È stato pizzicato dalle Iene (per la seconda volta in tre anni), e fermato in diretta dalla Guardia di Finanza. Il perché? Aveva una rete di pc collegati ai database delle slot machine di tutta Italia, che usava per capire quando fosse il momento giusto per giocare e vincere.
È la storia di D.M., trentaseienne di Pesaro ora indagato per frode informatica e accesso abusivo. I dettagli sul suo “lavoro” sono stati spiegati prima da Luigi Pelazza nella trasmissione, e successivamente dai quotidiani locali che hanno riportato la notizia delle indagini.
Tutto nasce dall’acquisto illegale delle password per l’accesso ai database. Come spiegato nel servizio di Pelazza, non è facile risalire a chi gli abbia fornito gli accessi, troppe persone coinvolte: dalle società stesse, a quelle che si occupano di distribuirle nei bar, fino a ADM.
Una volta ottenuti gli accessi, D.M. poteva consultare in tempo reale dei file excel con i rapporti su ogni singola slot piazzata sul territorio, e vedere quindi quali fossero pronte a pagare grosse vincite.
Poi il pesarese doveva semplicemente puntare dritto alla slot migliore, giocare un paio di euro e uscire con vincite a tre cifre. E se la slot si fosse trovata troppo lontano, non doveva fare altro che commissionare il prelievo a un complice in cambio di una parte della vincita.
Il trentaseienne aveva anche trovato un modo di automatizzare il processo, vendendo a – sembrerebbe – circa cinquantamila euro al mese la possibilità di accedere ai suoi computer con i dati.
Infatti le riprese delle Iene hanno mostrato la Guardia di Finanza mentre sequestrava una quarantina di computer presenti nella soffitta di D.M., ognuno dei quali conteneva i dati di una determinata area del territorio italiano.
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Durante il sequestro non sembra che siano stati trovati anche soldi in contanti, ma le speculazioni del caso dicevano che potesse arrivare a guadagnare fino a 50.000 euro al mese con questo sistema. Soldi a cui si devono aggiungere ovviamente i proventi delle password vendute.