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Blitz delle forze dell’ordine e delle “Iene” in un circolo a Prato, l’esigenza di regolamentare i Club, i limiti della Cassazione

Dopo 15 anni – ancora in assenza di una regolamentazione – siamo ancora qui a raccontarvi dei problemi legali che riguardano il poker live non autorizzato in Italia e, purtroppo, siamo sempre costretti a fare cronaca giudiziaria. Le ultime notizie sui circoli privati di poker live non sono per nulla positive: stamani, all’alba, alcune nostre fonti ci hanno avvisato di un blitz notturno delle forze dell’ordine (con alcuni funzionari addirittura arrivati da Roma) al Club Prestige di Prato, accompagnati dalle telecamere delle Iene.

Nella notte 25 agenti nel club del Prestige, locale sequestrato

Circa 20/25 agenti hanno fatto irruzione nella notte nel locale, hanno interrotto il torneo – stando alle testimonianze raccolte dalla redazione di Assopoker – identificato tutti i giocatori presenti, ai quali è stato poi consentito di uscire. Evento serale sospeso mentre alcuni organizzatori sono stati accompagnati in Questura per essere interrogati. Blitz anche in una sala privata all’interno del circolo, quella che i gamblers chiamano “sala giochi” e che sembra essere stato oggetto dell’attenzione dei giornalisti al seguito.

La polizia locale è stata accompagnata, nell’irruzione, da una troupe del noto programma di Italia 1 “Le Iene”. Stiamo attendendo riscontri e conferme dalla Questura di Prato per conoscere i dettagli della perquisizione avvenuta in una delle sale più note del panorama del Centro Nord del poker live. Vi terremo aggiornati nel corso della giornata su eventuali denunce e sviluppi della vicenda giudiziaria.

Il locale è stato sequestrato per ragioni cautelari, il Giudice per le Indagini preliminari si dovrà poi esprimere sulla misura. Alle porte del circolo però ci sono i sigilli al momento.

Il club toscano p ha solo comunicato sulla sua pagina Facebook di aver sospeso – in modo momentaneo – le sue attività. Anche in passato l’associazione era stata chiusa dopo alcuni controlli, ma i titolari erano poi stati assolti.

Il blitz al Prestige però apre un tema di riflessione ben più serio e che riguarda la necessità di regolamentare i circoli di poker in Italia, che – in questa fase storica – risultano solo tollerati dopo alcune sentenze di assoluzione in terzo grado.

Circoli di poker in Italia: la giurisprudenza favorevole ma…

I circoli si appellano alla giurisprudenza consolidata della Corte di Cassazione (sentenze nel triennio 2010-2013) in ambito di responsabilità penale (rimangono fuori da ambito altri ambiti molto delicati che concernono gli aspetti di diritto amministrativo, fiscale etc).

Le precedenti sentenze della suprema Corte, favorevoli (nei limiti) per i club di Texas Hold’em avevano però fissato delle precise direttive e imposto dei paletti che – ci risulta – in pochi club stanno rispettando alla lettera. Solo sui social leggiamo di tornei garantiti con rebuy da €100.000 a €400.000 che difficilmente possono rispecchiare lo spirito delle sentenze.

Poker live e circoli: i limiti imposti dalla Corte di Cassazione

Uno dei limiti più espliciti individuati dalla Corte di Cassazione è senza dubbio il format del torneo che deve avere una struttura freezeout, quindi vi è l’espresso divieto di re-entry e tutte le altre forme che inducono a far pagare i giocatori durante i tornei. Il problema è alcuni circoli comunicano online sui propri siti e sui canali social questa tipologia di tornei, in modo aperto, alla luce del sole ma in chiara violazione della Cassazione, inciampando nel diritto penale.

Divieto di rebuy e torneo freezeout

I giocatori devono conoscere a priori, quando sta per iniziare un torneo, quanti soldi potrebbero perdere (buy-in) e i premi che potrebbero vincere, un aspetto essenziale per i giudici. E tutto ciò è possibile solo con i tornei (detti proprio freezeout) che non prevedono poste in palio extra da pagare durante l’evento. “Nel divieto di possibilità per il giocatore di rientrare in gioco una volta esaurita la propria posta”.

Quindi divieto assoluto di rebuy.

I buy-in devono essere contenuti (solo eventi low stakes)

“L’ importo di iscrizione deve essere particolarmente contenuto” prevede la Corte di Cassazione. In particolare l’ultima sentenza fa riferimento al parere del Consiglio di Stato del 2008 che prevedeva per i tornei giornalieri un tetto massimo di spesa per la quota di iscrizione di €30 e di €100 solo in casi eccezionali.


“Gioco privo di finalità di lucro”

Per i giudici, dal punto di vista degli organizzatori, gioco di carte deve essere “privo di finalità di lucro”. E questo aspetto può collegarsi anche ad aspetti di diritto tributario, amministrativo e “associativo” (compatibilità delle norme statutarie delle associazioni con l’ordinamento giuridico etc).

Premi non in denaro o “posta del tutto irrilevante e tenue”

I premi non devono essere in denaro. Ma su questo aspetto la Cassazione esamina anche “quando il fine di lucro venga di fatto annullato in presenza di una posta del tutto irrilevante o talmente tenue da far ritenere insussistente il fine di un guadagno economicamente apprezzabile (Sez. 3, n. 32835 del 20/06/2013 – dep. 29/07/2013, Pmt in proc. Sirignano e altro, Rv. 255875).

“Tornei” a puntata libera costituiscono reato

“Nella impossibilità di organizzare più di un torneo nella stessa giornata e nella stessa località”.
I tornei di poker organizzarti senza un regolamento di gioco e a puntate libere costituiscono reato.

“Risulti preponderante l’abilità sull’alea e irrilevante il fine di lucro”

Secondo la Cassazione: la “preventiva individuazione del premio finale non costituisce esercizio di gioco d’azzardo”. L’importante però che “risulti preponderante l’abilità del giocatore sull’alea ed irrilevante il fine di lucro rispetto a quello prettamente ludico”.

I tre punti cardine stabiliti dalla Cassazione sono quindi:

– I tornei devono essere low stakes
– La struttura dei tornei deve essere freezeout.
– Divieto assoluto di rebuy (questo aspetto è strettamente collegato al secondo)

I poker club e l’emergenza Cash Game (e altri giochi)

L’emergenza principale nei circoli riguarda il cash game e tutti quei format dei tornei che bypassano le strutture freezeout. Purtroppo, sono varie le testimonianze di giocatori che – in modo privato – rivelano che in molti club italiani si pratichi il cash game, oramai diventato il segreto di Pulcinella per tutto il settore del poker live in Italia. In alcuni club anche purtroppo altri giochi da casinò, trasformando i circoli in vere bische.

Il cash game e tornei con rebuy rientrano nella fattispecie di reato di gioco d’azzardo previsto negli articoli 718 (esercizio) e 720 (partecipazione) del nostro codice di diritto penale. Idem per tutti gli altri giochi che sono autorizzati solo nei casinò.

L’articolo 718 è stato da anni aggiornato con il termine “circoli privati”, per lasciare poco spazio ad altre interpretazioni.

Questa è la vera emergenza di ordine pubblico e con rischi enormi sia per organizzatori che per players e che apre anche il fronte sull’integrità dei giochi e sulle dipendenze. Il cash game rischia di mettere a rischio l’intera filiera del poker live italiana che non è ancora regolamentata ma – agli occhi dell’opinione pubblica e delle forze dell’ordine – potrebbe anche compromettere la parte sana del movimento.

Poker live: l’esigenza di regolamentare il settore seriamente

Mai come in questo momento, essendo comunque un fenomeno in crescita il poker live (in ogni parte del Mondo occidentale e a tutti i livelli), nell’indifferenza dei casinò terrestri italiani verso il texas hold’em, i circoli meriterebbero una equa regolamentazione compiuta, senza cadere nel populismo e nei luoghi comuni.

Molti sono imprenditori che, da parecchi anni, hanno fatto investimenti nelle strutture e nelle attività e meritano di essere tutelati, è giusto farli uscire da questo limbo tra il legale e l’illegale.

Che il settore dei circoli sia visto come una risorsa fiscale

Il Governo sta cercando risorse fiscali nel settore del gioco pubblico (pensiamo solo al costo delle concessioni per l’online passato da 250.000 euro a 7 milioni), sarebbe pragmatico riconoscere la dignità legale ai poker club privati e trattare anche questo settore come una potenziale risorsa fiscale, con saggio pragmatismo. I circoli da associazioni private potrebbero diventare società di capitale (srl o spa) con fini di lucro, riconosciuti da una regolamentazione efficace anche dal punto di vista non solo normativo (e che tuteli l’integrità dei giochi) ma anche per quanto riguardo il prelievo fiscale.

La regolamentazione a tutela dei giocatori e freno alle ludopatie

Una regolamentazione potrebbe mettere un freno anche al problema delle dipendenze da gioco d’azzardo, con un controllo serrato solo sui giochi ammessi e disciplinati e soprattutto sulla spesa dei giocatori.

Quello del Governo potrebbe essere anche un atteggiamento pragmatico per legiferare in un settore, per il momento, rimasto oscuro e lontano dai riflettori. Ora la nuova inchiesta delle Iene potrebbe solo avere effetti negativi agli occhi dell’opinione pubblica.

Regolamentare il settore vorrebbe dire creare posti di lavoro sotto la luce del sole e consentire al personale (che da anni è costretto a lavorare nella penombra) di avere una legittima dignità lavorativa nel settore legale, con tutele mirate.

La regolamentazione potrebbe essere utile anche per una questione di ordine pubblico.

Editor in Chief Assopoker. Giornalista e consulente nel settore dei giochi da più di due decenni, dal 2010 lavora per Assopoker, la sua seconda famiglia. Ama il texas hold'em e il trading sportivo. Ha "sprecato" gli ultimi 20 anni della sua vita nello studio dei sistemi regolatori e fiscali delle scommesse e del gioco online/live in tutto il Mondo.