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Cash live nei circoli e ‘caso Le Iene’: interviene Alampi

Isidoro AlampiIn un articolo di ieri parlavamo di un problema molto attuale, ovvero quello del cash game live che offrono alcuni circoli e di come e perchè questo è un danno per il processo di legalizzazione/regolamentazione. Oggi sentiamo in merito il presidente FIGP Isidoro Alampi, che dice la sua anche sulla recente polemica derivante dal servizio di Luigi Pelazza su Le Iene.

Presidente, che pensi del sasso che abbiamo lanciato nello stagno?
Condivido la vostra analisi, e aggiungo che una delle cause principali dell’attuale situazione è sempre la solita: la mancanza di una normativa.

Perchè pensi questo? Il problema dei circoli che offrono cash game non nasce certo oggi!
Certo, è una problematica che esiste da ben prima del 9/9/09. La differenza è però che una volta erano molto pochi, mentre oggi sono un numero cospicuo. La carenza normativa ha fatto sì che diversi club iniziassero a percepirsi come “onnipotenti” e decidessero di operare senza freni.

Inoltre, l’assenza di una minima cornice legislativa ha fatto sì che troppi incompetenti si tuffassero in questo business, attirati dai facili guadagni. E la prova è sotto i miei occhi: girando per il territorio, mi è capitato di venire a contatto con realtà che nulla hanno a che fare con il Poker Sportivo.

Eccolo, quel concetto tanto decantato quando c’era da sdoganare l’hold’em, poi accantonato e anche irriso da molti, ma che oggi sembra tornato improvvisamente di gran moda…
Infatti è così, e sono orgoglioso che noi come FIGP non abbiamo mai smesso di promuovere il Poker Sportivo. Oggi è tempo di uscire dagli equivoci, e infatti avete fatto bene a sottolineare che il cash rimane tecnicamente una disciplina più meritocratica rispetto al torneo, ma che il legislatore deve tenere conto anche di altri fattori.

Qui la criticità non risiede nella dinamica e meccanica del gioco, ma nella gestione dello stesso. Realisticamente non si può pensare che, senza una legge e un organo di controllo, un club possa gestire i flussi di denaro generati dal cash game, che sono molto più alti rispetto alla modalità torneo. Probabilmente un giorno tutto questo potrà avvenire, ma solo in presenza di adeguate strutture di controllo e di tutela per i giocatori che solo una legge ad hoc potrà istituire.

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Torniamo alla pura attualità e all’ormai celebre servizio di Pelazza su Le Iene. Che idea ti sei fatto?
Ovviamente condivido le riserve avanzate da gran parte del mondo del poker, però ti dico che l’errore principale lo hanno fatto le persone che gestivano il circolo, nel momento in cui l’inviato delle Iene ha citofonato.

Che intendi dire?
Voglio dire che andando nel panico, e invitando i presenti a “mettersi le chips in tasca” e cose del genere, hanno subito impersonato chi ha qualcosa da nascondere. Hanno mancato nell’elemento principale: la convinzione in quello che stavano facendo. Avrebbero dovuto aprire subito all’inviato, farlo entrare, sentire cosa vuole sapere e spiegargli che ciò che stavano facendo non costituiva alcun male. Certo la reazione emotiva è comprensibile, diciamo che hanno peccato di convinzione ed ingenuità.

E Le Iene? Non è la prima volta che scivolano sul texas hold’em.
Guarda, l’errore che hanno commesso è grave sotto molti aspetti, primo fra tutti la sostanziale ignoranza sull’argomento trattato e sulla attuale situazione legislativa. Come avete scritto  voi ieri, la circolare del 9/9/09 è ampiamente superata da diversi pronunciamenti della magistratura. Ne deriva che non è accettabile che degli appassionati vengano dipinti come delinquenti.

Ci sono state poi diverse altre mancanze ma sono certo che Le Iene, da grande trasmissione che da anni offre un ottimo giornalismo di inchiesta, saprà riparare all’errore, dando spazio a un contraddittorio che dia voce alle ragioni di tutto un movimento che in questi giorni si è profondamente indignato. Li ho invitati apertamente a farlo, e sono certo che non deluderanno le nostre aspettative.

"Assopoker l'ho visto nascere, anzi in qualche modo ne sono stato l'ostetrico. Dopo tanti anni sono ancora qui, a scrivere di giochi di carte e di qualsiasi cosa abbia a che fare con una palla rotolante".
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