Wei Seng Phua, 50 anni, meglio noto nel mondo del poker come Paul Phua, è tornato in libertà insieme al figlio, dopo aver pagato una cauzione di due milioni di dollari ed aver lasciato in custodia all'FBI, il suo jet privato (Gulfstream) dal valore di 48 milioni. Dovrà indossare anche una cavigliera con dispositivo GPS per tenere monitorati tutti i suoi movimenti. Come noto era stato arrestato proprio poche ore fa (leggi qui la cronaca).
Fino al 4 agosto (per quel giorno è fissata la prima udienza preliminare), Phua sarà ospitato da un medico di Las Vegas appassionato di poker.
Ma c’è di più: in queste ore è stato svelato che il boss malese era stato già arrestato il 18 giugno a Macao, sempre per scommesse clandestine legate ai Mondiali di calcio, secondo una ricostruzione del procuratore federale del Nevada Daniel Bogden. Dopo essere stato rimesso in libertà su cauzione è scappato a Las Vegas, ma ha fatto male i suoi conti.
Il DOJ ha comunicato che l’indagine è partita proprio da quando Phua ha lasciato l’ex colonia portoghese. Per il Dipartimento di Giustizia, Phua è un elemento di spicco della temibile Triade 14k.
Abbiamo provato a verificare la notizia del precedente arresto, ed abbiamo riscontrato che nello stesso giorno sono state fermate 22 persone malesi nell’ex colonia portoghese (ma con base operativa ad Hong Kong) collegate proprio a Phua. Però non ci sono conferme dirette di un suo arresto a Macao ma non c'è motivo per mettere in dubbio la ricostruzione della Procura Federale. Di sicuro, l’aria per lui nella capitale del gioco asiatica si era fatta irrespirabile.
Ad insospettire i manager del casinò di Las Vegas, la richiesta di Phua di installare vari monitor e reti internet nella sua stanza. Lo staff ha collaborato per l'installazione del materiale richiesto ma poi ha cercato di fare piena luce con le autorità sulla vicenda., anche perché il casinò gestisce una propria sala scommesse all'interno.
Il principe del foro, David Chesnoff (avvocato di Ivey) ha evidenziato davanti al giudice per le indagini preliminari: “il mio assistito aveva la possibilità di lasciare gli Stati Uniti, ha un patrimonio di 400 milioni ed ha un jet privato che lo può portare in tutto il mondo, ma ha cooperato con le autorità dal giorno dell’arresto (9 luglio, quando la polizia ha effettuato il blitz)”.
Le immagini degli arresti effettuati a Macao il 18 giugno durante la Coppa del Mondo
Gli agenti dell’FBI, il 9 luglio hanno effettuato una perquisizione nelle tre suites del Caesars, sequestrando computer e registrando dati preziosi che provano l’accusa di gestione illegale di scommesse, attraverso il sito Sbobet.Dopo tre giorni hanno arrestato otto persone, tutte ancora operative a Las Vegas.
Oltre a Paul Phua è stato fermato il figlio 22enne Darren Phua e due malesi Seng Chen Yong e Wai Kin Yong, più altri 4 residenti ad Hong Kong.
Per il procuratore federale, in caso di condanna, Phua rischia dai 2 ai 5 anni di reclusione in un carcere federale più una multa di 250.000 dollari per ogni scommessa trasmessa.