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Donger Kim vince il suo primo torneo: è quello heads-up da 21.000 $ di buy-in

I giocatori di cash game di solito non amano i tornei di poker, ma certo quando li vincono sono disposti a cambiare opinione: di certo questo vale per Dong "Donger Kim" Kim, che ha vinto il suo primo torneo in carriera andandosi a prendere il prestigioso evento heads-up da ben 21.000 $ di buy-in dello SCOOP 2015, un successo che gli è valso 237.000 dollari di premio, dopo che anche "RunThisTable" aveva dovuto arrendersi contro di lui.

Non possiamo certo dire che si tratti di una sorpresa, visto che lo statunitense di origini coreane è considerato in maniera pressoché unanime uno fra i migliori giocatori al mondo nel cash game heads-up, almeno ad oggi, titolo che come saprete viene solitamente attribuito a Douglas "WCGRider" Polk, suo mentore ed amico.

Il capitano del "team human" contro Claudico si è fermato ai quarti di finale, vincendo 42.000 dollari, mentre in semifinale ha dovuto alzare bandiera bianca un altro specialista del cash game high stakes, il danese Jacob "Lottenice" Rasmussen, a cui sono andati 67.650 dollari.

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Visto il buy-in particolarmente importante, e considerando anche la concorrenza decisamente agguerrita, non sorprende che ad iscriversi siano stati solamente 33 giocatori, numero ben lontano dai 64 che costituivano il "cap" del torneo: non a caso, questo è considerato da molti l'evento più duro nel programma dello Spring Championship Of Online Poker, ed è difficile non concordare.

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"Davvero questo conta come vincere un torneo?", ha scherzato su Twitter Dong Kim, che da tempo ha "dichiarato guerra" ai tornei dal vivo, malgrado una brutta esperienza a Barcellona dove fu uomo bolla. In realtà il ragazzo di Seattle sa bene come a livello strettamente economico probabilmente farebbe bene a starne alla larga, ma tutti continuano a ripetergli quanto sia forte e dovrebbe giocarli, e lui sembra proprio che alla fine si sia lasciato convincere.

Del resto, come ha sottolineato Moshin Charania, dopo due settimane di SCOOP giocare a Las Vegas sarà una passeggiata: lo statunitense alludeva ai field molto più facili che si possono incontrare nei tornei dal vivo, e naturalmente avrebbe anche ragione, se non fosse che in ogni caso arrivare in fondo ad un torneo con migliaia di iscritti rimane sempre un regalo della buona sorte...

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