Il percorso di Chris Moneymaker nel poker è decisamente singolare: pur essendo una leggenda del poker online grazie alla scalata che lo portò da un piccolo satellite su Pokerstars.com alla vittoria del Main Event WSOP, il professionista statunitense ha sempre presenziato con maggiore frequenza ai tavoli live. Nonostante la sua storia sia stata la premessa fondamentale per il grande boom del poker online, Moneymaker non ha mai fatto mistero di preferire la scena dal vivo, arrivando, talvolta, anche a criticare i giocatori dell'online.
In una recente intervista per Pokerlistings.com, il campione WSOP 2003 ha parlato dei tell dal vivo e di quanto siano sottovalutati dagli avversari che incontra al tavolo, specialmente da quelli abituati a giocare dietro uno schermo.
Per spiegare quanto siano importanti, Moneymaker ha ripercorso un hero fold messo a segno contro Chris Oliver al Main Event PCA 2011, torneo durante il quale il giovane professionista dominò in lungo e in largo con un gioco spettacolare e super aggressivo, chiudendo poi in 2° posizione. "Guardando il torneo dalla televisione non si capisce cosa stava succedendo", ricorda Chris. "Oliver si imponeva totalmente sul tavolo. Era presente in quasi tutte le mani, 3-bettava e 4-bettava in continuazione. Ricordo che in una mano si mise a 5-bettare con 4-8. In poco tempo capii che dovevo fare molta attenzione a lui".
Per avere la meglio sul temibile avversario, Moneymaker iniziò a memorizzare tutti i suoi movimenti: "Mi resi conto subito di una serie di cose. Prima di tutto guardava le carte quando non era il suo turno. Poi notai che il suo comportamento cambiava se c'era già stata action oppure no. In base a quanto puntava, cambiava il suo modo di posizionare le chips. Il modo in cui muoveva le sue mani, il suo modo di respirare, era sempre differente". Il suo avversario, in altre parole, non si curava di mostrare tell e nel frattempo Moneymaker continuava a immagazzinare tutto ciò che osservava.
Proprio grazie a ciò che aveva percepito riuscì a trovare un hero fold con un ottimo punto in mano. Un fold che, contro un giocatore LAG come Oliver, sarebbe stato difficile da giustificare senza considerare i tell. La mano in questione inizia con il raise di Oliver da UTG con 7 5 a 88.000. C'è il call dallo small blind di Jonel con a 3 e quello di Moneymaker dal big blind con q j . Fin dall'inizio il campione WSOP si comporta diversamente dal solito: si rivolge agli avversari, li scruta e li stuzzica per ottenere un riscontro. "Dal modo di comportarsi preflop avevo già capito che aveva una mano marginale", spiega. "Pensavo che non avesse una mano molto forte, ma neanche una trash hand, nonostante il range molto largo".
Il flop è 5 7 j . I due giocatori sui blinds checkano e Oliver continua con la sua strategia aggressiva, puntando 135.000 con la doppia coppia. Jonel folda e Moneymaker opta per il call con la top pair. "Sul flop ha fatto qualcosa che mi ha messo in allarme, si è mosso in una maniera che avevo già visto quando aveva un punto forte", racconta Chris. "Ha effettuato una puntata relativamente piccola, che ho chiamato perché non puoi mai foldare contro un giocatore del genere con la top pair".

Moneymaker chiama ma sicuramente non si sente sicuro: "Eravamo deep e dovevo vedere un'altra carta. Tuttavia, Chris Oliver in quello spot poteva tranquillamente avere J-5 o J-7. Altri giocatori magari potevano avere solo 5-5 o 7-7 ma per un avversario pericoloso come lui potevano esserci altre sei combinazioni nel suo range".
Il turn è un 6 e ancora una volta c'è il check e la puntata di Oliver. Questa volta mette 260.000 su 562.000. Moneymaker si toglie gli occhiali, inizia a giocare con le chips e soprattutto a parlare al suo avversario, che sembra a disagio di fronte alle domande. Oliver prima scuote la testa, poi sorride, e infine si copre il volto con una mano. Per Moneymaker questo comportamento è una conferma della sua lettura: Oliver ha un punto molto forte.
"La puntata sul turn era il doppio di quella sul flop quindi sapevo che se avessi chiamato mi sarei trovato a dover affrontare sul river una bet da più di 500.000 chips", prosegue il team pro di Pokerstars dal punto di vista tecnico. "Non ero sicuro di essere battuto ma pensavo che il suo range in quello spot fosse più forte del mio. C'erano così tante mani che mi battevano che alla fine ho pensato di foldare e trovare altre situazioni in cui conquistare la chiplead".
Grazie a un intenso ragionamento e a una lettura ben precisa sull'avversario, Chris Moneymaker riuscì in un importante hero fold in un momento chiave del torneo. A partire dal minuto 9:28 è possibile vedere la mano in questione:
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