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Andrea Marinotto: da allievo, a stakato a poker coach. “Spin & Go format migliore”

Quella con Andrea Marinotto è un appuntamento ormai fisso che si ripropone una vola all’anno, anche e soprattutto grazie alle sue continue trasformazioni nell’ambito della sua vita professionale.

Lo avevamo catturato un annetto fa circa e ci aveva raccontato delle sue nuove passioni. Vediamo cosa è cambiato da allora.

Intervista ad Andrea Marinotto

Ciao Andrea e ben tornato su Assopoker. È passato circa un anno dall’ultima volta che ci siamo sentiti e le chiacchierate con te stanno diventando una bella abitudine con cadenza annuale! Raccontami cosa è successo da maggio dell’anno scorso.

“Ben ritrovati a tutti. Dall’ultimo anno a oggi ho continuato a fare il grinder di professione con una piccola pausa nella stagione invernale dove ho ripreso il mio lavoro abituale di maestro di sci , ma comunque continuando a grindare. Inoltre ho anche avuto la fortuna di vincere uno spin con il moltiplicatore massimo ai 20 euro su Ipoker nell’autunno scorso . Direi che non mi posso lamentare”.

Dalle informazioni che ho in mio possesso sei passato da giocatore a stakato, fino a coach di poker magia. Ci vuoi raccontare come si è sviluppato il tuo percorso?

“Volentieri. Sono entrato nella scuola nel Novembre 2019 , da li ho iniziato la scalata partendo dall’Academy , poi sono entrato nel team come giocatore dai 5 euro fino ad arrivare a giocare in tranquillità gli spin da 50 euro . Il percorso non e’ stato semplice e più volte ho avuto difficoltaà, soprattutto nel passaggio dai 10 ai 20 euro , dopodicheè è stato tutto più semplice . E ora finalmente posso iniziare a trasmettere le competenze ai ragazzi che vogliono incominciare questo percorso”.

Le differenze tra coach e giocatore

Quali sono le differenze tra coach e giocatore? Cosa pensi sia più difficoltoso, sotto tutti i punti di vista?

“La differenza e’ dettata dal fatto che una cosa è saper fare , cosa differente è saper far fare. Spesso i processi mentali tra chi conosce il gioco e chi gioca, sono differenti e insegnarli non e’ semplice. Ma noto che nei ragazzi c’è voglia di imparare e questo rende tutto più facile . La difficoltà principale è non mollare , bisogna capire che si può e si deve sbagliare, da li inizia il processo di miglioramento. L’autocritica per l’apprendimento è fondamentale”.

Tu che ora rivesti il doppio ruolo di coach/giocatore, si impara qualcosa lato player, quando si insegna?

“Assolutamente sì, perché ho ancora più stimolo a conoscere qualcosa in più per poi poterlo trasmettere, essere un coach ti porta a voler essere anche un giocatore migliore. Cerco ogni giorno di migliorare sia come giocatore sia come coach”.

Il main game rimangono gli spin e go, oppure hai deciso di dedicare parte del tuo grinding time ai tornei o al cash game?

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“Ad oggi , per me , gli spin sono il format migliore. Si può trovare azione a qualsiasi ora e si può dividere la giornata in vari orari senza dover stare tante ore attaccato al pc, e poi , con un po’ di fortuna si può sognare il jackpot che ti cambia la vita. Cosa che nel cash e negli mtt non può accadere”.

Spin & Go format migliore

Eravamo rimasti alla tua passione per i bitcoin e i prodotti finanziari in generale. La cosa è rimasta una passione, oppure ti sei evoluto anche in quel campo?

“Il trading rimane sempre li, continuo a farlo soprattutto al mattino prima di iniziare la sessione, sfrutto tanto l’apertura dei mercati e quindi riesco a conciliare entrambe le cose. Anche in questo campo c’è tanto da studiare ma per fortuna i risultati stanno arrivando”.

Ma soprattutto… Lo sci che fine ha fatto?

“Lo sci finalmente ho potuto riprenderlo con tutte le problematiche del caso. È un lavoro che non potrei lasciare e che per fortuna mi rende molto libero con gli orari così da poter conciliare sci e poker. Ora la stagione è finita e posso tornare a grindare full time e soprattutto a insegnare, come lo sci , un’altra grande mia passione”.

Grazie a tutti i lettori e a voi di Assopoker. A presto

"C'è chi pensa che sia impossibile prendere parte a tutti i tavoli finali dei tornei a cui si partecipa. Questo è vero per tutti. Tranne per chi li racconta".
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