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Regalo di Natale: 5 dettagli da non perdere di un film cult per i pokeristi

La ricorrenza narrativa che fa delle feste natalizie un momento indimenticabile, ci porta a pensare a tutti quegli atti e a quelle azioni che, più o meno meccanicamente, facciamo ogni volta siamo avvolti dall'atmosfera degli ultimi giorni dell'anno.

Ci sono tutta una serie di ricorrenze senza le quali, durante questo periodo, non sarebbe lo stesso Natale.

Ci viene in mente l'Albero o il Presepe, il cibo, i dolci, i giochi sotto l'albero, la Tombola e... il cinema!

Regalo di Natale

Quella di vedersi un film tutti insieme è un'usanza che non può mancare tra quelle che sono diventate, anno dopo anno, un must nell'ultimo ventennio.

Quando si pensa al Natale, il film di riferimento è ovviamente "Una poltrona per due", appuntamento immancabile per chi ama la notte della Vigilia su Italia 1, ma per i lettori di Assopoker, o almeno sicuramente per una arte di essi, Regalo di Natale è un'ottima alternativa.

Regalo di Natale del 1986 è uno di quei film che sembrano “piccoli” per ambientazione (una notte, una villa, un tavolo) e invece diventano enormi perché mettono sotto una lente di ingrandimento l’Italia dei desideri frustrati e delle bugie dette bene. La vigilia a Bologna, i quattro amici che si ritrovano e l’avvocato Santelia come detonatore: tutto nasce lì, e non a caso Carlo Delle Piane si portò a casa la Coppa Volpi.

Ma invece di raccontarvi la solita trama di un film che va visto, vogliamo in questo pezzo riportare alla memoria le 5 scene più amate da un pokerista.

1 - Da un Natale all'altro

In alcune delle scene del film, riconoscerete lo spostamento dei protagonisti della notte che sta per arrivare, ma non c'è una grande empatia nel freddo di Bologna e il tragitto che porta dalle proprie vite, quasi nessuna sembrerebbe esageratamente felice.

Tutto questo ha una funzione molto chiara: il film stacca il Natale dalla cartolina e lo porta in un limbo. Il pubblico ci entra perché sente subito che quella notte non sarà “festiva”, sarà una resa dei conti mascherata da rimpatriata.

E se ci pensate bene, è più o meno quello che succede a noi quando pensiamo di voler partecipare ad un torneo di poker, o ad una sessione di cash game: se è vero che saremo in un tavolo da poker insieme a degli ( più o meno ) sconosciuti per passare qualche ora divertente, ma l'obiettivo è sempre e comunque quello di alzarsi dal tavolo con più chips degli altri, o, meglio, eliminandoli tutti.

2 - L'avvocato e il suo ingresso

Santelia non “entra” nella casa, sembra scivolare nella casa. È iconico perché il suo potere è la calma: non deve dimostrare niente, e proprio per questo mette soggezione. Qui la recensione può spingere forte sull’idea del “predatore educato”: il pubblico ci casca sempre.

Non a caso, nonostante il film finisca in una certa maniera, il fascino di quella stessa calma ammalia il pubblico e porta la consapevolezza che un po' tutti noi vorremmo avere il sangue freddo come quello dell'Avvocato.

Ed è proprio l'avvocato ad aumentare, magari inconsapevolmente, questo decidetelo voi, la posta in palio e da pollo del tavolo come a Franco è stato dipinto, l'Avvocato Santelia diventa un nemico da combattere, senza più capire dove si può spingere la cattiveria dell'animo umano.

3- Il metagame in salsa retrò

Non è certo possibile nemmeno paragonare tutto ciò che gravita attorno al mero gioco del poker che non siano regole da seguire e punti che siano maggiori a quelli dei nostri avversari.

Il metagame di metà anni '80 non poteva avere le stesse dinamiche di quelle che governa il poker moderno, eppure la psicologia, la persona che hai davanti, se vogliamo anche l'history di cui tanto si sente parlare tra chi gioca un livello di poker non da principiante, sono chiaramente visibili nel film.

Una scena tratta dal mitico "Regalo di Natale"

4 - I dialoghi

Se siete alla ricerca di un film tutto azione con mostri dei videogiochi che causano maremoti, state sbagliando strada, completamente.

Regalo di Natale è un film che va centellinato, seguito, ascoltato e non sentito.

E' comprensibile che rispetto alle pellicole moderne, manchi un po' di ritmo rispetto a quello che un film come questo poteva proporre: non è un film velocissimo, ma le sue caratteristiche si sposano bene con quelle di chi sa ascoltare.

L'attenzione vi servirà per non perdere alcuni elementi chiave del film. Sono scene apparentemente laterali (confessioni, mezze verità, frasi cattive dette con nonchalance) ma sono il cuore del film: l’idea che ognuno sia seduto lì a giocarsi la propria immagine, non solo i soldi.

5- Il ricatto finale

Se ci pensate bene, il regalo di Natale alla fine della partita, veste alla perfezione quelle che sono occasioni da sfruttare e non sfruttate nelle nostre vite, che poi si trasformano in rimpianti.

C'è la via d'uscita per Franco che può andare a casa pulito, senza nessun debito da riconoscere all'Avvocato, che nasconde però proprio dietro questa proposta, la certezza che Franco quella puntata la coprirà.

E ancora, a quel punto del film non è più una partita di poker, ma è diventata una vera e propria guerra di nervi contro un lupo vestito da pecora, ancor più lupo di quel che si può pensare.

Cos'è il metagame nel poker moderno

Le decisioni cambiano perché cambiano le persone, la storia tra voi, l’immagine che avete costruito e gli incentivi del momento.

In pratica: non giochi solo contro un range, giochi contro come l’avversario pensa che tu giochi (e contro come tu pensi che lui pensi…).

È l’insieme di dinamiche che fanno sì che una linea tecnicamente standard come quella che utilizziamo per uno spot, diventi meno o più profittevole se:

  • avete precedenti (hand viste, showdown, contrasti, hero call riusciti, bluff scovati);

  • avete una reputazione (tu sei “nit”, lui è “spewy”, ecc.);

  • c’è un contesto (bolla, pay jump, ICM, finale, tv table, stack e pressione);

  • c’è una narrazione al tavolo (chi comanda, chi è tiltato, chi vuole “dimostrare”);

  • c’è un adattamento reciproco (io cambio, tu te ne accorgi, tu cambi, io anticipo).

Poker e Sport Editor
Io sono Andrea Borea, sono nato nel marzo del 1973, e non vengo propriamente da una formazione umanistica, visto che i miei hanno sempre spinto per dare seguito agli interessi di famiglia. Dopo aver fatto per qualche tempo ciò che essi mi consigliavano, Assopoker divenne la mia vita, prima che mi chiamasse Luca Pagano per collaborare al sito PokerPoker.it e dare vita alla Pagano Events. Sono stato il primo a bloggare il Main Event delle WSOP per l’Italia da Las Vegas, nel 2008 e nel 2009. Collaborai alla stesura di due collane, “Lo sport del Poker” e “I segreti del Grande Poker”, entrambi per la Gazzetta dello Sport, sempre per Gazzetta cominciai a scrivere per un paio di anni articoli di Texas Hold’Em, prima di passare in pianta stabile con PokerStars.it. Da 6/7 anni, scrivo per ItaliaPokerClub, BetFair, PokerStarsNews, PokerStarsLearn, Ludos Academy.