Poker online[imagebanner gruppo=gazzabet] Daniel Cates ormai da tempo non gioca più soltanto No Limit Hold’em e Pot Limit Omaha, avendo capito che per rimanere il re della jungla sia necessario poter essere competitivi su più fronti possibili, e non soltanto nel poker online ma anche dal vivo: un percorso non facile ma che secondo lui sta andando meglio di quanto altri credano.
UN POLLO NELLA JUNGLA – “C’è chi pensa che sia veramente scarso nei mixed games dal vivo, è evidente – ha confessato a Joe Ingram durante un’intervista – questa non sempre è una cosa negativa, perché lascia spazio ad una serie di negoziazioni, qualcosa in cui sono certamente migliorato”. E questo non riguarda semplicemente che cosa si gioca al tavolo, ma anche a quali condizioni.
“C’è sempre chi vuole inserire delle varianti degli anni Ottanta, che ormai nessuno gioca più da tempo in modo da avere un vantaggio – spiega – a me è capitato di giocare un Super Stud 8-game, in cui i bui erano $1.000/$2.000 con ante a 200 dollari, ante che tutti dovevano mettere ogni mano tranne me“. Regalo evidentemente non da poco.
“Se consideriamo che avremmo giocato una ventina di mani l’ora, avrei potuto perdere anche 4.000 dollari l’ora e probabilmente essere capace di vincere – racconta ridendo – ormai dal vivo è praticamente impossibile giocare per cifre considerevoli senza giocare i mixed games. Io non mi sento capace in tutti o in tutti allo stesso modo, ma sicuramente ci sto lavorando”.
GRAMMATICA E PRATICA DEL POKER – Ed in questo senso, “jungleman12” è convinto che giocare sia importante, ma non sufficiente: “Ci sono tutta una serie di aspetti che non credo qualcuno sia in grado di cogliere semplicemente con la pratica – sottolinea – ad esempio, il Seven Card Stud è una variante molto particolare, difficile da approcciare da un punto di vista matematico, ma proprio per questo è possibile che i tuoi avversari commettano errori molto rilevanti”.
E se Daniel Cates proprio nel Seven Card Stud riconosce che Phil Ivey sia molto bravo, questa è la sua opinione sullo statunitense più in generale: “Penso possa essere vincente nell’8-game, ma in varianti come il Pot Limit Omaha ed il Deuce to Seven il suo gioco non si è particolarmente evoluto negli ultimi anni – afferma – non vedo come possa vincere in heads-up contro i top player di queste specialità che studiano GTO, lavorano sulle simulazioni e Dio sa cos’altro”.
Al momento “jungleman12” è in Romania – da oltre due anni frequenta infatti una ragazza rumena – e proprio da lì confida di continuare a giocare online prima delle World Series Of Poker, dove invece sarà molto attivo nelle partite di cash game high stakes che prendono vita fra gli altri anche al Commerce Casino, sperando che le cose vadano meglio che in Australia: “Laggiù ho perso a qualsiasi cosa per due settimane, credo di averci rimesso un milione o qualcosa del genere…”.
DO YOU EVEN LIFT BRO? – E, tra l’altro, proprio riguardo all’online ha un paio di curiosi aneddoti da raccontare, il primo dei quali riguarda Ben “Ben86” Tollerene: “Recentemente mi ha detto in chat che non sono bravo quanto lui, che è sempre un’affermazione impegnativa da fare – ha raccontato – mi sono domandato se abbia delle buone ragioni per crederlo, in fondo anche Tom Dwan pensava lo stesso, ma mi hanno detto che Ben negli ultimi sei anni non abbia fatto altro che allenarsi tutti i giorni e giocare a poker…”.
Malgrado questo, però, di battaglie in heads-up per Daniel Cates all’orizzonte non se ne vedono, almeno nel prossimo futuro: “Non lo escludo del tutto ma dovrei pensarci bene, prima di scontrarmi con qualcuno che si dedichi esclusivamente al No Limit Hold’em – ha concluso – sarebbe probabilmente più per la gloria che per i soldi, e malgrado mi interessi desidero di più guadagnare qualche milione di dollari…“. E questo, al giorno d’oggi, non è così probabile che succeda online.
