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Bill Benter

Billy Benter, il re senza corona di Hong Kong: vincere un miliardo di dollari alle scommesse con l’ “hedge fund”


Vi abbiamo raccontato della storia del gambler professionista più famoso della storia delle scommesse, Billy Benter, come sia riuscito a creare il primo algoritmo efficace nelle corse dei cavalli e come funzionavano le puntate a totalizzatore a Hong Kong.

Nella puntata precedente però avevamo lasciato un Benter (con il suo socio australiano Alan Woods) con le mani vuote. Il primo tentativo di crashare il pool e la liquidità gestita dall’ Hong Kong Jockey Club era andata a finir male. Dopo la prima stagione di corse, nell’estate del 1986, i due soci avevano rimediato una sonora batosta: avevano perso 120mila dollari dei 150mila del bankroll.

Nonostante un’attenta gestione del budget (con il criterio di Kelly applicato), molto probabilmente per colpa della varianza (che nel breve termine è sempre decisiva nel bene e nel male) la loro società e avventura a Hong Kong rischiava di vacillare. Qualche dubbio sull’algoritmo c’era. Benter però non perse le speranze e tornò a Las Vegas, mentre Woods andò in Corea del Sud a fare quello che aveva sempre fatto: contare le carte a blackjack nei casinò asiatici.

La rottura tra Benter e Woods

A settembre del 1986 i due soci si incontrarono di nuovo nella colonia britannica. Woods aveva più soldi ed era disposto a ricapitalizzare ma a delle condizioni inaccettabili: l’australiano voleva il 90% della società.

Benter aveva ideato e sviluppato l’algoritmo e aveva studiato tecnicamente il progetto. Era la mente di tutto. Non poteva farsi strangolare dall’avidità del suo ex (a questo punto) socio.
La rottura fu traumatica ma fece la fortuna di entrambi. Benter scrisse nel codice dell’algoritmo una riga che ne compromise l’utilizzo dopo una certa data (sballando i valori), ma sapeva che Woods se ne sarebbe accorto e avrebbe risolto presto il problema dal punto di vista informatico pagando dei consulenti.

Molto probabilmente Benter e Woods sono stati gli uomini che sono riusciti – tra i pochi nella storia delle scommesse – a guadagnare cifre iperboliche, ma parliamo dei ruggenti anni ’80 e ’90 con strategie applicate ai giochi a totalizzatore e non contro dei veri bookmakers. Un’impresa simile sarebbe irripetibile nel mercato delle scommesse di oggi.

Il conteggio delle carte a Blackjack a Atlantic City

Entrambi decisero di rimettersi in gioco da soli. Ma Benter per tirare su il “grano” per un nuovo tentativo credibile, dopo essere stato bannato da Las Vegas, decise di radunare i suoi amici del Nevada e di trasferirsi a Atlantic City per costruire una squadra di counter ai tavoli di blackjack. Trascorse due anni sul boardwalk della perla del New Jersey e riuscì a accumulare qualche centinaio di migliaia di dollari per tornare a Hong Kong. In questi due anni, nel tempo libero, studiò un modo per affinare l’algoritmo e correggere il sistema.

Nel frattempo nella colonia britannica, (siamo nel 1988) Alan Woods aveva già costituito un team di consulenti informatici e sviluppatori che gli avevano consentito di valorizzare l’algoritmo creato dall’ex socio e di vincere parecchio. Benter decise di non parlargli più e di andare avanti per la sua strada.

Benter migliorò lo sviluppo dell’algoritmo con nuovi valori

Benter aveva ampliato il ventaglio delle opzioni e il suo algoritmo, per funzionare al meglio, aveva bisogno dell’elaborazione di almeno 20 input, 20 fattori che influenzano le prestazioni – secondo lui – di un cavallo. Dalla velocità al vento e tutto quello che aveva mangiato a colazione (naturalmente scherziamo ma fino a un certo punto, il livello dei dettagli inseriti nel database fu pazzesco).

Il gambler si mise alla ricerca della perfezione matematica su come calcolare le quote indicative.

Riusciva a calcolare come i cavalli riuscissero a correre in modo differente a seconda delle temperature durante le gare.

Pensate che nel 1988 scoprì che i meteorologici britannici conservavano un archivio con i dati climatici e delle temperature di Hong Kong. Volò così nel sud est dell’Inghilterra per consultare un polveroso seminterrato dell’archivio.

Tornò a Hong Kong per inserire i dati nel suo computer. Inserì anche altri parametri importanti come i giorni di riposo dei cavalli da una corsa all’altra. E questo ultimo dettaglio fece la differenza.

Nella sua prima stagione di “caccia” alle corse da solo, vinse la bellezza di 600mila dollari. Assunse poi un primo dipendente, il fedelissimo Coladonato, e un pool di consulenti (tra scommettitori, giornalisti, analisti, matematici e programmatori).

Aumentò il volume delle scommesse e per farlo dovette assumere dei collaboratori filippini che parlavano bene l’inglese e che piazzavano le scommesse telefoniche attraverso la linea Telebet installata da Jockey Club. Riuscivano a leggere otto scommesse al minuto. Un ritmo folle.

La genialata con il cambio di sistema delle quote di partenza

Fino a quel momento, il suo sistema era vincente ma il fatto di dover costruire la quota da zero aumentava i fattori di rischio e di errore, così provò a lavorare sulla base delle quote indicative iniziali fornite dal Jockey Club. Costruire il proprio set di quote era stato redditizio ma scoprì che utilizzare le quote pubbliche come punto di partenza, era ancora più profittevole, perfezionandole con il suo algoritmo.

Così nella prima stagione con questo nuovo metodo, 1990-91, svoltò e guadagnò una cifra assurda: 3 milioni di dollari.

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Gli interessi dell’Hong Kong Jockey Club

L’Hong Kong Jockey Club che gestiva il gioco a totalizzatore, ancora non aveva capito la gravità per l’ecosistema e il pool che Benter (e anche il suo rivale Woods) stava mettendo in atto.

L’ HKJC chiamò lo scommettitore statunitense: “Sei uno dei nostri migliori clienti. Cosa possiamo fare per aiutarti?” . Questo era il punto di forza di Benter, non doveva combattere come a Las Vegas contro i casinò o i bookmakers.

Il Club più vedeva i volumi aumentare e più incassava dalla rake: più soldi erano destinati alla beneficenza e – in modo inevitabile – ai politici locali e al Governo.

All’apparenza, nel breve periodo, guadagnavano tutti di più. Per questa ragione Benter e Woods riuscirono a costruire le loro fortune. I due sindacati di scommettitori avevano vita facile e – all’apparenza – finanziavano il sistema e la liquidità. In realtà drenavano denaro al sistema e agli scommetitori.

In questo contesto favorevole nei primi anni ’90, Benter chiese se fosse possibile piazzare le scommesse in automatico da remoto senza dover per forza passare dalla cornetta del telefono.
Così il Club installò un cavo “Big Cit” con un terminale per trasmettere gli input del facoltoso cliente. I suoi pc erano magicamente collegati al Club.

Scommettitori di Hong Kong inconsapevoli

Se in quel momento gli scommettitori abituali di Hong Kong avessero saputo che dei “nerd” informatici stavano sottraendo milioni di dollari ogni giorno al pool, avrebbero tutti alzato bandiera bianca.

Logico che con dei sindacati così attivi e aggressivi, per i gamblers casuali rimanevano meno possibilità di vincere.

Il nuovo modello di business finanziario di Benter: l’hedge fund

A questo punto Bill spiccò il volo: il suo sindacato di fatto si trasformò in una sorta di Hedge Fund che investiva nelle corse dei cavalli, supportato naturalmente da un sistema matematico.

E’ meglio non travisare le nostre parole: il sistema matematico garantiva un edge e Benter azionò la leva finanziaria recuperando fondi e investitori dai mercati, cercando di garantire dei rendimenti ai suoi clienti-partner.

Una cosa oggi impensabile visto che sistemi con edge del genere non esistono ma il rischio è che, anche sistemi vincenti, siano prigionieri della varianza, essendo i margini molto bassi.

Siate responsabili e non credete nel 2023 ai venditori di fumo del betting

Quindi se un giorno qualcuno dovesse bussare alla vostra porta e vendervi l’idea che esiste un sistema di scommesse che può garantirvi un rendimento quasi sicuro, ringraziateli, siate educati, ma tenetevi i vostri soldi in tasca. Cercate di essere sempre responsabili: l’argomento scommesse-investimenti finanziari è molto “eccitante” ma è un’idea che può costarvi molto cara.

Scommesse: Sindacati – hedge fund sbancano Hong Kong

Nella stagione 1994-95 non sono Benter era attivo sul mercato ma anche Woods proponeva un’operazione molto simile. Del resto utilizzava lo stesso algoritmo pur con metodi differenti.

L’australiano vinse in quella stagione di corse 10 milioni di dollari e non fece nulla per passare inosservato. Si comprò una bella Rolls-Royce che non guidò mai.

Benter, appassionato di vini, diversificò gli investimenti e comprò un vigneto in Francia. Ma per entrambi stava diventando molto dura riuscire a nascondere il fiume di denaro che stavano vincendo alle spalle dei gamblers cinesi.

Assumevano sempre più personale funzionale alla gestione dei loro progetti, non esisteva neanche segreto industriale perché i consulenti passavano da un team all’altro. La riservatezza era un optional. Troppe persone iniziarono a conoscere l’entità delle vincite dei due sindacati.
C’era chi poi si ubriacava e iniziava a vantarsi nei locali delle proprie imprese nelle corse dei cavalli.

Lo stesso Woods iniziò a perdere la bussola: ogni sera lo si poteva trovare al Neptune II, night club frequentato da uomini ubriachi e giovani donne. Benter manteneva un profilo più basso e diventò un po’ il punto di riferimento del pool dell’ippodromo Happy Valley, il maestro che aveva distrutto le scommesse a Hong Kong. La sua fama tra gli addetti ai lavori iniziava a essere nota.

Woods iniziò a parlare con la stampa australiana (e ammise anche che il modello del suo rivale fosse migliore). Ma dopo 10 anni dalla rottura, nessuno dei due rivolgeva neanche lo sguardo all’altro, i rapporti tra i due ex soci rimanevano gelidi.

I migliori siti di scommesse: la guida

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Hong Kong si prepara al cambio della guardia: la fine per le corse?

Nel 1997 le truppe cinesi erano ammassate ai confini e dopo 156 anni di dominio coloniale britannico le cose stavano cambiando. Secondo gli accordi, dall’1 luglio Hong Kong doveva passare alla Cina. Una vera incognita per due investitori-predatori finanziari come Benter e Woods. Le scommesse, per il momento, erano salve, parola Deng Xiaoping, l’ex leader del Partito Comunista: “Le corse di cavalli continueranno e le feste danzanti continueranno”.

Proprio nel 1997 Billy stava distruggendo tutto: i guadagni del suo fondo erano arrivati a 50 milioni di dollari e dovette occultare (e non ritirare il premio) anche dalla più importante e prestigiosa vittoria del suo gruppo. Sarebbe stato imbarazzante ammettere pubblicamente che un algoritmo aveva vinto il concorso a premi più importante dell’anno. Ma questa è una storia talmente strana e accattivante che merita un approfondimento a parte.

Seguiteci perché l’ascesa di Benter si farà sempre più interessante ma anche lo scontro con il Jockey Club.

Fine terza puntata – continua

Leggi qui la prima puntata – Benter Story
Leggi qui la seconda puntata – Benter Story

Editor in Chief Assopoker. Giornalista e consulente nel settore dei giochi da più di due decenni, dal 2010 lavora per Assopoker, la sua seconda famiglia. Ama il texas hold'em e il trading sportivo. Ha "sprecato" gli ultimi 20 anni della sua vita nello studio dei sistemi regolatori e fiscali delle scommesse e del gioco online/live in tutto il Mondo.