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Phua: manette bis, Ivey gli presta 2 milioni. Players verso l’arresto

Wei Seng “Paul” Phua e suo figlio Darren Phua sono ancora in stato di detenzione nonostante il pagamento della cauzione, ma a preoccupare è soprattutto l’allargamento dell’indagine. La vicenda sta prendendo una brutta piega e boss del Big Game di Macao rischia di creare a  Las Vegas e nel mondo del poker, uno scandalo le cui proporzioni sono ancora difficili da immaginare.

Ma c’è di più: sono emersi altri particolari curiosi sul personaggio: Phua (di nazionalità malese), aveva un passaporto diplomatico. Era l’ambasciatore di San Marino (non residente) in Montenegro. Dopo il suo arresto a Las Vegas, la Repubblica del Titano gli ha revocato l’incarico

Tornando alla cronaca giudiziaria: dopo la prima udienza preliminare, è intervenuto l’ufficio federale Immigrazione che li ha arrestati di nuovo, in vista di una probabile espulsione, essendo cittadini malesi. Ma le autorità statunitensi prendono tempo: a Las Vegas temono un effetto domino dopo che il procuratore ha fatto sapere che sono ancora in corso le indagini dell’FBI. 

Alcuni pro, (“suoi soci nel poker”), sono sospettati di essere coinvolti nell’attività illegale messa in atto da Phua. Per il Las Vegas Review Journal, sono attesi degli arresti nel mondo del poker nelle prossime settimane. Le autorità non hanno però ancora voluto far trapelare i nomi.

La sensazione è che l’FBI non voglia far sconti a nessuno in questa vicenda: a pesare è soprattutto il curriculum di Phua.  Secondo gli agenti dell’FBI, lo junker di Macao sarebbe “conosciuto dalle forze dell’ordine per essere un pezzo grosso della triade 14K, una delle più potenti organizzazioni criminali del mondo, per spaccio internazionale di droga, prostituzione e gioco illegale”. Per questo motivo, le agenzie federali stanno monitorando il caso con molta attenzione.

In questi giorni, in soccorso di Phua padre e figlio è arrivato anche Phil Ivey che ha prestato al boss asiatico 2 milioni di dollari ed ha messo a disposizione il suo avvocato. Ma non solo: secondo il Las Vegas Review Journal, era presente al Caesars Palace, al momento dell’arresto di Phua senior e junior, Tom ‘durrrr’ Dwan che ha presenziato anche alla prima udienza preliminare ed ha parlato con gli avvocati della difesa.

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Secondo i media americani, Phil Ivey avrebbe prestato a Phua 2 milioni di dollari

La scorsa settimana Andrew Robl aveva pubblicato i documenti che  certificavano il pagamento della cauzione da parte sua, per 1,5 milioni di dollari. Secondo i media di Las Vegas anche Ivey avrebbe prestato a Phua senior 1,5 milioni più 500mila dollari al figlio.

L’ufficio federale dell’Immigrazione vuole vederci chiaro: Phua era stato arrestato a Macao il 18 giugno, insieme ad altri suoi 18 collaboratori, per gestire un giro illegale di scommesse legate alla Coppa del Mondo. Dopo essere stato rilasciato su cauzione, ha lasciato l’ex colonia portoghese ed è volato a Las Vegas. Secondo l’FBI, ha continuato la sua attività di bookmaker non autorizzato, nelle stanze del Caesars Palace. Così sono scattate le manette per la seconda volta nell’arco di un mese.

Phua ha dichiarato ai federali, dopo l’arresto, di aver scommesso centinaia di milioni di dollari durante la Coppa del Mondo da quando era a Las Vegas e che aveva comprato un bookmaker asiatico per 200 milioni di dollari nei mesi precedenti. Inoltre è stato messo sotto custodia il suo jet privato, dal valore di 48 milioni. Per le autorità statunitensi, il suo patrimonio personale è di circa 400 milioni.

Editor in Chief Assopoker. Giornalista e consulente nel settore dei giochi da più di due decenni, dal 2010 lavora per Assopoker, la sua seconda famiglia. Ama il texas hold'em e il trading sportivo. Ha "sprecato" gli ultimi 20 anni della sua vita nello studio dei sistemi regolatori e fiscali delle scommesse e del gioco online/live in tutto il Mondo.
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