuori posizione, nella maggior parte dei casi quel tipo di avversario risulterà perdente.

Tuttavia, in qualche raro caso, questo metodo di gioco così approssimativo può anche mettere in difficoltà. Come nella mano che stiamo per vedere.

Un river fantastico… o drastico?

E’ il giugno del 2021, e ci troviamo al Commerce Casino di Los Angeles, dove si sta giocando una partita cash game No Limit Hold’em a bui 1-3$.

Sono quasi le cinque del mattino, quindi tendenzialmente il gioco non è dei più spumeggianti. In questa mano vi è un limp, e dal cutoff Mike (questo il nostro protagonista ) rilancia a 25$ con uno stack di 775$ con A 6  .

Il giocatore nel bottone, dietro di lui, è un giocatore ultra passivo, che sta chiamando quasi ogni mano, a qualsiasi importo e con qualsiasi carta, probabilmente perchè reduce da ore di gioco in perdita e quindi in tutti i modi cerca di recuperare prima di andare a casa. Anche in questo caso, fa call col suo stack di circa 800$. Fanno call anche il big blind e il limper, per un piatto 4-way.

Flop (pot 100$):

4 5 7

Parola a Mike, che va in c-bet per 50$ , grazie al suo doppio progetto, di scala e di colore backdoor. Chiama solo il bottone.

Turn (pot 200$):

A

Avendo trovato la top pair, Mike decide di insistere nella sua azione, puntando 75$. Il giocatore nel bottone, a questo punto, rilancia a 200$. Mike ci pensa su,  poi fa call.

River (pot 600$)

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6

Mike, che al river trova una doppia, su un board però pericoloso fa check. E il giocatore nel bottone fa bet 325$.

Cosa dovrebbe fare Mike? Il range del bottone è ovviamente molto ampio, dato che come anticipato detto sta giocando davvero tutte le mani. Non solo: per una congiunzione astrale favorevole, la linea da lui tenuta appare congrua sia con un punto forte che con un punto debole o un bluff.

Quindi: bluff o punto forte? Mike dovrebbe chiamare o passare?

Mentre ragiona sul da farsi, Mike pensa anche a come avrebbe potuto giocare il colpo per evitare di arrivare a dover fare una scelta così difficile.

Cosa ha fatto Mike?

Spinto più che altro dalle caratteristiche dell’avversario, alla fine si convince ed effettua – pur sofferto – il call.

Il bottone mostra A 10, con cui perde, anche se aveva quasi convinto Mike a foldare.

Editorialista, copywriter, appassionato di Comunicazione, Sport, Poker, Betting e Casino. Racconto storie di calcio e aneddoti sui motori. Al fantacalcio sono più forte di te.
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