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Phil Hellmuth

Phil Hellmuth, che bagno d’umiltà! “Nel PLO e nel 2-7 devo imparare ancora tanto”

Dal 28 maggio, professionisti e semplici appassionati di poker si ritroveranno al Rio All Suite Hotel & Casino di Las Vegas per la 50° edizione delle World Series of Poker, e tra loro non mancherà un personaggio che ha contribuito a fare la storia dei mondiali di poker: stiamo parlando naturalmente di Phil Hellmuth.

Il Poker Brat è pronto e carico, dopo un’estate 2018 sottotono, per il duplice compito: da una parte mantenere i suoi record dall’assalto della concorrenza, dall’altro cercare di crearne di nuovi. Ci riuscirà? Non dovremo attendere ancora molto per sapere la risposta, ma nel frattempo lasciamo che sia l’americano a introdurci le sue WSOP 2019.

 

 

Obiettivi ben precisi

Intervistato dai colleghi di PocketFives, Phil Hellmuth ha tenuto a ricordare che le WSOP 2019 segnano anche il 30° anniversario dalla sua vittoria al Main Event: era il 1989 quando l’allora ventiquattrenne sconfisse il bicampione Johnny Chan, impedendogli la clamorosa tripletta.

Quello fu il primo dei suoi 15 braccialetti, tra i quali anche il titolo di campione del WSOP Europe Main Event 2012, e uno dei 134 piazzamenti a premio ottenuti alle World Series of Poker. Cosa può volere di più, uno che ha vinto così tanto?

Mi piacerebbe vincere un torneo di no-limit 2-7. Sono arrivato due volte secondo, ho sempre voluto vincere un braccialetto in questa specialità”. Phil individua anche un altro obiettivo: Sarebbe bello vincere un altro torneo di razz, per impormi ulteriormente come miglior giocatore di razza da torneo al mondo, in base ai risultati WSOP”.

Ma non è tutto, perché Phil Hellmuth vorrebbe tanto anche vincere un torneo di seven card stud 8 or better, o uno di eight game mix o un ten game mix.

Phil Hellmuth l’umile

Da un giocatore che parla con così tanta disinvoltura di vincere braccialetti manco fossero noccioline non ci si aspetterebbe molta umiltà, eppure Phil Hellmuth riconosce piuttosto candidamente i suoi punti deboli.

Non sono ancora all’altezza in due specialità da torneo: pot-limit Omaha e 2-7 Triple Draw, ammette. “Continuo a migliorare, ed è meraviglioso, e chissà dove potrò arrivare. Nessuno pensava che potessi diventare il miglior giocatore di razz da torneo nel mondo eppure dal 2012 nessuno ha ottenuto i miei risultati alle WSOP. È stata una run storica con due vittorie, un secondo, un quinto e un 13° posto”.

Per quanto riguarda i tornei di PLO, invece, “devo migliorare. Devo imparare qualcosa da Jason Mercier e Shaun Deeb.

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La caccia ai record

La concorrenza sarà spietata alle WSOP 2019, tanto che alcuni giocatori, come Chris Ferguson, potrebbero minare la solidità di alcuni dei record di Phil Hellmuth, per esempio quello dei piazzamenti a premio: Daniel Negreanu dice che mi raggiungerà, ma pochi sanno che lui ha giocato più tornei WSOP di me in carriera. Altri dicono che mi raggiungerà nel numero dei braccialetti. Phil Ivey dice che il suo obiettivo è vincerne 30: io puntavo a 24, ma adesso dico 30 (anche se pure 24 sarebbe bellissimo)”.

Ma quali sono, secondo il Poker Brat, gli avversari più pericolosi nella corsa al record di braccialetti? “Ivey, forse Negreanu, Deeb, Mercier, John Monnette o John Hennigan. Nel solo Hold’em, dove ne ho 13, magari Joe Cada, Dominik Nitsche o Adrian Mateos”.

Tra passato, presente e futuro

Nonostante una carriera cominciata oltre trent’anni fa, Phil Hellmuth ha ancora l’entusiasmo di un ragazzino: “È nella mia natura”, spiega. “Sono super competitivo, e sto competendo con i migliori al mondo, di questa era, dell’era passata e delle ere future, per essere il miglior giocatore di poker di tutti i tempi.

Ad oggi, fa notare, “detengo tutti i record, ma 15 braccialetti WSOP non bastano per mantenere questo record. Quindi rimango concentrato, determinato, attento a tutte le nuove strategie. Non uso sostanze stupefacenti, non bevo troppo, mi prendo cura di me stesso. La salute a lungo termine è un fattore in questa corsa al record”.

La chiusura è sulle differenze tra il passato e il presente delle WSOP: La differenza sta nei numeri, spiega molto semplicemente Hellmuth: “All’epoca le WSOP erano qualcosa di speciale, erano più una riunione di tutti i migliori al mondo. Ma oggi è fuori controllo con questi numeri così grandi, lo adoro. Inoltre, nel 1988 e 1989 c’erano molti tornei che duravano un giorno solo”.

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