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Isaac Haxton: “Nanonoko, ecco perché hai sbagliato”

[imagebanner gruppo=pokerstars] Se Randy “nanonoko” Lew è un giocatore di fronte al quali tutti dovrebbero comprarsi un cappello per poi essere sicuri di toglierselo quando se lo trovano di fronte, nel caso di Isaac Haxton servirebbe anche un tappeto rosso da srotolare per l’occasione: ecco perché “Ike” può permettersi di commentare una sua mano, evidenziando quello che a suo avviso è un errore.

Per una volta ci troviamo ad un torneo online e non ad un tavolo di cash game, ma in compenso non si tratta di un torneo qualsiasi: siamo infatti seduti al Main Event WCOOP da 5.000 dollari di buy-in, e “nanonoko” si trova seduto sull’hi-jack con uno stack di 16.873 fiches ed in mano a k .

I bui sono 150/300 ante 40, ed il giocatore in posizione di UTG+2 – che ha il nostro stesso stack – apre il gioco a 600 fiches. Randy Lew decide di chiamare al pari del grande buio, una decisione che Haxton commenta così: “Non è banale decidere se chiamare o 3-bettare – premette – di certo se 3-bettiamo non è mai per foldare, il che significa giocare un grosso piatto comunque vada, e se non credo di poter finire ai resti preflop contro mani peggiori probabilmente preferisco chiamare”.

Il flop è a 2 9 , con il grande buio che checka, l’original raiser che punta 1.350 fiches su piatto di 2.310 e “nanonoko” che chiama nuovamente: “Sono d’accordo, non penso di avere un raising range in questa situazione – sottolinea Haxton – qui non penso di giocare A2 e A9 nemmeno suited, che sono le uniche mani con cui potrei raisare, quindi il range con cui continuerei a giocare sarebbero tutti i set, i flushdraw, una mano come 10 9 e se voglio chiamare con un range più largo aggiungendo mani come q j o j 10”.

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E’ però sul turn che i due dimostrano di avere idee diverse. Dopo il fold del grande buio infatti il turn è il 6 , ed a seguito della second barrel da 3.825 fiches su piatto da 5.010 “nanonoko” rilancia all-in, una mossa che ad Isaac Haxton proprio non piace: “Non ho mai intenzione di foldare in questa situazione – premette – ma credo di voler chiamare ancora una volta con tutto il mio range, con l’intenzione di chiamare anche su praticamente ogni river e di valuebettare su quasi tutti, se invece lui checka”.

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Questo il ragionamento di “Ike” al riguardo: “E’ vero, c’è un flushdraw a terra, ma abbiamo un blocker e l’equity di un eventuale flushdraw è bassa – evidenzia – quindi su un board simile di fatto o siamo molto in vantaggio oppure siamo molto indietro, inoltre anche chiamando non avremmo difficoltà a far finire tutte le fiches nel piatto al river”.

Inoltre, ragiona il pro di PokerStars, difficilmente il nostro avversario giocherebbe così una mano come AT, visto che la checkerebbe più spesso che no fra flop e turn, ed inoltre andando all-in ci precludiamo la possibilità di farlo bluffare al river: “Ci sono alcuni river brutti, come la q , ma penso di chiamare anche in quel caso – conclude Ike – l’unica eccezione potrebbe essere nel caso il nostro avversario punti al turn in modo piuttosto thin, con l’intenzione di checkare molti river e decidere poi se chiamare o foldare, ma mi sembra uno scenario improbabile, e quando andiamo all-in non penso che chi possa chiamare da dietro con qualcosa di diverso da AQ e forse AJ”.

Purtroppo per “nanonoko”, il suo avversario chiama con set di due: neppure Haxton si sarebbe perciò salvato in questa situazione, ma questo non significa che ragionarci sopra fosse inutile…

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