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Matteo Messina Denaro poker

Matteo Messina Denaro: “giocavo a poker da latitante”. Dove? Le voci (smentite) sul Casinò di Venezia e i circoli

In queste ore il boss di Cosa Nostra, Matteo Messina Denaro, è stato scarcerato e ricoverato in ospedale per le sue precarie condizioni di salute derivanti da un tumore. E’ stato operato d’urgenza all’ospedale San Salvatore de L’Aquila, l’intervento chirurgico è riuscito ed è ricoverato in terapia intensiva.

Dopo l’arresto del 16 gennaio del capo dei capi, sono emersi sulla stampa alcuni stralci dell’interrogatorio del Super latitante che per trent’anni ha fatto perdere le sue tracce alle forze dell’ordine. Il nucleo speciale dei Ros dei Carabinieri è riuscito a mettergli le manette ai polsi all’inizio del 2023.

Davanti ai magistrati – in particolare di fronte al Procuratore Capo di Palermo, Maurizio De Lucia – oltre a ribadire che “non mi pentirò mai” e che “sono a conoscenza dell’esistenza di Cosa Nostra dai giornali”, il super boss ammalato ha confermato che – durante la latitanza – riusciva a fare una vita normale: “Giocavo a poker e mangiavo al ristorante”, era conosciuto con il nome di Francesco “Franco” Salsi, ai tavoli.

Matteo Messina Denaro: “Mi ero creato una falsa identità e giocavo a poker”

Lo conferma il diretto interessato che era stato arrestato con il falso nome di Andrea Bonafede, però “a Campobello mi sono creato un’altra identità: Francesco. Giocavo a poker, mangiavo al ristorante, andavo a giocare”. Il poker è sempre stato un hobby per lui. Secondo una testimonianza giocava nei circoli siciliani già nel lontano 1991.

Quindi è stato confermato quanto scritto da Assopoker il 5 aprile 2023:

L’aspetto curioso è che – durante la sua latitanza – il numero uno della mafia siciliana giocava frequentando alcune partite private (per non dire privatissime) in Sicilia. Il poker era un hobby come tanti altri. Non sono emersi altri dettagli, non è emerso alcun particolare che possa indicare un giro consistente di denaro in quelle partite.

Le partite private a poker in casa Bonafede

Inoltre avevamo scritto: Matteo Messina Denaro frequentava la casa dei Bonafede-Lanceri, dove si giocava a poker tra amici. Lo ha rivelato una coppia di sposi (i cui nomi sono rimasti anonimi) originari di Campobello di Mazara che hanno partecipato ad alcune partite nelle quali era presente il boss, ma sotto falsa identità. L’uomo e la donna hanno rivelato che lo conoscevano come il dottore Franco Salsi. Al tavolo verde, Denaro non si presentava come Andrea Bonafede, il suo pseudonimo nella clinica palermitana dove era in cura. Molto probabilmente perché era nella villa proprio della famiglia Bonafede con persone che erano a conoscenza di tutti i gradi di parentela.

I padroni di casa Bonafede-Lanceri sono stati arrestati con l’accusa da parte della Procura antimafia di Palermo di essere – secondo LiveSicilia . it – i vivandieri del capo mafia, fino all’arresto nel capoluogo siciliano il 16 gennaio.

Matteo Messina Denaro giocava nei circoli siciliani?

Secondo alcuni telegiornali, durante la latitanza, il boss della cupola della Mafia avrebbe anche giocato in alcuni circoli, oltre che in queste partite private. Non ci sono però riscontri. Pare molto strano, il rischio sarebbe stato molto alto di essere scoperto o comunque avrebbe suscitato qualche sospetto.

L’unica testimonianza – come ricordato – risale al 1991 che prova che Matteo Messina Denaro, frequentava alcuni circoli di poker del tempo, ma nulla a che vedere con i club attuali di texas hold’em (gioco che godrà di una certa popolarità in Italia solo dopo il 2006/2007).

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E’ quindi molto probabile che negli ultimi anni di latitanza il capo di Cosa Nostra giocava a poker solo in partite private con gente molto fidata, mentre nei primi anni è probabile che siano credibili le voci sulla sua presenza in alcuni casinò famosi e in Montenegro.

Salvatore Baiardo: “la sua latitanza anche a Venezia dove entrava nel casinò”


Secondo alcuni pentiti di mafia (in particolare Emanuele Merenda, ex esattore della mafia siciliana), in un certo periodo, Matteo Messina Denaro ha vissuto in Veneto, dove seguiva alcune sue attività – usando prestanomi – vinicole e frequentando anche il Casinò di Venezia sotto falsa identità.

Lo rivela Salvatore Baiardo, anche lui presentato dai media come un giocatore di poker più o meno occasionale (ai tavoli del vecchio poker all’italiana) e protagonista su La7 di alcune interviste con Massimo Giletti che hanno fatto scalpore.

In particolare Baiardo (che era stato condannato per aver coperto la latitanza dei fratelli Graviano prima del loro arresto nei primi anni ‘90) aveva predetto, con mesi di anticipo, l’arresto di Matteo Messina Denaro.

Si può quindi considerare una fonte relativamente attendibile.

Salvatore Baiardo ha sostenuto in diversi interrogatori e in un’intervista a Massimo Giletti (andata in onda a Non è l’Arena prima della chiusura del programma da parte dell’editore Cairo) alcuni retroscena che riguardano la precedente presunta esperienza in Veneto. Messina Denaro e i Graviano avevano un palazzo a Venezia, acquistato probabilmente tramite prestanome secondo Baiardo. Il super latitante avrebbe avuto anche una tessera, con una identità falsa, che gli consentiva di frequentare il casinò di Venezia.

Il procuratore capo Antimafia di Venezia, Bruno Cherchi, non è però così convinto: “All’epoca facemmo gli opportuni accertamenti e io stesso parlai con l’allora capo di Palermo, Francesco Lo Voi: non sono emersi elementi di conferma di Matteo Messina Denaro in Veneto”. Ma all’interno delle Procure non tutti la pensano allo stesso modo. Il procuratore di Palermo, Maurizio De Lucia, è sicuro: “La latitanza di Matteo Messina Denaro si è svolta in varie parti del territorio nazionale”.

Appassionato di casinò, era stato individuato anche in una sala in Montenegro a Budva.

La smentita secca del Casinò di Venezia

Prima del suo arresto, nel novembre 2022, a seguito delle rivelazioni di Salvatore Baiardo, il Casinò di Venezia aveva preso le distanze da questa storia e, in un comunicato, aveva smentito tutto: “La registrazione degli ingressi, previa presentazione di un documento d’identità, è un requisito indispensabile e inopinabile per chiunque voglia frequentare il Casinò di Venezia”.
Definiscono “priva di fondamento” la ricostruzione giornalistica sulla frequentazione di Matteo Messina Denaro in passato del casinò lagunare, “in quanto, dopo opportune verifiche e accertamenti il predetto non risulta in alcun modo registrato nell’anagrafica che accerta gli ingressi presso le sale da gioco”.

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Editor in Chief Assopoker. Giornalista e consulente nel settore dei giochi da più di due decenni, dal 2010 lavora per Assopoker, la sua seconda famiglia. Ama il texas hold'em e il trading sportivo. Ha "sprecato" gli ultimi 20 anni della sua vita nello studio dei sistemi regolatori e fiscali delle scommesse e del gioco online/live in tutto il Mondo.
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