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È finalmente giunto il momento più atteso dagli appassionati di tennis che potranno godersi il torneo di Wimbledon, in programma dal 27 giugno al 10 Luglio.

Torneo chiacchierato e avvolto da qualche polemica, ma che promette spettacolo con la partecipazione del meglio del tennis mondiale.

Mancherà purtroppo Berrettini, fermato proprio alla vigilia del suo esordio, ma ci sarà Novak Djokovic, con sullo sfondo un Nadal già capace di piazzare due acuti nei primi due Slam stagionali.

In campo femminile non difenderà il suo titolo Ashleigh Barty, ritiratasi lo scorso Marzo, ma c’è curiosità per il ritorno di una delle regine assolute di Wimbledon, vale a dire Serena Williams trionfatrice in ben 7 edizioni.

FINALE MASCHILE: DJOKOVIC – KYRGIOS

Per la quarta volta consecutiva Novak Djokovic approda alla finale di Wimbledon: meglio di lui in era open solo Federer (7 finali dal dal 2003 al 2009) e Borg (6 finali dal 1976 al 1981).

Questa per il serbo è la finale n°8 raggiunta a Wimbledon: nelle 7 precedenti occasioni il ruolino parla di 6 vittorie e una sola sconfitta, patita contro Murray nella finale del 2013.

Di fronte avrà un giocatore alla prima apparizione in una finale dello Slam, proprio come accaduto l’anno scorso con Berrettini.

Nick Kyrgios però è uno dei pochi tennisti che Djokovic non ha mai battuto: ci sono infatti solo due precedenti, entrambi risalenti al 2017, in cui Kyrgios ha avuto la meglio sempre per 2 set a 0.

Nick Kyrgios

FINALE FEMMINILE: JABEUR – RYBAKINA

Dopo una lunga rincorsa finalmente Ons Jabeur ce l’ha fatta: si iscrive nel libro dei record come la prima tennista del continente africano a raggiungere una finale in un torneo dello Slam in era Open.

Ora sarà solo la finale di sabato a dirci se il record è destinato ad essere ritoccato verso l’alto, con il primo titolo. Di sicuro la Jabeur cova grandi aspettative presentandosi alla finale come nuova n°2 del mondo del circuito WTA.

Dall’altra parte ci sarà Elena Rybakina, presente a Wimbledon grazie alla sua scelta di 4 anni fa: infatti la tennista è nata Mosca ed è russa, ma ha ottenuto la naturalizzazione kazaka, cosa che le ha permesso di partecipare a questa edizione del torneo londinese, chiusa agli atleti russi per i noti motivi bellici.

L’unica cosa certa della finale è che avremmo una nuova vincitrice di Wimbledon: entrambe le tenniste sono alla prima finale di uno slam e hanno raggiunto il loro massimo piazzamento in questa edizione della kermesse londinese.

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Il torneo dei Fab Four

Siamo in Inghilterra quindi nella patria dei Fab Four. E con questo soprannome sono anche indicati i 4 tennisti che hanno monopolizzato l’albo d’oro di Wimbledon negli ultimi 20 anni.

Parliamo ovviamente di Roger Federer, Rafa Nadal, Novak Djokovic e Andy Murray che a partire dal 2003 sono stati gli unici trionfatori sull’erba londinese.

L’ultima vittoria fuori dalla cerchia dei Fab Four è quella di Lleyton Hewitt datata 2002: nelle 18 edizioni disputate da allora si contano 8 trionfi per Federer, 6 per Djokovic e due a testa per Nadal e Murray.

Il centrale di Wimbledon

Il match infinito

Con una storia così lunga, il torneo di Wimbledon è stato teatro anche di moltissimi record nella storia del tennis.

Il più famoso è probabilmente quello del match più lungo di sempre, che si è svolto proprio sull’erba inglese nel primo turno dell’edizione 2010 e che ha visto di fronte John Isner e Nicholas Mahut.

La partita ha infranto numerosi record: è il match più lungo di sempre con le sue undici ore e cinque minuti di gioco, è quella dove si sono giocati il maggior numero di game (183 in totale) e dove si sono visti più ace (216 totali di cui 113 per Isner e 103 per Mahut).

RECORD DI DURATA: 11 ore e 5 minuti

Grazie al regolamento dell’epoca che prevedeva assenza di tie break, anche l’ultimo set entra nel libro dei record come il più lungo di sempre (8 ore e 11 minuti), concluso alla fine con un eloquente 70 a 68 per Isner.

Senza Berrettini ci sarà la finale più attesa?

Con il ritiro di Berrettini sono Djokovic e Nadal i due superfavoriti del torneo londinese.

Nella loro lunga rivalità i due tennisti si sono scontrati per tre volte sull’erba del centrale di Wimbledon con un bilancio favorevole a Djokovic per 2-1: anzi se proprio vogliamo dirla tutta Nadal non ha mai battuto sul campo Djokovic, perché l’unico successo dello spagnolo è arrivato nella semifinale del 2007 per il ritiro del serbo.

Leggendaria poi la battaglia della semifinale 2018 con oltre 5 ore di tennis spettacolare vinta per 3 set a 2 da Djokovic.

Da registrare anche la finale del 2011 che ha visto il trionfo di “Djoko” per 3 set a 1 in 2 ore e 28 minuti.

Italiani oltremanica

Wimbledon è storicamente un torneo avverso per il tennis italiano.
La finale raggiunta da Berrettini nell’edizione 2021 rappresenta il miglior risultato azzurro sulla prestigiosa erba inglese.

Prima del tennista romano solamente Nicola Pietrangeli nel 1960 riuscì a spingersi fino alle semifinali.

Peggio ancora è andata in campo femminile: il miglior risultato dell’era Open è quello ottenuto da Francesca Schiavone nel 2009 con l’approdo ai quarti di finale.

Le tradizioni inglesi

Essendo il torneo più antico al mondo (la prima edizione è datata 1877) Wimbledon rappresenta ancora un baluardo per le tradizioni

Tra quelle che resistono ancora al giorno d’oggi ricordiamo quella del dress code, che impone rigorosamente il colore bianco. E non ci riferiamo solo alla divisa, la regola vale infatti anche per accessori come polsini o fascette e si estende addirittura alle suole delle scarpe.

Nell’edizione 2022 verrà comunque infranta ufficialmente la tradizione del Middle Sunday, che prevedeva un giorno di pausa nella domenica che divide la prima dalla seconda settimana di gare.

Fino ad oggi solo 4 volte si era infranta la tradizione della pausa domenicale, ultima delle quali nel 2004 per permettere il recupero dei match rinviati per pioggia.

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