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“Per vincere a poker non ti serve diventare Roger Federer”

[imagebanner gruppo=pokerstars] Non di rado, i giocatori  che non migliorano i propri risultati e la comprensione che hanno del poker stesso devono incolpare principalmente se stessi ed il loro scarso impegno: tuttavia, questo non è sempre vero, visto che il duro lavoro di per sé non basta.

Si può infatti remare molto ma nella direzione sbagliata, e così il rischio è quello di gettarsi con ancora maggiore foga in quello che si sta facendo, certi che prima o poi le cose siano destinate a cambiare, quando in realtà date queste premesse difficilmente potrà accadere. Un giocatore esperto come l’australiano James “Andy Mc LEOD” Obst sa che cose del genere possono capitare, e così trovatosi di fronte a qualcuno che a suo avviso si trova in una situazione analoga non manca di offrire il suo consiglio.

“Sei come il giocatore di golf che si allena a colpire la pallina mille volte al giorno, e che guarda i video degli swing degli altri giocatori senza riuscire a tradurre questo lavoro in benefici sul campo – esordisce – o come il giocatore di tennis che pensa che per arrivare in cima debba diventare una copia esatta di Roger Federer, senza che possa arrivare a nulla di concreto perché semplicemente non può acquisire quella tecnica con la pratica”.

2014 Australian Open - Day 8

Uno scenario che, seppure da spettatore, non gli è nuovo: “Ho conosciuto molti giocatori che hanno iniziato il loro percorso di apprendimento nella maniera sbagliata, seguendo una sorta di codice che definisse in modo rigoroso cosa potessero o non potessero fare, quasi si trattasse di una religione. Prima di studiare a fondo una grammatica hai bisogno almeno di conoscere una serie di parole più comuni, ed allo stesso modo certi approcci troppo analitici, quando mancano ancora le basi, finiscono fatalmente col non funzionare”.

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Questo secondo Obst non significa rassegnarsi a gettare la spugna, ma cercare di resettare tutto, concentrandosi per un po’ di tempo semplicemente sul giocare: “Lascia perdere pensieri paranoici che ti portano a credere gli altri ti stiano exploitando, non usare nemmeno un HUD e per uno o due mesi non analizzare mani e metti da parte i video di strategia. Semplicemente, gioca e prova a guardare il poker da una prospettiva diversa”.

Un consiglio che suona decisamente strano, in particolare detto da un torneista di grande successo, eppure in tutta una serie di casi “Andy Mc LEOD” è convinto sia un buon approccio: “Il poker a livelli medio/bassi non è come una partita a scacchi contro Deep Blue – ammonisce – i nostri avversari saranno persone con limiti sia tecnici che emotivi, ed è solo una volta che si è maturato un istinto più naturale nel trarne vantaggio che ha senso aggiungere tutto il resto”. Ed in fondo, a scacchi non è neppure detto che Roger Federer sia granché…

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