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Ray Bitar arrestato a New York, cauzione da 2,4 milioni

ray-bitarAl suo arrivo al John F. Kennedy International Airport di New York, l’amministratore latitante di Full Tilt Poker, Ray Bitar è stato accolto da un comitato  d’eccezione: gli agenti dell’ FBI erano in prima linea e dopo pochi secondi non hanno esitato ad arrestarlo. I federali l’hanno prelevato dall’ aereo proveniente da Dublino e gli hanno notificato un atto di accusa contenente quattro nuovi capi d’imputazione, oltre ai cinque per i quali è già stato rinviato a giudizio dopo il blitz del black-friday.

Bitar costituitosi davanti al magistrato Debra Freeman, giudice del tribunale di Manatthan, si è dichiarato non colpevole di tutte le accuse mosse nei suoi confronti. Il pubblico ministero Devlin-Brow ha chiesto al giudice di negare la cauzione, per un ulteriore ‘rischio di fuga’.

Il magistrato ha respinto la richiesta e stabilito che Bitar, per godere della libertà vigilata, dovrà garantire il versamento di 2,4 milioni di dollari (di cui 1 milione in contanti subito). Sprovvisto di tali somme, al momento Bitar rimane in carcere.

Rischia una condanna massima a 145 anni di reclusione. In particolare, i procuratori oltre a contestargli i vecchi capi d’accusa (violazione normativa Uigea, riciclaggio di denaro, frodi bancarie, gioco d’azzardo etc.), hanno puntato l’indice contro di lui per il crack di Full Tilt Poker ed in particolare per la frode compiuta nei confronti dei giocatori. Per il DoJ gli amministratori di Full Tilt avrebbero adottato un semplicissimo ‘schema Ponzi’ , al fine di utilizzare – in modo illegittimo – i fondi dei players.

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Bitar ha voluto rilasciare una dichiarazione ai media: “sono tornato volontariamente negli Stati Uniti dal quartier generale di Full Tilt Poker in Irlanda, per affrontare le accuse contro di me. So che un sacco di gente è arrabbiata, capisco il perché. Negli ultimi 15 mesi ho lavorato duro per garantire il rimborso dei nostri clienti. Il mio ritorno odierno fa parte di quel piano e va in tale direzione. Credo che siamo quasi alla fine di una strada molto lunga e continuerò a fare tutto ciò che è necessario per riuscire a rimborsare i players”.

L’arresto di Bitar potrebbe ostacolare la trattativa con PokerStars.com? A giudicare dalle dichiarazioni dello stesso amministratore di Full Tilt, la sua consegna alle autorità statunitensi, sembra funzionale alla conclusione dell’accordo con il DoJ: è molto probabile che i procuratori abbiano preteso l’arresto di uno dei principali responsabili del crack della room, prima di dare il loro assenso al deal finale. Bitar potrebbe essere la vittima sacrificale, ma nessuno venga a raccontarci la favola che sia stato il solo responsabile di un crack da oltre 300 milioni di dollari cash, spariti nel nulla.

Editor in Chief Assopoker. Giornalista e consulente nel settore dei giochi da più di due decenni, dal 2010 lavora per Assopoker, la sua seconda famiglia. Ama il texas hold'em e il trading sportivo. Ha "sprecato" gli ultimi 20 anni della sua vita nello studio dei sistemi regolatori e fiscali delle scommesse e del gioco online/live in tutto il Mondo.
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