Poker live
Comincerà quest'oggi il tavolo finale del Main Event WSOP 2011, che assegnerà tra due giorni al vincitore il titolo di campione del mondo di No Limit Hold'em e soprattutto un assegno da 8.715.000 dollari.
Per la verità negli Stati Uniti non hanno troppo tempo da perdere e certe cifre te le consegnano subito in contanti, vuoi per lo spettacolo, vuoi perché dev'essere ancora vero che a Las Vegas tutto sia possibile.
Ad eccezione forse del chipleader, il ceco Martin Staszko, diversi dei protagonisti al tavolo finale più ambito al mondo sanno bene che cosa sia il poker, hanno giocato centinaia quando non migliaia di tornei, e nonostante sperino che tutto questo possa servire sanno che in fondo le cose non stanno esattamente così.
Non esiste lungo periodo, quando ad un tavolo finale ti balli complessivamente ventisette milioni di dollari, fatto salvo il denaro già toccato ad ognuno: puoi arrivare a maledire una singola carta per un'intera vita, oppure a benedirla quanto e più di un angelo nel caso ti abbia sorriso.
Sarebbe facile tirare in ballo il destino, riempirsi la bocca con la parola “storia” e dire che in fondo chiunque vorrebbe lasciare la propria impronta su un terreno tanto ambito e nobile: se a vent'anni è tutto chi lo sa, a molti dei volti che fra poco si specchieranno su una piramide di banconote grande abbastanza per seppellirli tutto questo poco importa.
Ciascuno di loro tornerà a distanza di anni, di mesi o di appena qualche ora a quanto fatto o rinunciato, a quello che sarebbe stato possibile fra carte e immaginazione.
Parole da nostalgici, in fondo: per certe giostre ci si ritrova fra le mani un solo gettone, ed allora tanto vale giocarselo piuttosto che sperare che presto o tardi arrivi un momento migliore, perché dolce o amara che si riveli quando l'occasione è unica resta forse qualcos'altro da scegliere?
