Dalle parole ai fatti: questa volta Sheldon Adelson, uno degli uomini più ricchi e potenti d'America, sembra fare terribilmente sul serio. Il proprietario di Las Vegas Sands ha formato una lobby di prim'ordine per bloccare la legalizzazione del poker online negli States. Il "Grande Vecchio" ha inoltre annunciato una campagna pubblicitaria senza precedenti per mettere il bastone alle ruote all'industria dell'e-gaming. L’offensiva mediatica e politica partirà a gennaio.
Repubblicano convinto, l’anno scorso aveva finanziato la campagna elettorale del suo partito (donando più di 100 milioni di dollari!) per la corsa alla Casa Bianca. Barack Obama gli ha rovinato i piani ed allora Adelson ha deciso di formare un “partito trasversale” contro l’e-gaming.
Naturalmente il magnate di origini lituane agisce per preservare il suo business, essendo Las Vegas Sands Corporation la prima società di gambling al mondo per fatturato (Sands China la seconda...), con interessi molto forti negli States ed in Asia. Inoltre sta progettando la costruzione di EuroVegas a Madrid ma è negli USA dove la partita è apertissima: anche lo Stato della California sta pensando di allinearsi con il Nevada, il New Jersey ed il Delaware per legalizzare il poker su internet.
L'uomo capace di riprodurre Venezia, prima a Las Vegas e poi a Macao (costruendo uno dei casinò più grandi del mondo), ha ingaggiato tre politici d'alto profilo per la sua "missione": Wellington Webb, primo sindaco di origini afro-americane di Denver (democratico), l'ex senatore federale democratico Blanche Lincon e il precedente governatore di New York George Pataki (repubblicano). Una lobby trasversale molto pericolosa, considerando la credibilità dei tre politici.
Durissima la presa di posizione di John Pappas, direttore della Poker Players Association: “la campagna che vogliono mettere in atto, ha come principale obiettivo il blocco del processo di legislazione federale dell’online (poker compreso). Il rafforzamento delle normative Wire Act e UIGEA invece bloccherebbe il processo statale. Questa sarebbe un’opzione nucleare ma sono fiducioso perché milioni di americani vogliono giocare online e potranno opporsi ad una nuova legge. Inoltre vi sono una decina di stati che hanno intenzione di difendere la propria libertà di scelta per poter autorizzare qualsiasi tipo di gioco”.