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WSOP Main Event bad beat

Bad beat e varianza: sentirsi grati per il solo fatto di giocare

Non ci sono molte vie di uscita quando parliamo di poker: i periodi negativi ci sono stati, ci sono e ci saranno. Questo tatuatevelo nella mente, perché è uno degli enunciati che da qui alla fine della vostra carriera di pokeristi, non vi abbandonerà mai più e, anzi, vi terrà compagnia mettendo alla prova la vostra forza mentale e la capacità di ognuno di voi di mantenere la calma e la pazienza sia in game, che nel lungo periodo.

Nervi saldi a dura prova?

Quante volte abbiamo dato la colpa al server durante le nostre sessioni online e/o al dealer quando abbiamo deciso di affrontare una mano che ci ha visto sconfitti con il solito 5% al river che immancabilmente casca e si trasforma, almeno nella nostra testa, in una percentuale molto maggiore rispetto a quella effettiva.

Ma ci sta. Ci sta che ci si senta inseguiti dalla sfortuna, ci sta che l'impressione sia quella di essere entrati in un vortice dal quale sembra impossibile uscire, quando invece è sempre e solo merito e colpa della varianza.

"Ho addirittura intenzione di non giocarmi i coin flip, perché ne vinco uno su dieci", avrete detto con ogni probabilità nel momento in cui non ne imbroccate più nemmeno una.

Sono tutte frasi, quelle come il periodo precedente, alle quali poi difficilmente daremo seguito, visto che i flip ad un certo punto bisogna giocarli e vi sembrerà di perdere l'ennesimo colpo che non riconoscerete più come coin flip, ma come una specie di condanna che per un certo periodo vi farà addirittura passare la voglia. Anche se solo per qualche giorno.

Ma come si esce dalle reazioni sbagliate?

Nel suo sito consciouspoker.com, Alec Torelli mette in ordine i pensieri di cui all'oggetto e aggiunge qualche consiglio su come affrontare i periodi di varianza negativa.

Tra i più importanti tips che Torelli regala ai suoi lettori, c'è quello della prospettiva di affrontare il poker esattamente per quello che è: un gioco.

Non bisogna mai perdere di vista quelli che sono gli aspetti positivi di un gioco come il nostro, basti pensare a quanto siamo fortunati solo per il fatto che stiamo giocando a poker, rispetto a chi non ne ha le possibilità per farlo.

Non è sempre facile affrontare un discorso etico e si rischia spesso di cadere nella commercializzazione dei termini, quella che porta dritti dritti sulla via della banalità.

In realtà basterebbe solo pensare a quanto si è stati fortunati a nascere e crescere in un contesto dove si è ricevuta un'istruzione sufficientemente adeguata, magari in una famiglia amerovole che ci ha fatto mancare ben poco.

Non per tutti è così, certo, ma per la maggior parte degli uomini nati e cresciuti nel cosiddetto mondo occidentale, è successo effettivamente questo.

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Alec Torelli
Alec Torelli

Le parole di Torelli

Riprendendo paro paro il discorso di Torelli, ecco le sue parole che vi aiuteranno a capire meglio il concetto.

La verità è che nel gioco della vita mi sono stati dati degli assi. Molto probabilmente vivi nel primo mondo. Stai leggendo questo articolo sul tuo smartphone da $ 500. Ricorda che metà del mondo vive con meno di $ 2,50 al giorno e il fatto che siano nati in quella dura realtà è completamente fuori dal loro controllo.

Avresti potuto facilmente essere tu. E poi sai cosa? Per loro il pensiero di preoccuparsi di una bad beat al tavolo sarebbe un sogno.

Questo fatto da solo ha la meglio su tutte le possibili disgrazie che il gioco del poker può riservarmi, e nessuna perdita nel poker potrà mai portarmelo via.

Per questo motivo, mentre il mio avversario sta raccogliendo le mie vincite, conto le mie benedizioni in tempo reale:

  • Sono sano.
  • Ho una famiglia solida e solidale.
  • Ho il controllo del mio destino.
  • Vivo in un posto ricco.
  • … l'elenco potrebbe continuare.

Poker e Sport Editor
Io sono Andrea Borea, sono nato nel marzo del 1973, e non vengo propriamente da una formazione umanistica, visto che i miei hanno sempre spinto per dare seguito agli interessi di famiglia. Dopo aver fatto per qualche tempo ciò che essi mi consigliavano, Assopoker divenne la mia vita, prima che mi chiamasse Luca Pagano per collaborare al sito PokerPoker.it e dare vita alla Pagano Events. Sono stato il primo a bloggare il Main Event delle WSOP per l’Italia da Las Vegas, nel 2008 e nel 2009. Collaborai alla stesura di due collane, “Lo sport del Poker” e “I segreti del Grande Poker”, entrambi per la Gazzetta dello Sport, sempre per Gazzetta cominciai a scrivere per un paio di anni articoli di Texas Hold’Em, prima di passare in pianta stabile con PokerStars.it. Da 6/7 anni, scrivo per ItaliaPokerClub, BetFair, PokerStarsNews, PokerStarsLearn, Ludos Academy.
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