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Pot Limit Omaha: l’importanza del bet sizing

Dario Alioto è uno dei migliori italiani nel PLOL’importanza del bet sizing, tanto nei giochi Pot Limit che in quelli No Limit, è essenziale, giacché puntare troppo o troppo poco può portare ad avere dei call o dei fold che non vogliamo, e più in generale può impedirci di estrarre valore in situazioni profittevoli.

Evidentemente, l’entità di una puntata rispecchia ciò che ci prefiggiamo di ottenere da questa, in base all’action che si è generata, al board, al range stimato del nostro avversario ed infine naturalmente dalla nostra stessa mano.

Nel Pot Limit Omaha una delle regole basilari consiste nel puntare sempre tanto punti forti quanto draw importanti, ed in generale di non concedere pericolose free cards, che potrebbero consentire ai nostri avversari di improvare un punto migliore del nostro senza pagare alcun prezzo.

Questo, tuttavia, non deve ingannare. Parlando in generale, se ad esempio floppiamo un punto forte, ma il board presenta dei draw che possono batterci – tipicamente, floppiamo top set ma a terra c’è un flush draw che ipotizziamo il nostro avversario insegua – noi vogliamo che l’oppo chiami la nostra puntata al flop, ma vogliamo che lo faccia fuori odds.

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Questo concetto – basilare per chiunque giochi a poker regolarmente, a prescindere dalla variante – talvolta stenta ad essere digerito dai principianti, che magari puntano in modo un po’ casuale, più con l’obiettivo di proteggersi che con quello di estrarre propriamente valore. In una situazione come quella descritta, noi vogliamo che il nostro avversario chiami la nostra puntata al flop, ma al giusto prezzo. Ovvero, quello sbagliato per lui.

Dobbiamo cioè fare in modo di effettuare una puntata che sia abbastanza bassa da invogliarlo ad inseguire il suo draw, ma troppo alta perché possa farlo profittevolmente nel lungo periodo. In questo modo, che chiuda o meno il suo progetto, lui chiamando starà sempre commettendo un errore.

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Se in generale puntare sempre gli stessi importi, a prescindere dalla forza della propria mano in uno spot specifico, è unexploitable, è altrettanto vero che il poker è un gioco situazionale, e non tenerne conto sarebbe comunque sbagliato.

Riprendendo l’esempio precedente, ammettendo di aver fatto al flop una puntata compresa tra 2/3 ed il piatto, se il turn è una blank dovreste certamente continuare a puntare, ma potreste farlo con una size proporzionalmente minore. L’equity del draw del vostro avversario sarebbe infatti minore a questo punto, e quindi per ottenere il vostro scopo – essere chiamati dal flush draw, ma fuori odds – potreste puntare ad esempio metà piatto.

Naturalmente il nostro era un esempio puramente teorico, dal momento che non potrete mai circoscrivere in modo tanto preciso un range verosimile avversario – specie nel Pot Limit Omaha – ma era funzionale a sottolineare come sia importante saper variare l’entità delle nostre puntate a seconda di quanto ci prefiggiamo, e tenendo sempre presente cosa sia corretto fare in determinate situazioni.

Infatti, adottare strategie robotiche con size “preconfezionate” non è certo la strada migliore: può rivelarsi profittevole a limiti bassi, ma in fondo, nel Pot Limit Omaha il limite è il cielo, e presumibilmente vorrete nel tempo cercare di guadagnarvene uno spicchio…

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