Vai al contenuto

Charlie Carrel: “Non date retta a Doug Polk: la GTO uccide la vostra creatività, pensate ad exploitare!”

Recentemente Charlie Carrel ha partecipato al podcast di Joe Ingram, nel quale era inevitabile che venisse fuori un argomento preciso: la sua rivalità con Doug Polk. Il primo ad accendere la rivalità fu il pro inglese, che disse chiaramente di non amare “WCG|Rider” per i suoi modi di fare arroganti e per la totale mancanza di rispetto nei confronti di colleghi che hanno fatto moltissimo per rendere il poker un gioco popolare (nello specifico, si riferiva a Daniel Negreanu). Poi è toccato a Polk lanciare una frecciatina: in un uno dei suoi video ha preso in giro Carrel con un montaggio video che lo portava a dire “Adoro Doug Polk“.

Carrel ha poi replicato lanciando una Bankroll Challenge simile a quella del collega americano, ma ancora più tosta: da $50 a $10.000. Questa sfida non è solo una questione personale ma anche tecnica: come ha spiegato nel podcast con Ingram, Carrel ritiene che l’approccio di Polk ai micro stakes non sia soltanto sbagliato, ma anche dannoso.

Nello specifico, Charlie ha spiegato perché ritiene che la GTO uccida la creatività dei giocatori e dovrebbe essere assolutamente evitata da coloro che non sono già ad altissimi livelli.

Charlie Carrel su Doug Polk

“Prima di tutto voglio dire che Doug è una delle persone più straordinarie nel mondo del poker“, ha premesso Carrel. “È un grandissimo comunicatore e porta tante persone nel nostro ecosistema. Come ho già detto in precedenza, da un punto di vista umano credo che non dovrebbe dire alle persone che fanno schifo senza conoscerle e senza conoscere il loro percorso. Lo fa solo per alimentare il suo ego”.

Carrel è consapevole di essere stato attaccato da Polk. Proprio per questo motivo, quando lo ha incontrato di persona, si è reso conto di quanto il suo modo di fare da spaccone sia tutta scena.

“Quando l’ho visto di persona era super gentile e amichevole, mi dava il cinque quando mi vedeva nei corridoi del Rio. Lo trovo un atteggiamento un po’ vigliacco: si nasconde dietro a 200.000 followers per fare quello che fa, ma poi dal vivo non ha il coraggio di dirti cosa pensa di te o ammettere che in certe situazioni stava solo scherzando per aumentare la sua popolarità”.

Doug Polk

Charlie Carrel: “Perché la GTO è dannosa per un giocatore alle prime armi”

Carrel è poi passato al piano tecnico della loro rivalità: “Al di là del discorso personale, credo che Doug sbagli fortemente su un aspetto: insegna il poker in una maniera che ritengo veramente poco efficace. So che io vengo dall’approccio exploitativo mentre lui viene da quello GTO ma ora vi spiego di preciso perché il suo stile di gioco non è adatto a tutti quei giocatori che non sono agli high stakes”.

Per spiegare perché ritiene la GTO dannosa per un giocatore non professionista, Charlie utilizza un’analogia.

“Quando i bambini sono a scuola e gli insegnano a suonare uno strumento, gli dicono che devono suonare prima l’accordo numero 1, poi il numero 2, poi il numero 3. Se arrivano a suonare l’accordo numero 4 sono molto bravi, ma la sostanza non cambia: prima c’è l’accordo 1 poi, il 2, poi il 3 e poi il 4. Gli viene detto di non violare mai quest’ordine. Questo modo di insegnare ammazza la creatività. Se metti persone potenziale geniali in questo sistema, usciranno perdendo tutto ciò che li rendeva bravi e talentuosi”.

Essere più bravi degli altri a “indovinare”

Per Carrel avviene la stessa cosa quando si insegna la GTO a un giocatore alle prima armi.

Scopri tutti i bonus di benvenuto

La GTO prevede che tu sia bilanciato e impossibile da exploitare. Ecco perché nella stragrande maggioranza dei casi i sostenitori della GTO ti diranno che i live tell e i timing tell non hanno alcuna importanza e che le giocate exploitative sono sbagliate perché è necessario “indovinare” cosa hanno in mano gli altri. Beh, permettetemi di dirlo, questo modo di ragionare è fottutamente idiota. Mi dispiace, Doug, ma è così. È ovvio che noi exploitative players giochiamo a indovinare ma non è un caso se poi vinciamo: siamo più bravi degli altri!

Carrel fa poi due esempi che ritiene molto calzanti:

“Se giochi contro un 70enne al final table del Main Event WSOP, con milioni di dollari in palio, pensi davvero che abbia senso pensare: “Oh no, non posso puntare su questo turn perché sarei poi troppo sbilanciato rispetto al suo range“? Quel tizio non sa nemmeno di cosa stai parlando!”

“Recentemente ho analizzato una mano di un Main Event EPT con un pro molto forte che crede ciecamente nella GTO. A un certo punto ha detto che su un certo turn era obbligatorio check/callare. Gli ho chiesto perché non check/shovare, visto che mi sembrava la mossa più profittevole. Lui ha risposto dicendo che doveva check/callare per mantenere bilanciato il suo range di check/call. L’avversario era un player amatoriale di 65 anni, ma lui insisteva: pensava solo a bilanciare quel maledetto range“.

Charlie Carrel (courtesy Neil Stoddart/Pokerstars)

La GTO uccide l’estro di un giocatore di poker

Infine, Charlie Carrel sentenzia: la GTO uccide l’estro di un giocatore di poker ed è una pessima scelta per chi vuole diventare veramente forte.

“Chi predica la GTO sta sottraendo a tante persone la possibilità di essere ottimi giocatori di poker. Gli stanno togliendo la possibilità di sviluppare il loro talento. Quando giochi dal NL 2 fino al NL 100, se non giochi exploitativo stai sprecando una equity enorme. Spesso troverai giocatori che non vedrai mai più o che non ricorderanno quasi nulla delle vostre mani passate. Non ha senso ragionare secondo GTO contro giocatori che non hanno idea di cosa sia“.

“È come giocare a morra cinese contro un giocatore che sceglie roccia il 90% delle volte: davvero la strategia migliore è bilanciare invece di scegliere sempre carta? Lo stesso vale nel poker: contro un giocatore calling station che non folda mai, devi davvero bilanciare la tua strategia? Non è forse meglio overbettare sempre e solo quando hai il punto?”

MIGLIORA IL TUO POKER CON I NOSTRI CONSIGLI