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Poker Players Championship, Phil Ivey chipleader da copertina ma Dario Sammartino c’è: ecco il suo tavolo

Se è considerato un po’ “il vero campionato del mondo” una ragione ci sarà. E non è che sia proprio invisibile, guardando al 50k Poker Players Championship anche in queste WSOP 2019. Ormai siamo abituati a vedere buy-in ben superiori ai 50.000$ necessari a iscriversi a questo torneo, ma il fascino è incalcolabilmente più alto ed è una bella soddisfazione vedere il nostro Dario Sammartino superare anche il day 2, nel giorno in cui Phil Ivey si traveste un po’ da “Pietro Savastano”.

Phl Ivey

Phil Ivey per “ripigliarsi quello che è suo”

Come il boss delle prime stagioni di “Gomorra”, Phil Ivey sembra intenzionato a riprendersi quello che è “o ‘soje”: il campione californiano vive un day 2 da assoluto protagonista, che riesce a concludere in testa! Le tante vicissitudini  – legali e finanziarie – che hanno tenuto Ivey lontano dalle scene che gli competono, improvvisamente sembrano non essere mai esistite. Tra due giorni compie 5 anni l’ultimo dei 10 braccialetti vinti da Phil Ivey, nel 1.500$ Eight-Game Mix delle WSOP 2014. Potrebbe essere un compleanno da celebrare come meglio non si potrebbe, ma la strada è ancora lunghissima.

74 iscritti, “sveltina” di Dwan

Il day 1 aveva fatto registrare 64 ingressi e la sola eliminazione di Mike Gorodinsky, ma le iscrizioni non erano chiuse e infatti altri 10 si sono tuffati nella mischia. Tra questi Tom Dwan, che tuttavia non è durato moltissimo ed è stato eliminato senza mai entrare seriamente in partita. Altrettanto può dirsi per Daniel Negreanu, uno dei più deludenti e tra i primi out del day 2.

Dario Sammartino c’è

Tra le delusioni non c’è di certo Dario Sammartino, che non è uno che accetti mai di fare la comparsa. Il campione napoletano prosegue nel suo famelico assalto al primo braccialetto in carriera e nel consolidamento della sua reputazione di giocatore totale. Il PPC è infatti un 8-game molto particolare, che comprende 8 varianti di poker ma meno elitarie rispetto all’ H.O.R.S.E.: ci sono infatti anche le due modalità più diffuse come No Limit Hold’em e Pot Limit Omaha. Il quadro si completa con 6 giochi Limit (Limit Hold’em, Stud, Stud Hi/Lo, Razz, Omaha Hi/Lo e 2-7 Lowball Triple Draw). Un’ottavina reale di specialità che eleggeranno il successore di Michael Mizrachi, campione in carica e unico giocatore capace di vincere questo incredibile torneo per ben 3 volte. Non ci sarà una quarta, almeno per quest’anno: The Grinder è infatti stato eliminato.

Sammartino invece è ancora dentro, più o meno con lo stack di fine day 1 (296.000 per lui). Dario è sotto average ma in questo particolare 8-game i colpi di scena sono dietro l’angolo e qui il napoletano può far leva sulla sua abilità nel No Limit Hold’em, in cui è sempre molto aggiornato e probabilmente molto più di altri variantisti presenti al day 3 di questo favoloso Poker Players Championship.

Dario Sammartino, (Pokernews & Melissa Haereiti)

Che top 10 al Poker Players Championship!

Al day 3 si ritroveranno in 38, con questa scintillante top 10:

  1. Phil Ivey 1,254,000
  2. John Hennigan 1,209,000
  3. Chris Vitch 1,103,000
  4. David Oppenheim 1,062,000
  5. Josh Arieh 939,000
  6. David Benyamine 937,000
  7. Matthew Ashton 911,000
  8. Robert Mackie 900,000
  9. Jared Bleznick 829,000
  10. Isaac Haxton 802,000

John Hennigan e Matt Ashton sono anche gli unici due precedenti vincitori di questo torneo che hanno chance di fare bis. Eliminati invece il bi-campione Brian Rast e il già citato tri-campione Michael Mizrachi.

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Un occhio al tavolo: così ripartirà Dario Sammartino

Ventinovesimo su 38 left, ma chance di risalire intatte. Dario Sammartino ripartirà dal tavolo numero 403, che sarà così composto:

  • Seat 1 Timofey Kuznetsov Russia 762,000
  • Seat 3 Robert Mackie United States 900,000
  • Seat 4 Dario Sammartino Italy 296,000
  • Seat 5 Roy Thung United States 406,000
  • Seat 6 John Monnette United States 257,000

Kuznetsov è il famoso “trueteller”, forse il più temibile degli avversari dell’italiano a inizio day 3. Il russo conosce a menadito ogni variante e non ha praticamente punti deboli. Discorso analogo vale per John Monnette, con cui Dario ha dimostrato di potersi prendere buoni vantaggi in No Limit Hold’em, ma che rimane uno dei migliori variantisti live al mondo. Mackie è un altro variantista americano, meno noto a livelli WSOP e questo vale anche per Roy Thung, anziano quanto esperto polivalente che viene da New York.

"Assopoker l'ho visto nascere, anzi in qualche modo ne sono stato l'ostetrico. Dopo tanti anni sono ancora qui, a scrivere di giochi di carte e di qualsiasi cosa abbia a che fare con una palla rotolante".
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