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Poker Tracker: la guida di Matrix75 – III parte

Matrix75 visto dalla matita di Lorenzo 'Palo' PasquaProsegue il nostro viaggio nei segreti di Poker Tracker. Grazie al nostro Gianluca “Matrix75” Pala vediamo oggi la terza parte della guida al più importante e conosciuto software di tracking per il poker online.

Proseguiamo l’analisi delle statistiche, esaminando in questo articolo l’Aggression Frequency e il Cold Call Preflop.

3a. AFq (Aggression Frequency) = introdotta con le più recenti versioni di Poker Tracker e Hold’em Manager, a differenza dell’AF, questa statistica fornisce una visione molto più completa dell’aggressività di un giocatore, in quanto tiene conto anche delle mani foldate. Più preciamente, la formula dell’AFq è la seguente:

[(Total Times bet + total time raised) / (Total Times bet + total time raised + total time called + total time folded)]*100.

La differenza tra le due statistiche è abbastanza evidente, ma per comprenderne appieno il significato, vi fornisco un esempio numerico: Su un campione di 100 mani, oppo betta 5 volte, raisa 3 volte, calla 2 volte e folda (o checka, o check/folda) le restanti 90. Non si può dire quindi che sia un giocatore particolarmente aggressivo. Andiamo a calcolare il suo AF e il suo AFq con le formule che ho riportato, e vedrete quanto l’AFq possa essere considerato più attendibile dell’AF.

AF = (5+3) / 2 = 4, che lascerebbe intendere che ci troviamo di fronte ad un giocatore particolarmente aggressivo;

AFQ = [(5+3)/(5+3+2+90)]*100 = 8%, che lascia invece chiaramente trasparire la sua scarsa aggressività. Suddividiamo l’AFq nelle seguenti quattro fasce (per le quali valgono le considerazioni già fatte a proposito dell’AF).

a) < 20% : giocatore estremamente passivo. Solo 1/5 delle volte che entra in gioco betta o raisa;

b) 20% – 35% : giocatore passivo

c) 35% – 50% : giocatore mediamente aggressivo

d) > 50% : giocatore molto aggressivo.

Per quanto riguarda l’AFq, bisogna tuttavia fare una distinzione tra l’AFq di Poker Tracker e l’AFq di Hold’em Manager (che è indicato dalla sigla Agg pct, acronimo per Aggression Percentage), in quanto le modalità di calcolo di questa statistica non è la stessa per questi due programmi di tracking.

A differenza di Poker Tracker, Hold’em Manager tiene infatti conto anche dei check, infatti la formula è la seguente:
(Raise+Bet)/(Raise+Bet+Call+Fold+Check)*100

La presenza dei check nella formula utilizzata da HM per il calcolo dell’AFq è fondamentale in quanto modifica in maniera sostanziale i valori medi di questa statistica. Sebbene io non abbia utilizzato Hold’em Manager con la stessa frequenza con cui ho invece utilizzato Poker Tracker, mi sembra di poter affermare che i parametri di valutazione dell’AFq in Hold’em Manager si discostino da quelli di Poker Tracker di circa 15 punti percentuali: questo significa che un giocatore con AFq di Holdem Manager pari a 35% corrisponde sostanzialmente ad un giocatore con AFq pari a 50% in PT, quindi è da considerare un giocatore molto aggressivo.

Per semplicità, suddividiamo gli AFq di Hold’em Manager nelle seguenti fasce:

a) < 10% : giocatore estremamente passivo

b) 10% – 20% : giocatore passivo

c) 20% – 35% : giocatore mediamente aggressivo

d) > 35% : giocatore molto aggressivo.

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Per meglio chiarire la differenza tra l’AFq di Poker Tracker e l’Agg Pct di Hold’em Manager, riporto queste considerazioni liberamente tratte da alcuni post letti sul forum di 2+2.

Sia Hold’em Manager che Poker Tracker considerano il c/f e il c/c come azioni passive, e il c/r come azione aggressiva. Le differenze tra i due software si hanno però in queste situazioni:

1) un giocatore checka dietro in posizione: Hold’em manager la considera come un’azione passiva (e quindi influisce sull’AFq diminuendolo), mentre Poker Tracker la considera come un’azione “neutra”, che non influisce minimamente sull’AFq

2) Quando un giocatore checka fuori posizione, Hold’em Manager la considera sempre un’azione passiva (a meno che il giocatore in questione non c/r), mentre Poker Tracker la considera passiva solo se qualcuno dopo di lui betta e lui non raisa. Quindi sostanzialmente se hero checka flop e tutti checkano dietro, per PT3 quest’azione è neutra e non influisce sull’AFq, mentre per HM questa è un’azione passiva al pari del c/c e del c/f.

4.  CCPF (Cold Call Pre Flop) = indica in termini percentuali quanto spesso un giocatore entra in gioco preflop callando un raise. Affinché un call preflop ad un raise venga computato in questa statistica, è tuttavia necessario che il coldcaller non avesse già investito nel piatto alcuna somma di denaro, inclusi i bui. Quindi se siamo BB e calliamo il raise di un avversario, l’azione non viene computata nel CCPF ma semplicemente nel VPIP in quanto, seppur obbligatoriamente, avevamo comunque già investito soldi nel piatto.
La formula per il calcolo del CCPF è la seguente: (Total Times Cold Called Pre-Flop / Cold Call Opportunities) * 100.

A parte alcuni casi particolari, coldcallare preflop è solitamente una giocata sbagliata, sia perché ci espone all’eventuale squeeze di un terzo giocatore, sia perché, non essendo noi gli aggressori preflop, ci costringe spesso a giocare la mano in maniera passiva anche postflop. Di conseguenza i giocatori che hanno un CCPF elevato non sono buoni giocatori, e possono essere inclusi nella categoria delle cosiddette calling station. Tendenzialmente il CCPF non dovrebbe essere superiore a 5, ma minore è tale valore, meglio è. Preciso che in tavoli composti da giocatori bravi, il CCPF dovrebbe essere quasi abolito dal proprio repertorio (non dovrebbe essere maggiore di 1,5), mentre il massimale di 5 da me indicato è principalmente riferito a tavoli per lo più composti da giocatori scarsamente aggressivi ma molto calling station (situazione che si verificherà molto probabilmente con l’avvento del cash sulle piattaforme italiane).

Chiaramente il valore di CCPF da CO e soprattutto BTN deve essere leggermente superiore rispetto a quello da UTG+1, in quanto da late position è più probabile che si verifichino situazioni in cui coldcallare può rilevarsi profittevole. Immaginate ad esempio di avere una mano speculativa sul BTN (tipicamente suited connectors o small pocket pairs) e di trovarvi a fronteggiare un raise da early position di un giocatore tight e deep stack come voi.
In questo contesto, soprattutto se ci sono ragionevoli probabilità che i bui non squeezeranno, coldcallare può essere profittevole: lo stack deep, la speculatività della nostra mano e la ristrettezza del range di apertura che attribuiamo al nostro avversario (che quindi avrà più spesso mani sufficientemente forti da lasciarci una grossa fetta del suo stack negli spot da noi hittati), aumenta sensibilmente le nostre implied odds, rendendo il coldcall una giocata migliore sia del fold (troppo weak in questa situazione) sia della 3bet (del tutto inutile in quanto, considerato il range presumibilmente tight del nostro avversario, rischieremmo esclusivamente di venire 4bettati e di dover foldare).

Ecco il motivo per cui in tavoli particolarmente passivi è abbastanza naturale aumentare il proprio valore di CCPF: la scarsa aggressività media del tavolo e la predisposizione al call da parte di molti giocatori aumenta sempre le nostre implied odds. Tanto per chiarire ulteriormente questa considerazione, immaginate di avere 33 sul BTN e di trovarvi a fronteggiare la seguente situazione ma in due contesti differenti: UTG folda, UTG+1 limpa e CO raisa. In un ipotetico caso a) siamo seduti a un tavolo composto da giocatori bravi (a parte l’UTG+1) e sui blinds vi sono due players piuttosto aggressivi. In un secondo ipotetico scenario b), tutti i giocatori al tavolo, inclusi i blinds, sono calling station passivi.

Uno squeeze di Dario Minieri ad un EPT

Nel caso a) folderemo senza troppi rimpianti la nostra pocket pair (o al limite la 3betteremo a seconda delle tendenze di CO), sia per evitare di subire uno squeeze dai blinds sia perché contro giocatori bravi non sempre settando al flop massimizzeremo il valore; nel caso b) coldcalleremo volentieri perché ci sono ragionevoli probabilità che, oltre a noi, calleranno anche altri players (almeno uno dei blinds più quello che ha openlimpato), e ci sono altresì ragionevoli probabilità che in caso di set floppato riusciremo a prendere valore da almeno uno di questi players (fine terza parte)

Gianluca “Matrix75” Pala

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"Assopoker l'ho visto nascere, anzi in qualche modo ne sono stato l'ostetrico. Dopo tanti anni sono ancora qui, a scrivere di giochi di carte e di qualsiasi cosa abbia a che fare con una palla rotolante".
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