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Alec Torelli: 'Ecco perché dovreste essere degli imprenditori'

Alec Torelli è un professionista nel mondo del poker ormai da diversi anni: ha provato quindi in prima persona quali siano i vantaggi ed i rischi di una professione potenzialmente affascinante ma anche incerta come quella del giocatore.

In un mondo dove il denaro scorre a fiumi e in cui quanto fatto di buono fino ad oggi è comunque messo in discussione ogni giorno - anche da te stesso e da eventuali scelte particolarmente infelici - pure chi gioca in maniera semi professionale con buoni risultati può legittimamente chiedersi se una strada simile sia davvero percorribile ancora oggi, se possa essere sostenibile nel lungo periodo o meno ed in che modo approcciarvisi nel momento in cui si decida di diventare professionisti a tutto tondo.

Timori simili sono comprensibili, vista anche la situazione non certo brillante del mercato anche a livello internazionale, e sebbene ciascuna situazione particolare richiederebbe di essere analizzata a parte Alec prova a dare una risposta a queste domande: "Molti dei miei studenti si trovano spesso di fronte ad una scelta simile, vivono una fase di transizione in cui vorrebbero fare il grande passo in quella direzione ma si chiedono se sia una scelta responsabile".

Secondo Torelli, i giocatori di poker rientrano fra coloro che possono essere considerati gli imprenditori del ventunesimo secolo, in quanto sono sempre chiamati a compiere decisioni su dove e come investire il proprio denaro, a capire se una situazione possa essere profittevole o meno e comportarsi di conseguenza, eventualmente anche a trasferirsi nel caso in cui lo ritengano necessario sia per gestire al meglio la propria attività che per plasmare uno stile di vita vicino alle proprie esigenze, non soltanto professionali.

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"Spesso sentiamo dire che il 90% delle nuove iniziative imprenditoriali falliscono, ed usiamo questa idea per screditare l'ipotesi di diventare degli imprenditori, perché pensiamo che l'alternativa del lavoro dipendente che magari abbiamo sia sicura al 100%, quando in realtà sappiamo che non è così".

Il mondo del lavoro si evolve infatti continuamente, ricorda, e così anche le compagnie cambiano, con tutta una serie di aziende che possono passare dall'essere leader di mercato allo scoprirsi obsolete, magari perché la tecnologia su cui si basava il loro prodotto o servizio si è evoluta in maniera repentina o imprevista: "Potete essere gli impiegati o i manager migliori del mondo - prosegue Alec - ma nel momento in cui lavorate per qualcun altro ci saranno comunque tutta una serie di elementi al di fuori del vostro controllo".

Naturalmente anche un imprenditore può trovarsi a fronteggiare esattamente gli stessi problemi, ma secondo lo statunitense la differenza principale è che "siete voi a giocare la partita con le vostre carte, mentre lavorando per qualcun altro state scommettendo che un'entità esterna possa soddisfare i vostri bisogni meglio di quanto potreste fare voi stessi". Un'ipotesi a cui evidentemente non crede.

Torelli è il primo ad ammettere che un tema tanto complesso meriterebbe di essere sviscerato ben più nel dettaglio, ma crede che partire da una riflessione di questo tipo possa essere una buona base, non soltanto per dei giocatori di poker.

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