Le scommesse come vi abbiamo sempre ricordato, si possono sintetizzare, come l’eterna lotta tra bettors e bookmaker. Ma è bene, essere consapevoli di un aspetto: il banco ha sempre un vantaggio percentuale (l’aggio), più o meno ampio.
Proprio per effetto dell’allibramento,il bookmaker offrirà quote sempre più basse rispetto alle reali valutazioni (probabilità di uscita dell’evento), tranne rare eccezioni che vi andremo ad illustrare.
L’obbiettivo principale di un bravo scommettitore è quello di ridurre al massimo questo spread, ma non è semplice. Anche perché, in genere i quotisti, oltre ad essere in possesso di esperienza e preparazione, godono di informazioni migliori rispetto allo scommettitore medio.
In questo Articolo:
Abilità quotisti
Di fatto, è sempre difficile poter scommettere con quote che, in termini di probabilità, siano favorevoli nel lungo periodo. Per questo motivo, i più scaltri cercano sempre il prezzo più alto che il mercato mondiale possa offrire per quel determinato evento. Ma non sono lo stesso al riparo dal giocare con valore atteso negativo.
A volte, si possono individuare (esercizio non semplice) degli errori, ma è molto difficile avere questa possibilità nei principali mercati, quelli più seguiti dagli scommettitori. Perché il grado di conoscenza dei quotisti in queste competizioni rasenta la perfezione. Ed è difficile ritenere che una quota possa rappresentare value. Molto è un fake value, ovvero si ritiene di scommettere per valore, quando invece mancano delle informazioni (tipo un infortunato dell’ultimo momento).
La “crisi” dell’Inter anticipata dai bookies
Molto spesso, i risk manager sono talmente bravi da anticipare il mercato, perché hanno una migliore capacità di analisi o informazioni in anteprima.
La crisi dell’Inter era stata, sotto traccia, già prevista dai quotisti che nel 2016 hanno iniziato ad offrire la vittoria della squadra di Mancini, a quote importanti, nonostante la posizione in classifica.
Si è iniziato con un bel 2.25 sulla vittoria dei nerazzurri a Empoli: per molti bettors si trattava di una value bets. Alla fine Icardi e compagni hanno vinto ma l’Empoli meritava di raccogliere molto di più. Di sicuro, non si è trattato di una passeggiata. La quota si è rivelata equa (44%).
Anche a Bergamo, per Atalanta-Inter, i nerazzurri erano offerti leggermente sopra la pari (probabilità 50% circa). Il target dei quotisti, in questo periodo, sembra quello di attirare gioco proprio sui milanesi.
Questo per dirvi, che in Serie A come in Premier League o Liga, risulta sempre più difficile ottenere valore, almeno sulle squadre favorite.Non a caso, i bettors più bravi si specializzano su campionati minori e meno conosciuti.
Liquidità
Semmai, nei mercati principali, c’è un altro fattore che va valutato attentamente e che può giocare pro o contro lo scommettitore: la liquidità (eccessiva e concentrata su poche squadre).
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La gara finisce 1-1 , così il nostro bottino risulta essere di 4.000€. Con quei 4.000€ passiamo alla seconda domanda, ipoteticamente "Manchester City - Arsenal finirà in over 2,5? SI o NO?"
Possiamo distribuire i nostri 4.000€ con 3.000€ sul SI e 1.000€ sul NO.
Con il risultato di City - Arsenal si determinerà il successo della nostra risposta.
Il meccanismo si ripete sino alla domanda 13, in cui il bottino salvato verrà accreditato nel proprio conto gioco.
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Molti tifosi e bettors hanno la tendenza a scommettere sulle favorite e questo fattore condiziona la formazione di una quota che può essere schiacciata e molto più bassa rispetto alla probabilità di uscita dell’evento. Per questo motivo, scommettere sui team più forti, non porta quasi mai ad un profitto, almeno nel lungo periodo.
In poche parole (usando un linguaggio banale vi spieghiamo il meccanismo elementare), i risk manager sono costretti a rivedere le quote e ri-bilanciarle (in genere questo compito spetta a dei software), per una migliore e corretta gestione del banco, perché hanno eccessivi rischi sulle squadre favorite, con un surplus di denaro raccolto che, nel lungo periodo, può portarli alla bancarotta.
Quote su underdogs
Di conseguenza (e qui nasce un vantaggio per lo scommettitore) le quote suglu underdogs saranno più alte rispetto alle valutazioni reali, regalando un piccolo edge nel lungo periodo a chi punta su queste squadre (su questo punto ci ritorneremo).
Le quote sulle favorite, quasi mai, nei campionati con liquidità profonda, rispecchiano le reali probabilità di vittoria delle stesse in quello specifico evento, in particolare nei momenti in cui sono sottoposte allo stress di giocare molte partite ravvicinate (ad esempio in Champions) e le rose non sono al completo o presentano molte alternative.
Roma
Prendiamo ad esempio, la quota della Roma contro il Verona. L’effetto Spalletti ha dato una decisa spinta verso l’ottimismo. La quota media di mercato offera eta 1.30 circa (77%), ovvero quasi 8 volte su 10, De Rossi e compagni avrebbero dovuto vincere. Ricordiamo che la Roma ha vinto 1 partita delle ultime 8. Certo il Verona non offre garanzie, ma in questo momento puntare sulla Roma è molto rischioso, soprattutto se si è pagati con quote così basse.
Napoli
Un altro esempio è il Napoli. Prendiamo il match di Bologna. La squadra di Sarri, in quel periodo, aveva appena conquistato la fiducia della critica e degli scommettitori ed andò a giocare in trasferta in Emilia con i favori (giusti) del pronostico. Ma la quota a nostro avviso (pre-match) era del tutto sballata: 1,50. Non a caso, gli azzurri si sono trovati subito in doppio svantaggio dopo pochi minuti, a testimonianza delle difficoltà che presentava il match. In altri casi, sempre con quote basse, il Napoli ha vinto ma, nel lungo periodo, questo modo di scommettere può essere pericoloso, anche perché le quote sono desinate a diminuire: più la squadra va bene e maggiormente i prezzi saranno bassi, per la crescente fiducia dei quotisti e degli scommettitori.
Per il momento, il ROI sul Napoli sempre vincente è in territorio positivo (+6%), ma rischia di assottigliarsi proprio perché aumenteranno i volumi scommessi sulla squadra di Sarri.
Bologna sottovalutato: Roi +65%!
L’esempio di prima del Bologna si è ripetuto due settimane fa a San Siro, quando la vittoria del Milan era sul mercato a 1.50, mentre il team di Donadoni erano pagati a 7. Match aperto che testimonia quanto le quote fossero sballate per le eccessive giocate sui rossoneri in giorno dell’Epifania. Alla fine hanno vinto i felsinei, troppo sottovalutati dal mercato, a tal punto che sono diventata la squadra migliore della Serie A: aver puntato sempre su di loro, significa aver ottenuto un ROI del 65%. E pensare che con Delio Rossi, Giaccherini e compagni erano i peggiori (era molto conveniente puntare sulle loro sconfitte).
L’esempio Brasile durante i Mondiali!
L’effetto liquidità lo si avverte ad occhio nudo durante le grandi competizioni come i Mondiali di calcio. Anche uno scommettitore poco esperto, senza il supporto dei numeri, capisce a logica che non conviene bettare sui favoriti.
Pensiamo alle quote molto basse che venivano offerte durante l’ultima competizione iridata sul Brasile e il value che veniva regalato sugli avversari (vedi Germania in semifinale) nonostante l’assenza di Neymar (ma anche Cile e Colombia nei match precedenti).
Gli ultimi mondiali hanno fatto la fortuna di molti scommettitori professionisti proprio per l’enorme liquidità che i mercati avevano riversato sul Brasile che ha condizionato gestione del rischio e quote per le società di betting.
L’effetto liquidità è un fattore che se letto bene può portare dell’edge nel lungo periodo, ma è uno strumento che va maneggiato con estrema cura.
Nei prossimi articoli esamineremo quali sono le condizioni per applicare l’effetto liquidità, con degli esempi concreti ed esamineremo i rendimenti percentuali delle varie squadre
Strategia scommesse: le value bets
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