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Lappin e lo strano caso del Satellite WSOP per un tanking di 25 secondi in bolla

Tra i momenti più significativi di un torneo di poker c’è sempre e comunque quello della bolla, un frangente temporale di ogni evento live e online, che fa da spartiacque tra i giocatori che si alzeranno dal loro posto senza riuscire a conquistare un profitto e gli altri che, al contrario, lo faranno piangendo da un occhio solo, visto che qualche cosa entrerà loro in tasca, fino a quando i premi non saranno talmente soddisfacenti che si tornerà a casa, o in albergo, con il sorriso sulle labbra.

Il problema del tanking

L’affascinante momento dello scoppio della bolla è però spesso accompagnato da una delle piaghe che maggiormente interessano il poker moderno, in questo caso esclusivamente live, il tanking a pochi passi dai premi. Per tanking si intende quel frangente che passa tra la consegna delle carte da parte del dealer e l’azione decisa dal giocatore, raise, call, fold.

In tutte le bolle che si rispettino, infatti, ci sarà sempre qualcuno interessato a far passare del tempo prima che essa scoppi, discorso che riguarda fondamentalmente i più short che ancora non si sono assicurati il min cash al quale approdano i giocatori che verranno eliminati con buone probabilità dopo l’applauso che segna il confine di cui abbiamo appena parlato.

La lunghezza di questo momento è spesso dipendente dal numero di giocatori ancora in gara che hanno una quantità di chips risicata, visto che la lotta per approdare “In The Money“, si fa molto più serrata e si cerca di prendere qualsiasi vantaggio per aspettare che sia qualcun altro a salutare anzitempo la compagnia.

Lappin al satellite Main Event

La questione si fa ben più aspra se parliamo di satelliti, nei quali, poco prima della bolla, non si lotta per una porzione del prize pool, ma per un posto, o una cifra di denaro, che ha lo stesso valore per tutti, per il chipleader e per l’ultimo dei premiati.

Durante la ridda di satelliti organizzati per il Main Event delle WSOP 2023, la redazione di Assopoker aveva posato gli occhi su un episodio capitato a David Lappin, ripreso dalle colonne della rivista web Poker.org grazie ad Haley Hintze, che ne ha svelato ogni aspetto, anche grazie alle dichiarazioni dello stesso Lappin.

Il tweet, perdonateci se lo chiamiamo ancora in questo modo, è stato pubblicato dal poker Ambassador di Unibet, lo scorso 6 luglio, al termine di un satellite, peraltro poi centrato dal campione irlandese, nel quale a pochi passi dalla bolla, per l’esattezza a 5 eliminazioni dai premi, ha fatto sapere di avere spillato da UTG una mano di medio valore come A-4 off e, con uno stack pari a circa 7 Big Blind, di averci pensato su per circa 20-30 secondi.

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L’intervento del floorman

Intervistato da Poker.org, Lappin, riportiamo fedelmente le sue dichiarazioni, ha detto: “Abbiamo finito per disputare una bolla piuttosto lunga. Con 765 giocatori, sono stati originati 76 premi: 75 posti al Main Event e circa 3.000 dollari per il 76°. E con circa 90 left a tabellone, è cominciata la solita litania in cui la gente inizia a bloccarsi un po’, sai, il ritmo di gioco su tutti i tavoli comincia a rallentare.”

Il tutto è capitato anche al tavolo del giocatore europeo, ma, come riporta lui stesso, tutto nella norma, una decina di secondi e via al seat successivo.

Fino a quando Lappin ci ha pensato un pochino di più, anche perché un push da UTG con 7x al termine di un satellite, non viene chiamato a cuor leggero, qualche volta nemmeno da mani come A-J, che possono tranquillamente foldare se non hanno uno stack molto elevato. Per cui la decisione meritava un ragionamento più approfondito.

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“E, sì, era una situazione ragionevole da considerare, e penso di aver impiegato circa 25 secondi prima di foldare. A quel punto il direttore del torneo, subito dopo il fold, ha tolto la mia mano dal muck e l’ha guardata. In 20 anni nessuno aveva mai tirato fuori le mie carte da quelle passate al daler e le guardasse. Allora gli ho detto: -Mi scusi?- E lui ha continuato: -Sto solo facendo il mio lavoro, signore-. Ho provato a tenermi lontano dall’episodio perché c’era un satellite da portare a casa e dovevo mantenermi concentrato, “Ok”, gli ho risposto, quindi ho lasciato giocare la mano.”

La lunghezza del colpo dopo il fold di Lappin

“Ironia della sorte, Jesse Sylvia ha finito per tankare per tre minuti nel corso di quella mano; sono sicuro che ha avuto una decisione ragionevolmente difficile da prendere. E un altro giocatore ha impiegato un paio di minuti prima di foldare, cosa che ha fatto anche il BB (dopo una non scritta azione di push di un terzo giocatore, evidentemente, ndr). Quindi la mano in realtà è durata circa sei o sette minuti. Ma solo la mia è stata guardata, anche perché il floorman era poi andato via a controllare altri tavoli”.

Lappin ha poi richiamato l’attenzione dello stesso floorman per chiedere delucidazioni e la risposta è stata che, nel caso fosse stata una mano di poco valore, lo avrebbe senza dubbio penalizzato.

Ed è qui che il ragionamento di Lappin si fa più profondo:  “Il giudizio sulla strategia di un arbitro, non dovrebbe entrare nella tua decisione di chiamare, raisare o foldare. Stiamo arrivando a una situazione in cui il floorman può presumere di sapere qual è la strategia corretta. E questo non possiamo permettercelo“, ha concluso Lappin.

E voi cosa ne pensate?

Foto Homepage: David Lappin courtesy Manuel Kovsca e Pokernews

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"C'è chi pensa che sia impossibile prendere parte a tutti i tavoli finali dei tornei a cui si partecipa. Questo è vero per tutti. Tranne per chi li racconta".
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