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Daniel Cates: “Con Dwan ho perso le speranze”

Un Daniel Cates a tutto tondo si è sottoposto a un fuoco di fila di domande sulla sua vita, sulla sua carriera e sui suoi progetti futuri, in un’intervista rilasciata a un portale americano, di cui vi riportiamo i tratti maggiormente significativi.

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Partiamo dalla tua infanzia. Eri un tipo introverso: perché preferivi stare da solo o perché non andavi d’accordo con gli altri?

Quando ero più giovane non è che fossi proprio introverso, come ora del resto. In generale preferisco stare da solo che in mezzo alla gente. Ma ognuno di noi ha bisogno del proprio spazio, così come di stare con gli altri: non è tutto bianco o nero. Quando ero più giovane diciamo che non sapevo bene come interagire. Per me non era naturale come lo era per altri. E non avevo gli stessi interessi dei miei compagni di scuola. Però ci ho lavorato sopra, ho conosciuto persone coi miei stessi interessi.

I videogiochi sono diventati una passione per te, che sei un talento naturale. Ricordo come fossi il miglior giocatore di Command & Conquer, quando avevi 15 anni. Cosa hanno significato questi giochi per te?

Be’, non ero proprio il migliore, ero tra i migliori. Ma per me i giochi erano semplicemente divertimento. Certo, la parte strategica era bello, anche quella competitiva. Ma non è che abbiano rappresentato chissà cosa per me, se non un divertimento. Di sicuro però mi hanno aiutato nel poker, in diversi aspetti.

Credo che funzioni come nello sport: se giochi a basket, probabilmente sarai facilitato in altri sport con la palla. Ci sono altre similitudini tra i videogiochi di strategia in tempo reale e il poker: per esempio, a un certo punto in entrambi i casi arrivi a un livello dove la competizione è altissimo ed è difficile vincere, quindi usi le strategie che ti sembrano più remunerative, che ti danno il maggior valore atteso.

Dicci qualcosa sugli inizi della tua carriera online.

Ho cominciato quando avevo perso molti soldi live, giocando ai limiti da $0.50/$1 e $1/$2. Non sapevo che online potevo giocare così tanto a lungo: ho iniziato e cercavo di imparare, ma mi arrabbiavo perché perdevo centinaia di dollari e pensavo fosse una truffa. Perciò mi sono dato una regolata e nel giro di due settimane ho cominciato a vincere. Un paio di volte ho riperso tutto, perché non sapevo nulla di gestione del bankroll.

In carriera hai giocato contro i più forti: Phil Ivey, Patrik Antonius, Viktor Blom. C’è qualcuno che temi particolarmente o contro cui pensi di avere un vantaggio?

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Non saprei fare dei nomi, posso dire che Doug ‘WCGRider’ Polk è sicuramente uno dei migliori giocatori di No Limit oggi. Anche Ben ‘Sauce123’ Sulsky è davvero bravo, così come Niklas ‘Ragen70’ Heinecker.

Hai mai giocato nelle famose partite di Macao?

Più o meno. Ho giocato al $2.000/$4.000 a Las Vegas con alcuni tizi di Macao. Non era proprio lì però. Entrarci è una questione più politica che di poker. A Macao ho giocato un po’ di poker cinese. Ho provato a ottenere un po’ di azione ma non ha funzionato.

Qualche aggiornamento sulla ‘durrrr Challenge’? E hai mai pensato a una ‘Jungleman Challenge’?

Ho provato tanto a cooperare con Tom e sto ancora cercando di farlo, sperando che mantenga la sua parola nella sfida, ma attualmente ci credo sempre meno. Sono anni ormai che lo aspetto. Offrire una ‘Jungleman Challenge’? Direi che offrire odds di 3 a 1 su 50.000 mani non sarebbe profittevole per me. I giocatori sono sempre più forti oggi giorno e non ci si può spingere così oltre nel No Limit.

Giocherai alle WSOP quest’anno? Ci sarà il One Drop…

C’è una buona possibilità che io giochi il One Drop, anche se non sono sicuro al 100%. Di sicuro alle WSOP 2014 ci sarò. Quantomeno giocherò le partite high stakes, poi probabilmente anche qualche torneo.

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