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Isaac Haxton: “Short Deck Poker? Sto studiando le strategie, ma non rimpiazzerà mai il NLHE”

Isaac Haxton è noto per essere uno dei giocatori di poker più intelligenti in circolazione, motivo per cui è anche molto stimato dai colleghi. Non a caso negli ultimi anni sempre più top player rispondono con il suo nome alla domanda su chi sia il giocatore più preparato e professionale in circolazione.

Non è quindi una sorpresa che “Ike” si sia già messo a studiare le migliori strategie per primeggiare nello Short Deck Poker, la variante del No-Limit Hold’em senza le carte dal due al cinque (compreso) che sta spopolando sulla scena high stakes asiatica. L’ex team pro di Pokerstars ha capito che essere uno dei primi a sviluppare le giuste strategie in questa variante potrebbe consentirgli di vincere molto bene nel caso in cui lo Short Deck Poker dovesse davvero prendere piede nelle poker room (virtuali e live) di tutto il mondo.

Eppure, nonostante riconosca la spettacolarità di questo nuovo gioco, Isaac Haxton è sicuro che non sostituirà il No-Limit Hold’em tradizionale. Per due motivi.

Isaac Haxton vince il primo torneo giocato di Short Deck Poker

Haxton ha giocato il suo primo torneo di Short Deck Poker poche settimane fa, a Las Vegas. Era un high roller da $10.000 di buy-in e lo ha vinto per $176.000. Il suo commento a caldo è stato: “Il poker dev’essere tutta fortuna, perché non avevo idea di ciò che stavo facendo!

Ovviamente il pro americano scherzava, dal momento che essere un top player nel No-Limit Hold’em tradizionale significa essere molto competitivi anche nello Short Deck. In ogni caso, dopo quel successo ha iniziato a studiare sempre di più la nuova variante, con l’obiettivo di sviluppare le strategie migliori per competere ad alti livelli. Perché è sicuro che lo giocherà parecchio nei prossimi anni.

Penso che lo Short Deck diventerà molto popolare“, ha dichiarato a PokerCentral.com. “Penso che il grande pubblico amerà lo Short Deck. È un action game, i giocatori sono spesso all-in ben prima del river e ci sono grandi swing”.

Perché lo Short Deck Poker non supererà il No-Limit Hold’em

Anche lui, dunque, vede un futuro roseo per il gioco made in Macao. Ciononostante, non crede che il No-Limit Hold’em full deck verrà mai soppiantato.

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“Lo Short Deck Poker è una variante simile al PLO. Non credo che nessuna delle due riuscirà mai a rimpiazzare il No-Limit Hold’em, che è una variante meno da gambler ma comunque più amata. Perché se ti piace vedere giocatori coinvolti in situazioni difficili e costretti a prendere decisioni importanti sfruttando la loro capacità di ragionare, continuerai a preferire il No-Limit Hold’em full deck“.

Per Haxton è quindi una questione di abilità e gioco d’azzardo: nel No-Limit Hold’em full deck ci sono più skills, nello Short Deck c’è più gambling. Dal suo punto di vista (di poker pro che ha vinto milioni di dollari con le sue abilità), il grande pubblico preferirà comunque il gioco dove il fattore abilità è più decisivo.

Top player: Isaac Haxton
Isaac Haxton

Questo non è l’unico motivo per cui Haxton crede che non ci sarà un vero sorpasso su tutti i livelli. C’è anche una questione pratica: lo Short Deck Poker genera piatti molto alti in relazione ai blinds e questo fattore potrebbe rappresentare un ostacolo per il poker live.

“Lo Short Deck Poker potrebbe faticare a prendere piede agli stakes più bassi del poker live, in parte a causa della sua struttura. Una partita di $1-$2 di Short Deck diventa simile a una partita di $5-$10 di No-Limit Hold’em, perché l’action è scatenata e si gioca con le ante fisse. Questo significa che sedersi a un tavolo di NL 200 è come sedersi al NL 1.000. Per questo motivo credo che lo Short Deck Poker faticherà a diffondersi agli small stakes mentre sarà sempre più popolare ai mid-stakes e ai tavoli nosebleed“.

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