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Doyle Brunson story: “il poker e un duro prezzo da pagare”

doyle-brunsonDoyle Brunson ama ricordare i “vecchi tempi” e le leggendarie partite clandestine che hanno movimentato la sua avventurosa vita. Negli anni ‘50 non si scherzava ed il poker era un mondo molto pericoloso: “Texas Dolly” è stato rapinato a mano armata in ben cinque occasioni ed un episodio è rimasto impresso nella sua memoria.

“Nel 1957 avevo 24 anni e facevo il player a tempo pieno da pochi mesi. Stavo giocando a Fort Worth, in Texas, in una strada chiamata Exchange e famosa per la sua inaudita violenza. In quella zona ho visto, con i miei occhi, cinque persone uccise. Stavamo giocando sul retro di una sala da biliardo".

"All’ improvviso - continua Doyle - la porta della stanza fu abbattuta da quattro uomini che indossavano l'uniforme da poliziotti. Adottavamo sempre dei sistemi di difesa per i tentativi di rapina e c’era un uomo con un fucile che ci proteggeva le spalle ma, quando ha visto i poliziotti, ha comprensibilmente posato l’arma da fuoco. Eravamo abituati ad essere arrestati e portati in caserma per pagare una multa per gioco d’azzardo".

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"Faceva parte del rischio ma quando presero i nostri soldi dal tavolo, capimmo che eravamo nel bel mezzo di una rapina e che non erano dei poliziotti. Il mio migliore amico si chiamava Sailor Roberts ed era un tipo focoso: aveva un caratteraccio, era terribile quando si arrabbiava".

"Sailor cominciò ad imprecare rifiutandosi di consegnare il denaro, cercammo di fermarlo ma un ladro fu più svelto di noi e lo colpì con la pistola. Quel gesto gli costò un dente e ci indusse a consegnare i nostri soldi, senza esitare. Nessuno dei quattro ladri si è più  fatto vivo da quelle parti e noi abbiamo accettato l’episodio: era il prezzo da pagare per il nostro stile di vita”.

Editor in chief
Iscritto all'ordine dei giornalisti da più di 25 anni, vivo a Malta dal 2012, laureato in giurisprudenza, specializzato nello studio dei sistemi regolatori e normativi del settore dei giochi nel Mondo e nella comunicazione responsabile nel mercato legale italiano alla luce del Decreto Balduzzi e del Decreto Dignità (convertiti in legge). Forte passione per lo sport e la geopolitica. Fin da bambino, sfogliando il mitico Guerin Sportivo, sognavo di fare il giornalista sportivo, sogno che ho realizzato prima di passare al settore del gaming online. Negli anni universitari, ho iniziato anche il lungo percorso da cronista in vari quotidiani e televisioni. Dai primi anni 2000 ho lavorato anche nel settore delle scommesse e nel 2010 sono entrato nella grande famiglia di Assopoker per assecondare la mia passione per il poker texas hold'em.
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