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Il gioco online sempre più europeo: il Parlamento dà l’ok!

Se in Italia si perde tempo prezioso nelle provocazioni ed in Senato si trova il tempo di votare una mozione senza senso che potrebbe riportare (ma le probabilità sono bassissime) il gioco pubblico e legale indietro di dieci anni, aggravando i problemi reali (ludopatie, riciclaggio e tutela dei minori), in Europa si continua a guardare al futuro con sano realismo e lungimiranza: con 572 voti favorevoli e 79 contrari, è stata approvata dal Parlamento UE la relazione sull’e-gaming dell’eurodeputato Ashley Fox

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In cosa consiste questa iniziativa? Spingere la Commissione (unico organo comunitario ad avere reali poteri) a mettere in atto delle misure volte a fare in modo che l’Unione Europea assuma una leadership concreta nel settore

Con questo voto, il Parlamento esorta ad una maggiore proliferazione del gioco legale e regolamentato. Questi alcuni passaggi significativi della relazione:

La commissione ha riaperto delle procedure di infrazione, ma lo ha fatto in modo troppo mite e con un certo ritardo, ci deve essere la possibilità per gli stati membri di regolare il mercato online del gioco e di condividere con tutti le migliori prassi. Dovrebbe essere rafforzata la cooperazione. La nostra priorità come membri Imco è che il mercato resti ben disciplinato e attraente per i consumatori, ma dobbiamo stare attenti alla trappola di proposte nefaste. Per questo abbiamo inserito anche la questione del riciclaggio di denaro e dell’integrità dello sport.

Ritiene che, al fine di garantire un elevato livello di protezione dei consumatori, in particolare di quelli più vulnerabili, un’offerta equa e legale di servizi di gioco d’azzardo, definita da ciascuno Stato membro nel rispetto del diritto dell’Unione, potrebbe ridurre i costi sociali e gli effetti nocivi delle attività di gioco d’azzardo; mette in guardia sul fatto che il gioco d’azzardo può provocare una pericolosa dipendenza, aspetto di cui si dovrebbe tener conto in qualsiasi proposta legislativa per il bene dei consumatori e per l’integrità di questa forma di gioco; chiede alla Commissione e agli Stati membri di prendere provvedimenti contro l’offerta di gioco d’azzardo illegale proveniente dall’interno del territorio degli Stati membri; 

I fornitori di gioco d’azzardo online devono in ogni caso rispettare la legislazione nazionale degli Stati membri in cui operano e, dall’altro, che è opportuno che gli Stati membri conservino il diritto di imporre le restrizioni che ritengono necessarie e giustificate per contrastare il gioco d’azzardo online illegale, al fine di applicare la legislazione nazionale ed impedire ai fornitori illegali l’accesso al mercato; riconosce che, in conformità del principio di sussidiarietà, gli Stati membri hanno il diritto di determinare le modalità di organizzazione e regolamentazione a livello nazionale dell’offerta di servizi di gioco d’azzardo online, nonché il diritto di applicare tutte le misure che considerano necessarie contro i servizi di gioco d’azzardo illegali, sempre nel rispetto dei principi fondamentali del trattato Ue; riconosce che la normativa adottata a tal fine dev’essere proporzionata, coerente, trasparente e non discriminatoria; rileva la necessità di una maggiore coerenza delle politiche dell’Ue per far fronte al carattere transfrontaliero del gioco d’azzardo online”.

A spiegare in modo sintetico il tenore dell’intervento è  Maarten Haijer, Segretario Generale della EGBA: “il voto mette in evidenza il crescente interesse dell’Unione Europea nel gioco online. La relazione non prevede l’armonizzazione del settore ma prevede una nuova azione dell’UE nella verifica dei giocatori e nel miglioramento della cooperazione transfrontaliera. In modo tale da snellire le procedure di identificazione, semplificare le procedure di autorizzazione per le società ed eliminare inutili oneri amministrativi per gli operatori transfrontalieri. Il voto conferma inoltre il sostegno politico del Parlamento europeo  affinché – riporta Agimeg – la Commissione avvii procedure di infrazione contro gli Stati membri che continuano a violare il diritto comunitario. Questo è l’unico modo per garantire una offerta regolamentata attraente e competitiva, ed evitare che i consumatori si rivolgano a siti web più competitivi, ma non regolari”.