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Chris Brewer

Chris Brewer e un anno da 6 bolle e zero ITM ai Super High Roller: “Credo sia un record”

Giocare in un anno 8 tornei da 100.000 dollari o superiori come buy-in, non andare mai a premio e per giunta fare bolla in sei occasioni. La fotografia del 2021 di Chris Brewer è di quelle da incubo, ma la curiosità di ognuno a questo punto è “Ok, quindi sarà andato rotto?” La risposta è no, e vi spieghiamo perché raccontandovi un personaggio piuttosto singolare, nel panorama dei poker pro.

Chris Brewer, la rivelazione via Twitter

L’altro giorno, sul suo profilo Twitter, il pro high stakes Chris Brewer ha pubblicato quanto segue:

Per chi avesse difficoltà con l’inglese: “Ho giocato 8 eventi da 100.000 dollari o superiori quest’anno, fatto bolla piena in 4 di questi e finito a 2 dai premi in altre 2 occasioni. Penso di avere stabilito una sorta di record mondiale delle bolle…”

Quello che non dice Chris è che negli altri 2 è semplicemente rimasto fuori dai premi. Dunque il suo roi nei tornei Super High Roller del 2021 è di quelli spaventosi, da tracollo vero e proprio. Ma quanto avrà inciso sul suo bankroll? Difficile dirlo, ma di certo il ragazzo non è andato broke. Perché? Vi raccontiamo la sua storia.

Dal sogno olimpico al top del cash game mondiale: la storia di Chris Brewer

Chris Brewer è un 27enne nativo della California, precisamente di San Diego. Fino a 9 anni fa il poker non sapeva nemmeno cosa fosse, essendo focalizzato su tutt’altre questioni: questioni sportive. Brewer era infatti uno dei giovani prospetti più interessanti nell’atletica leggera, e precisamente nel mezzofondo. 31 volte campione nazionale universitario, Chris arrivò fino ai Trials per le Olimpiadi di Londra del 2012. “Da bambino sognavo di diventare il miglior runner possibile, ma crescendo avevo già deciso che dopo il college mi sarei fermato”. Nel frattempo, proprio durante i Trials, accadde qualcosa.

“Mi invitarono a un torneino di poker da 5$”, raccontava tempo fa Chris Brewer in una intervista a Card Player. Si trattava di un torneo un po’ così, con 12 giocatori tutti allo stesso tavolo, ma tanto bastò per fare incuriosire il ragazzo, che iniziò ad appassionarsi al gioco e a praticare sempre più frequenti partite casalinghe.

“Giocavamo una 1$/2$ senza rake, vincevo e perdevo ma alla fine andò molto bene.” Così per Chris Brewer inizia quella che piano piano sarebbe diventata una nuova carriera, salendo progressivamente di livello nel cash game. Oggi gioca regolarmente le partite tra le più alte del pianeta, parliamo di 1.000$/2.000$ e cose di questo genere. Capirete dunque che per uno così, perdere una milionata nei tornei Super High Roller in un anno, è qualcosa che sicuramente infastidisce ma niente di più.

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“Ogni giorno in cui non cerchi di migliorarti è un giorno perso”

Chris Brewer è l’ennesimo caso di ex atleta che trova una nuova valvola di sfogo nel poker, scoprendo e coltivando un vero e proprio talento. Secondo lui il segreto è nella cultura del lavoro che gli aveva inculcato l’atletica: “Praticare seriamente gli sport necessita disciplina, ma la corsa di mezzofondo è di quelli in cui l’allenamento è di una intensità incredibile, ai livelli del nuoto o del sollevamento pesi”. E c’è un aspetto preciso, nel quale il periodo del mezzofondo agonistico gli è stato di grande aiuto in quella che sarebbe stata la futura carriera da poker pro: “Per anni ero cresciuto con l’idea che ogni giorno in cui non fai attivamente qualcosa per migliorarti, è un giorno perso”.

Questa incessante sfida con se stessi è stata dunque la molla per diventare un poker pro ai massimi livelli, la chiave per riuscire in qualcosa che comunque Chris Brewer sente di avere già avuto dentro da prima di conoscere il poker.

La scalata agli high stakes

Avevo già deciso che dopo la laurea mi sarei dedicato completamente al poker. Lo dissi anche ai miei, che avevano toccato con mano quanto grazie al poker fossi già in grado di pagarmi affitto e tutto quanto, dopo circa 3 anni da vincente all’1$/2$. Per loro andava bene, anche se la loro aspettativa era del tipo “intanto ha una laurea, può andare avanti col poker ma quando finirà i soldi potrà trovarsi un lavoro”. La verità è che quei soldi non li ho mai finiti…”

L’obiettivo dichiarato di Chris Brewer era di arrivare ai più alti livelli possibili e batterli. Così trascorre un bel po’ costruendosi un bankroll importante alla 20/40 del Commerce di Los Angeles, arrivando via via fino all’attuale 1.000$/2.000$. Alla pressione di questi livelli altissimi ha impiegato un po’ ad abituarsi: “I client online che ti consentono di mostrare lo stack in big blinds sono stati un aiuto, in questo senso. Ad ogni modo gli high stakes sono un mondo strano, un mondo a parte. Paradossalmente, però, l’atmosfera al 1.000/2.000 è più amichevole rispetto al 200$/400$, dove è tutto molto più predatorio“.

Il lockdown e l’interesse per i tornei

In questo frattempo Chris Brewer ha iniziato a coltivare anche l’interesse dei tornei. “Inizialmente non volevo sentirne parlare, poi ho frequentato alcuni corsi con Nick Petrangelo e bencb789 e sono stati molto, molto interessanti.” Il lockdown dello scorso anno ha completato l’opera, costringendo di fatto anche Chris Brewer a giocare alti volumi di MTT online. La transizione al live  – e ai Super High Roller – è stata la logica conseguenza. Ma per uno come lui, anche un’annata da zero ITM può essere sostenibile.

"Assopoker l'ho visto nascere, anzi in qualche modo ne sono stato l'ostetrico. Dopo tanti anni sono ancora qui, a scrivere di giochi di carte e di qualsiasi cosa abbia a che fare con una palla rotolante".
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