Vai al contenuto

Brando Naspetti: “all’IPO più forte degli scoppi. La mia mentalità vincente nata tra mille sofferenze”

Più forte anche delle avversità: Brando Naspetti ha vinto la 24esima edizione dell’Italian Poker Open dopo che gli avevano scoppiato gli assi nel day 4, in uno dei momenti decisivi del torneo (in bolla piena per il final table).
Il toscano, rimasto con le ossa rotte, non ha mollato, fino a risalire la corrente.

Una vittoria che parte da lontano, al termine di un lungo percorso iniziato in modo brillante con Pokermagia. Il suo ultimo anno extra pokeristico è stato un po’ come il suo cammino a Campione: uno scoppio e un paio di coinflip persi che però non l’hanno piegato. In questa intervista Brando si è aperto e con grande emozione ha parlato di questi mesi difficili.

Brando Naspetti

Brando, dopo lo scoppio terrificante subito nel day 4, cosa hai pensato? Era tutto finito nella tua testa?

Sono morto dentro in quel momento: perdere un colpo così online è sick, figuriamoci a 10 left in un torneo come l’ IPO, fai bolla al final table perdendo un pot da stra-chipleader, pensi che sia tutto finito. Vedi nero, ma sono momenti che passano.

Come hai fatto a reagire in quel modo?

Dopo quella bad beat, ho avuto la fortuna di avere il tempo di riprendermi e metabolizzare al meglio quel colpo. Non mi sono dato per perso. Tutt’altro, l’online è una grande palestra che ti abitua anche a scoppi del genere.

Ma questa forza mentale quando e dove l’hai acquisita?

E’ frutto di un percorso lungo caratterizzato da sofferenze e tanto lavoro. Il percorso che ho fatto con il mental coach è stato essenziale per me.

Quando ti accorgi di essere in preda ad un tilt, come reagisci in genere?

Quando sto per tiltare cerco di ricordarmi da dove vengo, chi mi ha cresciuto e tutte le aspettative della mia famiglia e dei sacrifici dei miei genitori che hanno fatto per me (scuole internazionali, tanti viaggi etc). Mio padre è l’esempio del professionista per eccellenza: ha sempre lavorato con costanza (qualità che a me è sempre mancata). Insomma quando sto per impazzire, alle volte parlo a me stesso e mi chiedo: “papà che mi direbbe? Sarebbe felice? Come la penserebbe?”.

So che sei stato in Pokermagia per parecchio tempo. Come giudichi l’esperienza con la scuola?

Pokermagia è l’inizio del mio percorso serio con il poker online. E’ stato un passaggio e un’esperienza fondamentale: essere seguito da coach esperti mi ha disciplinato molto. Come ti ho già detto, il mio difetto è sempre stata l’incostanza, nello studio, in palestra, in molti aspetti della mia vita. Con Pokermagia l’ho acquisita piano piano.

Come hanno fatto i coach di Magia a spingerti verso questo cambio di atteggiamento?

Ho giocato i primi tornei low buy-in e gradualmente sono salito di livello quando i coach lo ritenevano opportuno. Voglio ringraziare tutta la scuola per questo. Sono stato particolarmente fortunato anche con la scelta dei coach.

Brando Naspetti (photo courtesy of CPT Campione)

Chi ti ha seguito in questo percorso?

Simone Oddo e poi Emiliano Conti. Tutti e due molto bravi. Emiliano è l’esempio di come bisogna approcciarsi con il poker. Mi ha trasmesso molto da questo punto di vista. A prescindere dalla tecnica indiscussa, è l’approccio e la mentalità che mi ha trasmesso che sono due elementi fondamentali. Gli stessi valori che mi ha trasmesso mio padre.

Stanco di perdere? Entra nel Team di Pokermagia! Staking e Coaching gratuito per te. Fail il test ora!

betsense

 

Oltre a Pokermagia chi vuoi ringraziare? A chi vuoi dedicare la vittoria?

Alla mia prima tifosa: mia madre. Lei ha accettato questa mia decisione di diventare poker player da un punto di vista professionale e non mi ha mai fatto mancare l’affetto, mi ha trasmesso fiducia, quando in realtà, il resto della mia famiglia ancora storceva il naso.

Scopri tutti i bonus di benvenuto

Parlavi di sofferenze nel tuo percorso. Se è lecito chiederti, a cosa ti riferivi?

Sono diventato più forte perché negli ultimi 10 mesi ho sofferto tanto, anche per un periodo non felice nell’online ma soprattutto per vicende extra poker: un parente che se è andato, un altro che ha rischiato di lasciarci. La ragazza che ti lascia dal nulla. E’ stato un periodo difficile. Poi vedere mamma e papà sempre più vecchietti (qui ride e il suo tono si fa ironico da buon toscano, ndr).

E’ un momento di grossi cambiamenti per te.

Si, ho lasciato l’Italia per Malta ed è senza dubbio un altro bel cambiamento. Tutto nel giro di poco. Avevo certezze spazzate via in pochi mesi.

A volte non tutto il male viene per nuocere: l’IPO è un esempio.

Tutto questo mi ha fortificato ed aiutato. Anche se è il mio lavoro è pur sempre un gioco di carte.

Tornando al torneo: qual è stata la chiave al final table che, a tuo parere, ti ha fatto vincere l’IPO?

La chiave? Sono stato sempre concentrato anche dopo aver perso un flip importante (AK contro 22) ho continuato a credere in me stesso. Questo atteggiamento ha aumentato le mie possibilità di arrivare alla vittoria.

Mi sembri molto sicuro, soprattutto delle tue recenti capacità di auto-controllo.

Mio padre, fin da bambino, ha sempre cercato di insegnarmi che la vita ti mette alla prova e nulla avviene mai per caso. C’è sempre un motivo per tutto.

Anche quando hai perso con AA contro AJ?

Si, dopo l’ iniziale smarrimento, ti posso garantire che il cooler mi ha fatto sentire più forte e sicuro di me stesso perché ero ancora dentro, nonostante tutto.

Quando hai realizzato al final table che potevi vincere?

Dopo il bluff al portoghese… sia perché avevo uno stack interessante, sia per la riuscita di un bluff abbastanza tosto, considerando i soldi che c’erano in ballo.

Dopo questa vittoria volerai a Las Vegas per le WSOP?

Avevo già vinto un satellite per il “Mini One drop” al Prestige e sarei andato comunque, anche se fossi arrivato millesimo. In quei giorni ci sarà anche il Main Event e penso di giocarlo vendendo quote. Valuterò una volta arrivato a Vegas.

Editor in Chief Assopoker. Giornalista e consulente nel settore dei giochi da più di due decenni, dal 2010 lavora per Assopoker, la sua seconda famiglia. Ama il texas hold'em e il trading sportivo. Ha "sprecato" gli ultimi 20 anni della sua vita nello studio dei sistemi regolatori e fiscali delle scommesse e del gioco online/live in tutto il Mondo.
MIGLIORA IL TUO POKER CON I NOSTRI CONSIGLI