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PokerStars sospesa per due anni in New Jersey: i motivi

Per almeno due anni PokerStars.com non potrà operare in New Jersey. Le ragioni sono state spiegate dalla “Division of Gaming Enforcement“, l’ente regolatore statale, a Forbes: l’ostacolo maggiore riguarda la posizione del fondatore e azionista di maggioranza Isai Scheinberg che si è dimesso da ogni incarico formale del gruppo, ma rimane operativo come consulente e socio (questa la versione ufficiale del DGE).

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The Division of Gaming Enforcement” dichiara a Forbes: “ha stabilito che la domanda per il rilascio delle autorizzazioni presentata da Rational Services Limited (Pokerstars e Full Tilt Poker) è stata sospesa per un periodo di due anni”. Questa battuta d’arresto, di fatto, blocca anche l’acquisizione di un casinò ad Atlantic City (nella foto). L’operazione era subordinata al rilascio della licenza.

La DGE lascia comunque la porta semi aperta ma a condizioni molto pesanti: “Possiamo prendere in considerazione una richiesta per riattivare la domanda, se vi saranno prove di un mutamento notevole delle attuali circostanze”. 

Il nodo riguarda gli “individui associati”, in particolare Isai Scheinberg ed i manager che hanno lavorato nel mercato statunitense, quando l’UIGEA era già in vigore. 

L’accordo tra Rational Group e il DOJ nel 2012, non ha chiarito la posizione del fondatore di PokerStars che rimane sempre incriminato dalla Procura Federale. 

Le accuse sono sempre le stesse: i magistrati di Manhattan sostengono che Isai abbia violato la Unlawful Internet Gambling Enforcement Act (UIGEA) e l’Illegal Gambling Business Act

Isai Scheinberg non è cittadino statunitense e – secondo Forbes – non ha mai messo piede negli States per difendersi dalle accuse. 

Su questo fronte però c’è una novità importante: il boss della prima room mondiale ha assunto come legale difensore un pezzo grosso: Michael Mukasey, ex procuratore federale generale e giudice federale a New York. Potrebbe essere l’inizio di una strategia legale diversa da parte di Rational Group negli States.

La DGE  ha spiegato che la loro “determinazione si basa principalmente sull’atto d’accusa federale in sospeso contro Isai Scheinberg per la presunta violazione degli statuti di gioco federali, vale a dire l’ Illegal Gambling Business Act e la Unlawful Internet Gambling Enforcement Act (UIGEA), e il coinvolgimento di alcuni dirigenti PokerStars in operazioni di gioco su internet negli Stati Uniti, in seguito alla promulgazione della UIGEA”. 

Come ricordato, nel 2012 PokerStars ha raggiunto un accordo con il Dipartimento di Giustizia statunitense, pagando 731 milioni di dollari. La transazione, prevedeva anche le dimissioni dalla carica di CEO di Scheinberg, il quale ha assunto un ruolo di consulente ed è  sempre formalmente socio del gruppo. 

Non si è fatta attendere la replica di Eric Hollreiser, portavoce di Rational: “Prendiamo atto che il DGE riprenderà in esame la nostra richiesta se le circostanze cambieranno. Restiamo in dialogo con l’ente regolatore e li aggiorneremo sui cambiamenti che si verificheranno”.

I fondatori di PartyGaming, ad esempio, per non avere problemi con la licenza nel New Jersey di PartyPoker, hanno messo sul mercato le loro quote di partecipazione: non è chiara la posizione di Ruth Parasol e del marito Russel DeLeon con la legge statunitense, consideando che prima del 2006, PartyGaming proponeva anche casinò games, in violazione del Wire Act (il poker non rientra nell’ambito di applicazione di questa legge ma le scommesse ed i casinò si). Bwin-Party, per evitare problemi, ha preferito invitare DeLeon e Parasol ad uscire dall’asset azionario del gruppo.

Come noto negli States, si è scatenata una guerra di religione (mossa da Sheldon Adelson) nei confronti del gioco online e gli enti regolatori del New Jersey e del Nevada non vogliono prestare il fianco ad attacchi mediatici e politici: per questo vogliono rispettare alla lettera le leggi federali esistenti. 

Per PokerStars inizia una nuova battaglia legale nel Nord America: in ballo c’è il primo potenziale mercato mondiale e non a caso PartyPoker, approfittando dell’assenza dell’eterna rivale, ha dato avvio ad una campagna marketing massiccia e aggressiva.