Poker online
Parlare di boom è ancora prematuro, ma certamente a Pechino le cose attorno al poker stanno cambiando, passando da una tolleranza zero alla promozione di un torneo che ha contato oltre 200 iscritti.
Si è trattato del China Beijing Poker Tournament, che ha preso il via lo scorso 28 dicembre ed a cui hanno preso parte professionisti conosciuti in Patria, come l'attrice Li Sixiao o Yang Chongxian, volti giovani che fotografano l'interesse crescente verso il Texas Hold'em.
E pensare che, soltanto un anno fa, la Cina fu scossa da una enorme retata volta a colpire chi offriva il gioco d'azzardo: vennero chiuse oltre 30.000 bische, con l'arresto di quasi 6.000 persone e la confisca di oltre quattro miliardi di yuan, equivalenti a circa 700 milioni di dollari.
Com'è possibile, quindi, che nel 2013 nella provincia di Hubei - dove risiedono oltre 57 milioni di persone - sia stato possibile giocare il torneo citato? Merito dell'organizzazione, che è riuscita a far promuovere il Texas Hold'em come uno sport mentale, e non d'azzardo.
I numeri dimostrano che al momento il fenomeno interessa soprattutto la classe agiata, quella stessa che frequentava circoli esclusivi dove giocare era sostanzialmente sicuro, perché naturalmente a certi indirizzi le retate sono assai meno probabili che in altri.
Resta il fatto che quanto accaduto nella provincia di Hubei rischia di essere un punto di non ritorno in positivo per il gioco del poker in Cina: fino a non molto tempo fa, pubblicizzare pubblicamente un evento simile sarebbe stato impensabile.
Certo, la gran parte della popolazione sembra restare attratta da giochi di azzardo puro, come il baccarat, e del resto anche a Macao il poker riveste un ruolo secondario, se comparato all'offerta complessiva dei casinò. In ogni caso, in Cina i numeri sono talmente pesanti che anche una nicchia può dare vita a fenomeni rilevanti: se quindi siamo ancora lontani dal boom tanto atteso, la miccia potrebbe essere stata accesa.