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Poker Tracker: la guida di Matrix75 – I parte

Per migliorare il vostro gioco, soprattutto nel cash game online, l’aiuto di un software come Poker Tracker è fondamentale. Per questo vi riproponiamo una serie di articoli, curati dal nostro Matrix75, volti a spiegare tutti i segreti di un software di poker fondamentale per chiunque voglia cimentarsi in maniera professionale e vincente al Texas Hold’em online.

Lo scopo di questo articolo (e di quelli seguenti) non è quello di insegnare ad installare e far funzionare questi programmi di supporto (per questo scopo esistono le guide direttamente sui siti di riferimento), ma quello di provare a spiegare nel modo più semplice possibile:

1) il significato delle varie statistiche contemplate dai software stessi
2) la formula con cui le stesse vengono calcolate dal programma
3) l’interpretazione dei vari valori che ciascun giocatore potrebbe avere relativamente ad ogni singola statistica.

Specifico che questa “guida” è riferita al cash game 6max No Limit Hold’em: la formula e la conseguente spiegazione di ogni singola statistica è in realtà applicabile a qualunque tipologia di gioco, ma è bene evidenziare che le situazioni di gioco sulle quali mi soffermerò per ogni singola statistica, ivi compresi i relativi esempi e le relative considerazioni, saranno comunque riferite al cash game 6max NLH.

Preciso che potrete fare riferimento a questa guida sia se utilizzate Poker Tracker sia se utilizzate Holdem Manager, in quanto non ci sono grosse differenze tra le statistiche contemplate dall’uno e dall’altro programma. Nell’avvicinarmi (recentemente) ad Holdem Manager, ho tuttavia notato alcune divergenze rispetto a Poker Tracker, quindi ho anche provveduto ad evidenziare in questa guida su quali statistiche differiscono i due programmi di supporto (ad esempio utilizzano una formula ed un sistema di calcolo del tutto differenti per l’AFq e il Fold3bet%).

Ovviamente non posso avere la certezza di aver colto tutte le eventuali discrepanze tra i due programmi quindi, poiché ancora oggi ho maggiore dimestichezza con Poker Tracker (che spesso abbrevieremo in PT), laddove non esplicitato diversamente, le formule ivi riportate devono intendersi relative a questo programma.

Cominciamo con l’analizzare una delle tre statistiche notoriamente più importanti che PT fornisce (le altre due sono il PFR e l’AF, che analizzeremo nel prossimo articolo):

1.  VPIP (Voluntarily Put $ In Pot) = indica la percentuale delle volte che un giocatore volontariamente investe soldi in un piatto. Esso non include quindi i piatti checkati dal BB e quelli non completati dallo SB. Fondamentalmente questa statistica ci indica quanto sia loose un giocatore. Ovviamente, a meno che non si faccia ricorso all’utilizzo dei filtri, il valore indicato alla voce VPIP è generico, non tiene cioè conto della posizione dalla quale si è entrati in gioco. E’ superfluo sottolineare che qualsiasi essere pensante gioca un range di mani progressivamente più ampio man mano che si avvicina al BTN. Generalmente il VPIP per position di un giocatore è pari ad un valore compreso tra la metà ed i 2/3 del totale in EP, e a circa 1,5x in LP. Ad esempio, un giocatore con VPIP pari a 15, avrà presumibilmente un VPIP compreso tra 7 e 10 in EP, e tra 22 e 25 in LP.

Per coloro che frequentano i forum on-line (italiani ed esteri), il VPIP è il primo valore che viene indicato per identificare la tipologia di avversario che si ha di fronte (e talvolta anche per descriversi e dare un’idea della percezione che gli avversari dovrebbero avere circa i nostri range). In sostanza, quando leggete “Tizio è un 18/12/3”, il “18” sta appunto ad indicare che, ogni 100 mani, Tizio entra in gioca preflop 18 volte. E’ fondamentale associare il VPIP al PFR (di cui parleremo nel prossimo articolo), comunque ricordate che il VPIP sta ad indicare quanto sia “loose” un giocatore preflop, mentre il PFR (da rapportare proprio al VPIP) indica il grado di aggressività del giocatore in questione.

Il VPIP può essere grosso modo suddiviso nelle seguenti fasce:

a) < 8% : giocatore nit. Il suo range è praticamente solo JJ+/AQs in EP (forse AQo ma solo da UTG+1), e 99+/AJ+/KQs in LP. Naturalmente più il VPIP si avvicina al massimale dell’ 8%, più il range di apertura si allargherà (un VPIP dell’ 8% rappresenta all’incirca un range 88+/AT+/KQ/KJs).

b) 8%-15% : tight. TT+/AQ/AJs da EP, 77+/AT+/KJ+/alcune broadway e alcuni Ax suited da LP. Naturalmente, come già evidenziato in precedenza (e questo vale per tutte le percentuali che si andranno ad analizzare da qui in avanti), più ci si avvicina ai due parametri di riferimento, maggiormente il range si potrà allargare o diminuire. Ad esempio, in questo caso, un giocatore con VPIP pari a 9% avrà un range di apertura molto simile a quello indicato nella fascia precedente; uno con un VPIP pari a 14% avrà ovviamente un range molto più ampio sia in EP che in LP. Inutile fare esempi concreti per i giocatori di fascia b/c/d, perché è fondamentale, soprattutto per questi giocatori, rapportare il loro VPIP al PFR e all’AF (di cui parlerò in seguito)

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c) 15%-22% : tight tendente al semiloose. 77+/AT+/KJ+ in EP; 22+/A2s+/A8o+/67s+/tutte le broadway (anche offsuited) in LP

d) 22%-30% : semiloose. 22+/A2s+/A8o+/67s+/tutte le broadway (anche offsuited) in EP; 22+/A2+/tutti i connectors anche offsuited/suited 1gapper-2gappers in LP

e) 30%-40% : loose. 22+/A2+/tutti i connectors anche offsuited/suited 1gapper-2gappers in EP; (quasi) any two cards in LP.

'Matrix75' visto dalla fantasia del nostro Lorenzo 'Palo' Pasquaf) > 40% : superloose. Il tipo di giocatore che solitamente vorremmo al tavolo. Apre da EP e da LP praticamente any two cards, e spesso non è in grado di capire postflop la reale forza della sua mano. Giocatore da stackare quando si ha 2P+. Evitate però di andarvi ad impelagare contro questo tipo di giocatori con mani marginali (middle pair, TPNK, etc…) perché uno dei principali errori che dobbiamo evitare di commettere è quello di giocare da “fish” se ne abbiamo uno di fronte.

Aspettate sempre lo spot giusto per stackarlo, cercate di isolarlo in hu già dal preflop e soprattutto osservatene le tendenze postflop al fine di stabilire con buona approssimazione la forza minima del nostro punto postflop con cui essere disposti ad andare rotti (contro alcuni di questi giocatori si può profittevolmente andare ai resti anche con punti deboli come TPNK o middle pair, contro altri bisogna invece prestare molta attenzione perché postflop giocano molto passivamente e quindi quando mettono soldi nel piatto hanno solitamente hittato punti medio-buoni).

Chiaramente queste considerazioni sono valide per quei giocatori che hanno un VPIP molto alto ma un PFR (di cui parlerò a breve) percentualisticamente molto ridotto rispetto al VPIP. Un giocatore 48/12 è estremamente scarso e corrisponde alla descrizione da me fatta finora; un giocatore 42/35 è invece estremamente ostico ed è preferibile evitarlo. (fine prima parte)

Gianluca “Matrix75” Pala

"Assopoker l'ho visto nascere, anzi in qualche modo ne sono stato l'ostetrico. Dopo tanti anni sono ancora qui, a scrivere di giochi di carte e di qualsiasi cosa abbia a che fare con una palla rotolante".
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