Tra poche ore entrerà in vigore il decreto volto al contrasto del riciclaggio di denaro (qui potete leggere le misure adottate per il gioco online) ed oggi l’Unità di Informazione Finanziaria della Banca d’Italia ha pubblicato la relazione annuale, destinata a far discutere, in merito al poker online.
A dire il vero la denuncia è già presente in tutti i media generalisti e sta facendo il giro del web, tv e giornali. Si parla di più di 2mila segnalazioni denunciate solo nel 2016 dai concessionari ADM.
In questo Articolo:
Casi di collusion segnalati
L’ Unità di Informazione Finanziaria ha svelato che “ha ricevuto numerose segnalazioni trasmesse da concessionari di gioco a distanza e relative a pratiche collusive poste in essere da clienti dediti ai cosiddetti skill games, giochi caratterizzati dalla prevalenza dell’abilità del giocatore rispetto alla componente aleatoria”.
In sintesi, nessun caso è rimasto inosservato ed i concessionari hanno segnalato i comportamenti collusivi e a rischio alle autorità preposte, in particolare l’UFI della Banca d’Italia.
I comportamenti collusivi
“Dette pratiche collusive – si legge nella relazione – sarebbero utilizzate per giocare in modo concertato a danno di terzi partecipanti al torneo, oppure per dissimulare trasferimenti di denaro. A tale attività fanno da corollario fenomeni di furto dell’identità digitale, finalizzati all’attivazione di conti di gioco alimentati da carte di pagamento sottratte e impiegate per simulare attività di gaming la cui unica finalità è quella di consentire un trasferimento di disponibilità tra i giocatori e la connessa monetizzazione”.
Molto probabilmente l’Ufficio fa riferimento anche a comportamenti riguardo il chip dumping ed altre pratiche illegali.
“Incoerenza del profilo soggettivo”… Siamo sicuri?
“I soggetti menzionati nelle segnalazioni in questione sono spesso stati oggetto di precedenti segnalazioni trasmesse da intermediari bancari in cui venivano sottolineati la frequenza delle vincite, gli importi complessivi cospicui e l’incoerenza del profilo soggettivo. Spesso infatti i segnalati avevano dichiarato di essere studenti, pensionati o di non svolgere alcuna attività e, nel contempo, avevano sostenuto di essere giocatori d’azzardo abituali”.
Queste considerazioni sono però tutte da verificare, nel senso che giocatori o grinder professionisti potrebbero risultare ufficialmente studenti o disoccupati, ma con questo non vuol dire che abbiamo violato alcuna norma. Considerando che in Italia, purtroppo, ancora non è riconosciuta ufficialmente la figura del professional poker player. La sensazione è che su questo punto i relatori abbiamo fatto confusione o non siano voluti entrare nel dettaglio per ragioni a noi sconosciute.
Le denunce degli intermediari bancari: nel mirino monete elettroniche?
La relazione pone l’accento sulle segnalazione degli intermediari bancari concernenti “la ricezione di pagamenti connessi a vincite di gioco effettuati per il tramite di ricorrenti IP o IMEL che non hanno sede in Italia” e che “offrono una vasta gamma di servizi (depositi on line, pagamenti, giroconti, prelevamenti e operazioni su ewallet), spesso in diverse valute, anche virtuali, accessibili tramite strumenti di facile uso e di difficile controllo come smartphone, tablet e personal computer.
Ai clienti viene garantita l’istantaneità e la sicurezza delle transazioni finanziarie, presidiate dal rischio di frode. Non sono note, tuttavia, le misure adottate da tali intermediari in materia di identificazione della clientela, né l’efficacia dei controlli dagli stessi posti in essere al fine di contrastare il riciclaggio e il finanziamento al terrorismo. Ne deriva una generale difficoltà degli intermediari italiani, coinvolti in questo genere di operatività, ad avere accesso pieno a informazioni in merito alla natura delle transazioni e alle reali controparti intervenute, con evidenti ripercussioni sulla tracciabilità dei flussi finanziari”.
FONTE: LEGGI QUI LA RELAZIONE IN FORMA INTEGRALE
Si ringrazia per la gentile collaborazione Claudio Zecchin