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Esiste ancora la compatibilità tra professione/lavoro e attività di Poker Player?

La domanda può sembrare banale o priva di significato, ma la sensazione che sia più che mai d’attualità è confermata da un recente thread aperto sul forum pokeristico “2+2” che ha avuto un discreto numero di risposte. 

Part Time e Poker in Italia, si può?

Proviamo a contestualizzare l’intera faccenda all’interno di una situazione così particolare come quella che fa capo al nostro Paese.

La domanda di apertura del Thread è rivolta a chi fa del poker già una professione consolidata, tanto che suona più o meno così: “che lavoro facevate mentre cercavate di diventare poker players a tempo pieno? “

Naturalmente la si può girare e rivoltare a nostro piacimento, ma il nostro scopo è quello di provare a capire se vale la pena di farsi una domanda del genere anche da noi. 

Differenze di tempo…

Rispetto a qualche anno fa i volumi del poker in Italia sono calati in maniera drastica e bla, bla, bla… sono discorsi che in questo e in altri portali italiani avrete trovato  più e più volte.

Ma la differenza sta nel fatto che se prima il margine era davvero significativo per molti, oggi, con la ormai conclamata e purtroppo confermata ghettizzazione del nostro movimento ad un ristretto bacino di utenza che non può avere i mezzi per risollevarsi in maniera piena e definitiva se non con un eventuale ed auspicabile rientro nell’accordo per la Liquidità Condivisa, la torta non può essere sufficiente ad accontentare un numero congruo di giocatori. 

…e di preferenze lavorative

Ed ecco allora che la ricerca o lo svolgimento di una professione, o di un lavoro, magari part time, che possa diventare compatibile con l’attività di giocatore, non per forza professionista, diventa più che una sorta di arrotondamento (scegliete voi in quale misura), una necessità.

Ad una prima analisi, la richiesta dell’utente del forum sembrerebbe intrisa di eccessive pretese, tanto che la sua ricerca sarebbe finalizzata a trovare un lavoro di circa 4 ore che lo tenga impegnato dalle 14,00 alle 18,00, per poi poter giocare la sera e avere la possibilità di riposare fino a tarda mattinata. 

Pretese e volontà

Chi vi scrive non ha idea se in Italia una condizione del genere possa essere rispettata, ma va da sé, tanto più in un momento storico come questo, che l’orario di svolgimento del lavoro parrebbe essere l’ultimo dei problemi. 

Inoltre le capacità, le competenze e il bagaglio di esperienze lavorative dell’OT, a detta dello stesso ragazzo che ha originato il thread, non sono esattamente delle più confacenti alle richieste di un datore di lavoro.

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Le risposte non si sono fatte attendere. 

Mille idee

Chi consiglia di diventare autista Uber, chi gli consiglia di buttarsi sull’Affiliate Marketing, o ancora di occuparsi del rifornimento delle macchine che distribuiscono cibo e bevande.

E ancora, chi parla di “pulizia del tetto, o delle grondaie porta a porta“, o molto più semplicemente chi gli consiglia d mandare dei CV con la disponibilità oraria.

Chi invece gli consiglia di giocare solo la sera tardi e il week end, dimostrare a sé stesso di essere un buon giocatore e infine raggiungere un bank roll sufficiente a spiccare il volo con le proprie ali (si parla di $10.000 o più).

Il tenore delle risposte non è quasi mai ironico, anzi, sembra una gara a chi aiuta di più a trovare una soluzione.

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Rispetto a quello tenuto mediamente sui forum del nostro Paese, social compresi, dove non si aspetta altro che “trollare” o andare contro chi fa delle semplici domande, se proprio non siamo riusciti a capire se un lavoro in Italia possa essere compatibile con l’attività di giocatore semi-professionista, almeno abbiamo capito che fuori dall’Italia si prendono molto più sul serio! 

"C'è chi pensa che sia impossibile prendere parte a tutti i tavoli finali dei tornei a cui si partecipa. Questo è vero per tutti. Tranne per chi li racconta".
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