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Intervista a Yari Turchini: “field agli Spin & Go in continuo mutamento”

Non è un giocatore di primo pelo, nel senso che ha bruciato tutte le tappe che un giocatore di poker può attraversare durante la sua carriera, ma oggi come oggi può vantare un percorso da giocatore di Spin & Go, che si è poi trasformato in qualcosa di più.

L’intervista a Yari Turchini

Ciao Yari e ben atterrato su Assopoker, intanto grazie per la tua disponibilità, ci piacerebbe molto sapere qualcosa su di te. Della tua presentazione che mi hai fatto quando ci siamo sentiti qualche giorno fa, mi ha colpito il fatto che sei un ottimo giocatore di Risiko. Puoi parlarci un po’ di più di questa tua passione?

Cominciai con Risiko! “per gioco” nel 2003, live ed online, e sono andato avanti con tanti bei successi per 15 anni, tra tornei, campionati e finali Nazionali, (una anche vinta). Ovviamente contornati dei numerosissimi raduni con la Community. Una bellissima esperienza di vita.

Qual è una strategia, se esiste, che consiglieresti a un giocatore occasionale?

La strategia è alla base del gioco. Strategia e componente psicologica la fanno da padrone. Con le tue mosse devi portare gli avversari il più possibile ad evitarti, far sì che si attacchino tra loro! Se si faranno la guerra diventeranno sempre più sguarniti, e sarà più semplice trovare il momento in cui potrai sfruttare a tuo vantaggio le loro debolezze.

Dagli inizi

Come hai conosciuto il poker? Quanti anni fa e cosa ti è piaciuto fin da subito?

Le carte mi hanno sempre affascinato, il poker all’italiana era di tradizione familiare sin da quand’ero bambino. Quindi il boom del Texas Hold’em in Italia ha acceso una scintilla che oggi possiamo dire sia diventata ormai una stella.

Hai iniziato dal poker live oppure da quello online?

Le primissime partite le feci online, sul .com… Full Tilt, Everest Poker e Pokerstars. Credo fosse il 2006/2007. Poi con la diffusione dei primissimi circoli sul territorio, le prime esperienze di poker live ovviamente sono nate da lì. 

Come sei cresciuto professionalmente online? Sei partito dal basso (per intenderci dai 0,20/ €1) per farti le ossa, oppure hai iniziato di slancio dai livelli superiori?

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Ho sempre giocato le partite che potevo permettermi di giocare, senza inizialmente avere un plan preciso. Le ossa vere ho cominciato a farmele su GD, quando si massavano i SNG da 9 player. Analizzando i range e studiando le basi dell’ICM, sono riuscito a passare dai microlimiti ai livelli più alti con risultati che soddisfacevano le mie attese.

Gli Spin & Go

Sei d’accordo che gli Spin & Go siano una disciplina schematica che lascia ben poco spazio alla fantasia? Oppure pensi che si possa sempre inserire un pizzico di soggettività anche in questo format?

Mmm…. NI!

Forse la schematicità che tu intendi era molto più marcata appunto ai tempi dei sit and go. Imparavi bene la fase Push or Fold e avevi fatto praticamente tutto il lavoro. Negli spin è abbastanza diverso, perché seppur vero che devi imparare ed applicare una strategia di base, il format è molto rapido ed il field è in continua evoluzione. Sapersi adattare correttamente e velocemente agli avversari rende implicita la soggettività, il gioco exploitativo paga sempre.

Ad un certo punto del tuo cammino pokeristico, hai deciso di affidarti ad una scuola. Perché hai avvertito questa esigenza?

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Per stimolo personale, per accrescere il bagaglio di competenze, per approfondire una disciplina che avevo sempre e solo giocato for fun in autonomia.

Per quale motivo hai poi scelto Pokermagia? Che tipo di ambiente hai trovato?

Gli esempi di successo cresciuti da PokerMagia sono evidenti. E’ una scuola che vanta uno staff organizzativo ed uno staff coach da “Champions League”. Semplicemente, non esistono rivali che possano offrire la stessa qualità!! 😉 Appena entrato in scuola, dal primo giorno mi è apparsa subito evidente la serietà e la professionalità con cui si affrontano i percorsi didattici.

In quale modo pensi che una scuola possa aiutare un ragazzo che comincia in questo momento e vuole arrivare in alto? 

E’ un’opportunità che io stesso avrei voluto conoscere molto prima. Controindicazioni nessuna, vantaggi infiniti. L’unica cosa che dovrà mettere il ragazzo è la motivazione. Deve investire il suo tempo con la giusta ambizione, e molto raramente potrà dire che il suo impegno non verrà ripagato dai frutti raccolti sul campo.

Coach o giocatore

Sei passato in poco tempo da giocatore a coach per i low buy in. Preferisci giocare o insegnare?

Sono due emozioni che si contemplano. Il gioco continua a darmi quell’emozione di cui una passione necessita, il coaching mi stimola tanto nel continuare a migliorarmi costantemente come giocatore.

Qual è il rapporto che si crea con un giocatore che ha voglia di imparare? Che tipo di soddisfazione sente di vivere un poker coach?

Con alcuni miei coach ho stretto un legame molto forte e ho trovato in loro una spalla in ogni momento anche al di là del poker. Mi hanno dato non solo la competenza, ma anche la forza. Di crescere, di ambire, di superare le difficoltà.  Li ho ripagati con tutta la dedizione e la determinazione che loro hanno messo con me. Oggi chiamarli Coach è riduttivo, li chiamo amici.

Spero di trasmettere ai miei ragazzi le stesse cose, e che un giorno quando guarderanno i loro successi, potranno pensare che il mio aiuto sia stato realmente utile al loro percorso di crescita.

"C'è chi pensa che sia impossibile prendere parte a tutti i tavoli finali dei tornei a cui si partecipa. Questo è vero per tutti. Tranne per chi li racconta".
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