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Intervista ad Antonio Viola: dai video di Phil Ivey agli Spin & Go!

Il giocatore che vi presentiamo oggi si chiama Antonio Viola, ha cominciato a giocare a poker circa 10 anni fa grazie ai commenti e alle trasmissioni di Flavio Ferrari Zumbini e le partite high stakes di cash game di Phil Ivey.

Adesso, dopo aver passato tutte le fermate, comprese quelle dell’inizio della gavetta, come dovrebbe essere sempre fatto, si è trasformato in coach, da coachato.

Abbiamo scambiato quattro chiacchiere con lui.

Intervista ad Antonio Viola. 

Essendo la tua prima intervista su Assopoker, dopo ormai quattro anni, cominciamo con la nostra canonica domanda a piacere per chi non avvesse letto la prima. Ti va di parlare un po’ di te ai nostri lettori? 

Mi chiamo Antonio viola, ho 33 anni. Vengo dal Molise, un piccolo paesino chiamato Guglionesi. Gioco a poker da oltre 10 anni ( ovviamente ero un occasionale ai tavoli live e on-line) e nel 2019 entro nel team di PokerMagia, dove ad oggi da player sono diventato anche coach, gioco livelli 20 e 50 euro. Beh extra poker c’è poco da dire, sono una persona che esce molto poco e che dedica il tempo solo a ciò che mi interessa, come nel poker, ho sempre cercato di dare il massimo ai tavoli  e sono stato ripagato con la stessa moneta.

Come hai conosciuto il poker? È stato amore a prima vista, un episodio che te ne ha fatto innamorare, oppure ti sei appassionato gradatamente? 

Ho conosciuto il poker tramite i video di Flavio Ferrari Zumbini e Luca Pagano, devo essere sincero, quando guardavo quei video pensavo: ma non hanno paura di perdere tutti quei soldi?

E proprio quella paura mi ha spinto a fare una partita. Dopo i video di Zumbini e Pagano, ho iniziato a seguire le WSOP e le partite cash high stakes di Negreanu e Ivey, è li che mi sono innamorato del texas hold’em: vedere quelle persone giocare a quei livelli mi affascinava, ho aperto subito un conto gioco, ovviamente con risultati disastrosi, cosi non giocai più per un bel po’.

Dopo qualche anno mi sono trovato in una città , Pescara, dove mi invitò un mio coetaneo a partecipare ad un torneo live, dissi subito di si. Andammo in questo posto e appena entrai vidi per la prima volta i tavoli da poker, toccai le fiches poggiate sul tavoli, era irreale per me ( non era un evento WSOP, ma per me era come se lo fosse).

Uscii quasi subito non avendo nessuna conoscenza del gioco, ma fu quella perdita a farmi innamorare del poker, volevo vincere, volevo sentirmi forte al tavolo, volevo bluffare come faceva Ivey contro i suoi avversari.

I passaggi fondamentali

Quali sono stati i tuoi passaggi fondamentali che ti hanno portato a giocare il main game? 

Ho deciso di giocare spin e go perché rispetto agli MTT si ha molto più tempo a disposizione e lo stesso lo si può gestire come si vuole, questo è uno dei principali motivi per cui gioco questa variante.

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Giochi, o hai giocato altre discipline?

Da anni ormai gioco solo spin, raramente gioco mtt live o on-line. 

Ti ricordi quando è diventata più di una passione alla quale ti sei dedicato anima e corpo? 

Ad inizio carriera giocavo su planetwin, vinsi un moltiplicatore molto grosso e li ho deciso di fare questo passando da uno status di giocatore a qualcosa di più, sono stato molto fortunato perché quella vincita fu il mio trampolino di lancio negli spin e go.

Il super shot di Antonio Viola

Quali sono i risultati che ricordi con maggiore piacere, o semplicemente i migliori? 

Ci sono sati tanti piccoli risultati nel corso del tempo, ovviamente quello più bello di tutti è la vincita del 40k di cui ho appena parlato, quando giocavo i 10 euro.

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L’incontro con PokerMagia: è iniziato tutto per caso, oppure eri alla ricerca di una mano di aiuto per il tuo gioco?

Dopo aver perso un 10k in uno spin da 10 euro su PokerStars, dopo qualche giorno vidi un post su fb di PokerMagia, cercavano giocatori e fornivano loro il roll, avevo ancora l’amaro in bocca per quello spin perso e li contattai subito.

Dopo qualche giorno mi scrisse una ragazza su skype,  Alessadra Ladyraise81, mi inviò il materiale e il roll per iniziare a giocare gli spin da 1 euro, è fu cosi che mi sono ritrovato in una scuola di poker. Era l’academy ma già mi sentivo un pro :D. 

Che caratteristiche ha avuto il tuo passaggio da giocatore a coach? 

L’essere diventato coach è un motivo in più per continuare su questa strada, mi motiva ancor di più, perché quando sbaglio in game o so che sto sbagliando penso: questo vuoi insegnare ai tuoi ragazzi? Quindi mi stimola ancor di più nel fare bene ai tavoli.

Quali sono i consigli che dai ai tuoi ragazzi nella prima lezione che organizzi con loro? 

Nelle prime lezioni quello che dico sempre è: stiamo giocando ad un gioco dove c’è un fattore, quello della fortuna, dove noi non abbiamo nessun tipo di controllo. Ma soprattutto sapere subito che nel poker non possiamo vincere tutte le mani che giochiamo, ma possiamo giocare tutte le mani che perdiamo nel migliore dei modi, facendo sempre la scelta più EV, e quello di non focalizzarci sul problema quando le cose vanno male, ma di concentrarci a trovare la soluzione. E voglio lasciare un ulteriore messaggio ai nuovi ragazzi che entrano in questo mondo: “Prendete le giuste decisioni e le vostre perdite saranno minime e irrilevanti. Se non prendiamo le giuste decisioni, allora dovremmo concentrarci su quello e non sulla sfortuna che ci sta capitando. La sfortuna nel lungo periodo non c’entra nulla.

Inoltre voglio che fin dalle prime lezioni il coachato pensi che il poker debba essere un divertimento, prima di ogni altra cosa, una sorta di passatempo che poi, piano piano, i più bravi e i più appassionati trasformeranno, se vorranno, in qualcosa di più.

Che tipo di rapporto si crea con un coachato? 

Posso dire che tutte le lezioni che facciamo, creano un ambiente socievole e amichevole e  i rapporti che creo con i miei coachati sono lo stesso, senza dimenticare però che io sono il coach, sono li per dire bravo quando ce n’è bisogno e viceversa.

E infine ho lasciato il guerriero, il giocatore spin più forte che io conosca sul.it , amico e non che è il mio tutor-coach Eros Zappacosta, è stato lui a farmi fare il salto di qualità a livello tecnico per poter affrontare i 50 euro. Grazie Eros.

"C'è chi pensa che sia impossibile prendere parte a tutti i tavoli finali dei tornei a cui si partecipa. Questo è vero per tutti. Tranne per chi li racconta".
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