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La Regina Elisabetta annuncia la rivoluzione nell’online

Davanti al Parlamento britannico, la Regina Elisabetta ha annunciato l’adozione della nuova legge che rivoluzionerà il gioco online nel Regno Unito ma con importanti ripercussioni sul mercato europeo: nei prossimi mesi le società dell’e-gaming potranno operare solo dopo il rilascio di una licenza della Gambling Commission di Londra.

regina-elisabetta La novità però rischia di rompere gli equilibri politici e legali nel Vecchio Continente e rappresenta un precedente importante che potrebbe restringere il campo a tutti i siti che operano sulla rete internazionale (dot com).

La Commissione Europea ha dato il proprio assenso alla normativa che introduce il concetto britannico di 'punto di consumo': l’operatore deve versare la ‘trattenuta’ al paese dove viene accettata la scommessa e non nello stato che ha rilasciato la licenza di gioco, come avviene al momento.

La nuova legge - come abbiamo anticipato - di fatto affonda in Gran Bretagna la famosa 'White List', unica nel suo genere. I siti che operavano sotto la giurisdizione degli enti regolatori della lista bianca (Gibilterra, Malta, Alderney, Isola di Man etc), potevano accettare puntate dai residenti britannici e avevano le mani libere anche per promuovere i propri prodotti, con campagne pubblicitarie e marketing.

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Il Governo però ha deciso di richiedere una licenza a tutti gli operatori, con l'applicazione di un prelievo fiscale. Al momento, l’aliquota applicata è del 15% sugli utili (nel poker viene applicato sul rake lordo).

La Commissione parlamentare 'Cultura, media e sport' ha proposto un abbassamento della pressione fiscale: il rischio è quello di favorire - con una tassazione troppo elevata - i siti che continuano ad operare offshore (per gli scommettitori non sarebbe molto conveniente continuare a giocare con bookies e rooms autorizzate da Londra).

William Hill, in un recente studio, ha provato che un prelievo del 10%, spingerebbe il 27% degli utenti ad 'evadere' verso l'estero. La maggior parte degli operatori ha proposto una percentuale variabile dal 5% all'8% dei profitti ma difficilmente il Governo britannico rivedrà le sue stime. Con ogni probabilità, diverse società faranno pressioni ed è prossima una battaglia legale che potrebbe finire dinanzi alla Corte di Giustizia Europea.

Editor in chief
Iscritto all'ordine dei giornalisti da più di 25 anni, vivo a Malta dal 2012, laureato in giurisprudenza, specializzato nello studio dei sistemi regolatori e normativi del settore dei giochi nel Mondo e nella comunicazione responsabile nel mercato legale italiano alla luce del Decreto Balduzzi e del Decreto Dignità (convertiti in legge). Forte passione per lo sport e la geopolitica. Fin da bambino, sfogliando il mitico Guerin Sportivo, sognavo di fare il giornalista sportivo, sogno che ho realizzato prima di passare al settore del gaming online. Negli anni universitari, ho iniziato anche il lungo percorso da cronista in vari quotidiani e televisioni. Dai primi anni 2000 ho lavorato anche nel settore delle scommesse e nel 2010 sono entrato nella grande famiglia di Assopoker per assecondare la mia passione per il poker texas hold'em.
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