La stagione dei saldi o la stagione dei soldi?
Mentre vago quasi sperduto in un centro commerciale per un malsano shopping vengo assalito da dubbi amletici di rilevante priorità.
Sono due mesi abbondanti che, a corrente alterna per via degli impegni di lavoro, gioco online. Parlo di poker ovviamente. Per fortuna non sono due mesi che bazzico i centri commerciali. Parlo di shopping.
L’impatto tra le due osservazioni stile Ken & Barbie è apparentemente innocuo, tuttavia il veleno si insinua come un avvoltoio che osserva silenziosamente a distanza in attesa di sbranare la sua carogna.
Cosa ci faccio tra una camicia di Versace, una gonna di Cavalli e tagliandini che indicano cifre da capogiro (soprattutto la gonna!) e che rappresentano impegnative bad beat per il bankroll?
La fuga per la vittoria è un piano che si illumina come la lampadina di Archimede, quella dei fumetti di Paperino, ovvio. Il mal di stomaco crea contrazioni che spingono veloci verso la macchina. Il motore, come per magia, si accende e mi fa volare verso la meta.
La porta si spalanca. Il profumo di casa è accogliente, tanto quanto il divano che punta il mega schermo. Il computer si accende, inizia l’ennesima sfida al tavolo.
Le donne tradiscono. A voi una libera interpretazione dell’espressione, per quanto mi riguarda si tratta di due monster pot persi in entrambi i casi contro 10-8 e due 10 sul board.
Il capo chino si rialza e si riprende fiduciosi, nonostante le nubi siano presagio di disgrazia.
Ennesima tempesta in arrivo. L’impermeabile non regge. Umiliato dalla veemenza delle carte spengo il pc addentrandomi in un incubo notturno dove capi d’abbigliamento sospesi nell’aria, senza corpi su cui adagiarsi, mi deridono dinnanzi a un panno verde.
Quando è troppo è troppo. Mi sveglio sudato. Provo a riconoscere la stanza nel buio e mentre vado a caccia del bagno una vocina mi dice: “Dovresti fumare di meno!”Mando a quel paese la voce nel vuoto, sono 7 mesi che non fumo. Mi rassicuro mentre la vescica va in all-in.
Riavvicino le coperte e cingo il ventre della dolce metà, la voce ci riprova: “Che ne dici di un altro giro in pista? Apri i tavoli dai!”.
Un respiro profondo e una pacca sul cervello. Se sento le voci stile John Nash, probabilmente sono da manicomio, ma nonostante la giornata negativa non sono ancora così matto da tentare la sorte in piena notte.
Spingo la voce del demonio definitivamente dove non batte il sole e mi assopisco ritemprandomi con le fragranze che emana la pelle della mia compagna.
I profumi non sono dei migliori, riapro gli occhi. Forse sto abbracciando la cagna? Ho sbagliato camera, è proprio una giornata no!