Poker online
Joe Hachem è uno dei campioni di casa che in questo momento stanno dando battaglia all'Aussie Millions: in effetti c'è chi giura che questo torneo non sarebbe mai diventato quello che è senza la sua vittoria nel Main Event WSOP del 2005, ma da allora molte cose sono cambiate.
Vincere il torneo della vita non solo gli ha infatti consegnato un assegno da 7.500.000 dollari, ma anche una sponsorizzazione con PokerStars che è terminata giusto alla fine dello scorso anno, fatto che ha convinto il giocatore australiano a fare una scelta di vita diversa.
Nessuna intenzione di abbandonare il poker, evidentemente, ma quella di legarsi ad una compagnia – la AsianLogic – che non è annoverata fra le poker room di punta, che pure non avevano mancato di fargli avere alcune proposte interessanti: “Avevo ricevuto un'offerta importante, ma mi sono chiesto se volevo davvero tornare ad essere un semplice uomo immagine piuttosto che legarmi ad una compagnia con solide opportunità di crescita e più vicina a casa”.
Già, perché per quanto possa suonare banale il fattore geografico ha inciso su questa scelta: “Negli ultimi sette anni sono stato sempre in viaggio e mi sento piuttosto esausto – spiega a PokerListings – per partecipare ad ogni torneo devo sorbirmi almeno una giornata di volo, ed è davvero un sacco di tempo”.
Giunto terzo al torneo da 100.000 dollari di buy-in dell'Aussie Millions, Hachem non risparmia parole al vetriolo per i giovani che provengono dal poker online, i quali a suo dire hanno ancora molta strada da fare in termini di buone maniere: “Un sacco di questi ragazzi non ha alcun tipo di rispetto, la loro vita comincia e finisce dietro allo schermo del computer e sentono di non dovere niente a nessuno”.
Spietata analisi con qualche fondamento o semplice conflitto generazionale senza soluzione possibile? Come sempre ciascuno può scegliere la risposta che preferisce...
