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Isaac Haxton è riuscito a battere Alexander Millar nel secondo incontro dell'All Star Showdown, in un testa a testa che è apparso nettamente più equilibrato del precedente, tanto che serviranno addirittura quindici ore di gioco consecutive e ben 3.827 mani per decretare un vincitore.
Del resto, era quello che ci si attendeva: un pronostico alla vigilia era praticamente impossibile, visto che tanto "Ike Haxton" che "Kanu7" sono degli specialisti di questa variante, ed anche i loro scontri nel recente passato avevano sempre tradito un equilibrio marcato.
L'inizio era tutto a favore del pro di PokerStars, che nelle prime ore riusciva a portarsi in vantaggio fino ad un massimo di 80.000 dollari, salvo poi subire la lenta ma inesorabile rimonta del rivale, che non solo guadagnava terreno ma era in grado di passare nettamente al comando, tanto che solo un coinflip perso gli negherà la vittoria.
Haxton si trovava infatti a investire i suoi ultimi 20.000 dollari in un all-in preflop con AK, chiamato da QQ: un re al flop lo salva dall'eliminazione, e gli consente di innescare la rimonta che poi lo porterà alla vittoria.
Il livello è stato naturalmente davvero alto, ed il gioco molto aggressivo. Per capire di cosa stiamo parlando, pensate ad esempio che Haxton in un suo piatto 3-bettato (con 10 5 e stack effettivi 210x) punterà per tre streets su board k 4 3 2 j , con Millar pronto a chiamare l'all-in finale mostrando allo showdown appena a 4 .
Domani sarà la volta di Daniel Cates, che si troverà opposto Alexander "Sussie Smith" Roumeliotis. Ricordando quello di cui fu capace lo statunitense contro Tom Dwan, il pronostico pende tutto dalla sua parte, ma in un singolo match tutto può accadere: non dimentichiamo che soltanto i due finalisti potranno vincere un premio, e così affermarsi non è affatto solo una questione di ego.
