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Cate Hall, una cashgamer high stakes in difesa delle donne nel poker

Quando si parla di donne e poker, per molti il primo pensiero va alla terza miglior coppia del No-Limit Hold'em, quel Q-Q in grado di regalare gioie e dolori. Questo perché le donne sono una minoranza in questo gioco e i numeri dicono che c'è una sola giocatrice ogni venti uomini seduti al tavolo. Questi dati hanno spesso fatto discutere: cosa si può fare per portare le donne a giocare? Per quale motivo sono così poche? Perché il rapporto uomo/donna nel lavoro di poker pro è così incredibilmente basso rispetto alla stragrande maggioranza delle altre professioni?

Cate Hall ha provato a rispondere a tutte queste domande e a prendere di petto la questione del sessismo nel poker attraverso un articolo pubblicato a luglio su Pokerwomennews.com, che ha suscitato una marea di discussioni e polemiche. Prima di tutto, va specificato che la Hall non è l'ultima arrivata: laureata con il massimo dei voti in giurisprudenza alla prestigiosa Yale University, ha lavorato per due anni in uno studio legale mentre portava avanti la sua grande passione per il poker. In questo periodo di tempo è riuscita a scalare molti livelli nel cash game live, fino ad arrivare a stabilirsi al 5$/10$. A quel punto ha deciso di licenziarsi e fare del poker il suo lavoro, spingendosi anche a limiti più alti.

Cate Hall al WPT Maryland conclusosi questa notte
Cate Hall al WPT Maryland conclusosi questa notte

Stiamo quindi parlando di una giovane ragazza sicuramente molto intelligente, che in poco tempo è riuscita a farsi strada nel poker live dimostrando ottime abilità. Invece di godersi le vincite e cercare di sfruttare la sua immagine per ottenere sponsorizzazioni, Cate ha deciso di portare avanti una battaglia definita da alcuni "femminista". La diretta interessata non la chiama in questo modo, ma sostiene di voler semplicemente sollevare il problema del sessismo nel poker, troppe volte accantonato e sottovalutato.

"Come si fa a dire che le donne non sono scoraggiate dal comportamento degli uomini al tavolo?" chiede durante il podcast di Joe Ingram. "Anche se l'80% delle persone che incontrano al tavolo sono per bene, ci sono comunque tantissimi str***i che mettono a disagio le donne. A me sembra un enorme problema e proprio non riesco a capire chi dice che questo non è un male per il poker. A questo punto, non posso che pensare che costoro siano semplicemente individui profondamente ignoranti".

Per Cate, c'è una distinzione netta tra il poker e qualsiasi altro settore nel rapporto uomo-donna, e la spiegazione è piuttosto semplice: "La ragione è che al tavolo da poker si crea una situazione più unica che rara: se trovi un idiota razzista o maschilista che gioca malissimo, dal punto di vista finanziario devi fare di tutto per farlo rimanere al tavolo e farlo sentire a proprio agio. È curioso perché le persone contro cui vuoi giocare, spesso sono quelle meno intelligenti e quindi non vuoi mandarle via. Il problema è che quando un giocatore esagera e ti dice qualcosa di veramente offensivo, non sai quale sia il modo migliore per replicare".

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Riprendendo l'articolo scritto per Pokerwomennews.com, la Hall racconta alcuni episodi che le sono capitati: "Giocando al NL1.000$ si parla poco e tutti sono concentrati sul gioco ma più si scende con gli stakes e più la situazione diventa grave. Recentemente giocavo il 2$/5$ in attesa di un seat al 5$/10$ e c'era un tizio che ammiccava e mi chiedeva continuamente 'cosa fa una ragazza come te quando non gioca a poker' afferrandomi il braccio più volte nonostante il mio palese fastidio. Un altro mi chiamava 'bellissima' e mi fissava sghignazzando quando puntavo, dicendo che aveva paura di me".

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Molte delle critiche ricevute in seguito al suo articolo di denuncia riguardano l'opinione secondo la quale il poker sia da sempre un gioco da uomini e che nei casinò gli uomini vogliono solo bere e divertirsi parlando a ruota libera di tutto ciò che a casa non è consentito. Quindi anche delle donne, e anche in una maniera che può risultare offensiva.

In risposta a queste osservazioni, la Hall fa notare che il cambiamento nel modo di trattare il genere femminile non porterebbe benefici solo alle donne, ma anche all'intero mondo del poker: "Bisogna distinguere tra cosa è bene per il poker sul breve e sul lungo periodo. Sul breve periodo non devi rispondere alle offese di un fish perché lo farai scappare e quindi viene naturale, per molti, legittimare gli insulti. Ma sul lungo periodo ne risentirà tremendamente il numero di giocatori ai tavoli". Per Cate, le donne rappresentano una risorsa per risollevare il mondo del poker, ma non com'è inteso al giorno d'oggi: "C'è un'enorme differenza tra i generi e in questo modo si perde un enorme numero di donne che potenzialmente sarebbero interessate a giocare a poker ma che non lo faranno a causa dell'ambiente discriminatorio che le fa sentire a disagio. In palio c'è molto più di "quanti soldi farò in questa sessione", c'è il futuro del poker".

Durante il podcast con Joe Ingram
Durante il podcast con Joe Ingram

Queste erano le parole utilizzate durante la chiacchierata con Joe Ingram di agosto, ma la Hall ha dimostrato di avere realmente a cuore questa questione anche ieri, subito dopo aver raggiunto il final table del WPT Maryland. "Poche cose sono veramente significative di quanto il poker sia un gioco per soli uomini quanto le Royal Flush Girls. Ho detto al WPT che domani non farò foto con loro", ha scritto su Twitter facendo partite l'ennesima serie di commenti, tra insulti, dichiarazioni di stima e prese di posizione.

Cate Hall ha poi concluso il WPT Maryland in 5° posizione per 58.589$ e chissà se la visibilità ottenuta da questo piazzamento non le permetterà di diffondere il suo pensiero sul sessismo nel poker ancora più lontano. Sicuramente, dopo i fallimenti di molte autoproclamate ambasciatrici del poker femminile, le donne appassionate di poker potrebbero avere una rappresentante che, oltre ad essere estremamente brava con le carte, ha già dimostrato in più di un'occasioni di non avere alcuna paura di dire la sua, pur essendo consapevole che certe sue opinioni non fanno altro che allontanare eventuali sponsor, e quindi eventuali guadagni. C'è qualcosa di più importante dei soldi per un poker pro? Secondo Cate Hall, decisamente sì.

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