Vai al contenuto
Chris Moorman

Chris Moorman: “Ho stakato 25 giocatori al Main Event ma nessuno ha centrato il final table”

Due anni fa Chris Moorman ha pubblicato il suo primo libro (“Moorman’s Book of Poker“), che ha presentato al mondo attraverso innumerevoli interviste. In molte di queste si era soffermato sullo staking, ovvero l’attività di finanziare altri giocatori e dividere l’eventuale profitto. Oggi il fenomenale torneista inglese pubblica il suo secondo libro e per promuoverlo utilizza nuovamente le interviste con i portali internazionali, tirando nuovamente in ballo lo staking. E ancora una volta non ne parla come un’esperienza particolarmente positiva…

Se due anni fa ammetteva di aver perso “cifre importanti” a causa dell’incapacità di rifiutare le richieste di staking, oggi si concentra su un episodio in particolare che fa ben comprendere perché ritenga di essere un pessimo investitore. “Una volta mi sono ritrovato a stakare 30 giocatori contemporaneamente, oltretutto per i tornei high stakes”, rivela il grinder da oltre 10 milioni di dollari lordi vinti online. “Poi, quando è arrivato il Main Event WSOP, ho deciso di pagare il buy-in a 25 giocatori. Ho investito $250.000 e nessuno di loro ha centrato il tavolo finale“.

Non significa necessariamente che abbia perso $250.000 o che sia in negativo, perché basta che uno solo dei suoi stakati sia finito tra i primi 27 del torneo più importante dell’anno per essere andato almeno in pari. Da come ne parla, comunque, sembra che anche l’investimento di massa sul Main Event WSOP sia stato un altro bagno di sangue.

Chris Moorman

Chiuso il discorso relativo allo staking, Chris spiega che il suo libro è diviso in due parti: la prima è la sua autobiografia, nella quale racconta come ha scalato tutti i livelli e vinto milioni di dollari; la seconda è la sezione dedicata alla strategia. La grande differenza rispetto al precedente libro è che in questo caso non analizza le mani giocate da altri giocatori, ma le sue.

Scopri tutti i bonus di benvenuto

Una risorsa estremamente preziosa per qualsiasi MTTer, che ha ovviamente generato le solite polemiche sul rischio di aumentare ulteriormente il livello medio nei tornei. Di questo, Moorman non si preoccupa: “Il poker è un gioco basato sulle singole situazioni. Se anche dicessi tutto ciò che so su un determinato spot, quello spot potrebbe non ripetersi mai più. Non c’è una regola che dice “quando hai questa mano devi fare così”. Io fornisco gli strumenti, sta al lettore imparare ad usarli“.

Un discorso che si collega facilmente anche alla solita questione sulla possibilità di risolvere il gioco del poker. Chris gioca gli MTT, e questo basta a fargli dormire sogni tranquilli: “Forse nel cash game, dove hai una struttura rigida e tutti hanno 100 big blind, sarà possibile un giorno. Ma nei tornei le dinamiche sono molto differenti. Hai gli short stack, i big stack e via di scorrendo. Credo che il poker sportivo sarà sempre un format interessante grazie alle situazioni uniche alle quali il giocatore è costretto ad adattarsi“.

Il libro di Chris Moorman, intitolato semplicemente “Moorman“, uscirà poco prima delle WSOP 2017. Giusto in tempo per skillarsi in vista della serie di tornei più prestigiosa e ricca al mondo.

MIGLIORA IL TUO POKER CON I NOSTRI CONSIGLI