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Maria Konnikova: “il poker è un gioco di abilità e come tale si dovrebbe legiferare su di esso”

Il rapporto tra chi scrive e chi legge è fatto di piccole vicendevoli cortesie, se un lettore si sente coccolato, spesso ricambia questo tipo di attenzione premiando chi, verso di lui, ha usato un certo tipo di accortezza. 

Per questo motivo, chi ha a cuore le vicende di una delle rappresentanti più seguite nel mondo del poker di questi anni, avrà certamente notato che, rispetto al nostro ultimo articolo, vi dovevamo aggiornare su alcuni fatti. 

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IL WORLD ECONOMIC FORUM

Stiamo parlando della signora Maria Konnikova, personaggio a tutto tondo, nonché rappresentante di punta di PokerStars, che avevamo lasciato alle prese con indosso le vesti di relatrice al “World Economic Forum” svoltosi a Davos, in Svizzera, verso la fine di gennaio. 

Durante i suoi interventi al “WEF” avevamo scritto che Maria avrebbe trovato il modo di collegare l’argomento in oggetto con la disciplina pokeristica. E così è stato.

Il contesto è ovviamente di quelli importanti, a questo tipo di incontri partecipano alcuni tra i maggiori esponenti di spicco dell’economia, della politica e della società a livello planetario. Non mancano quindi, tra gli altri, Capi di Stato, Amministratori Delegati di imprese e pensatori di altissimo rango. 

POKER GIOCO DI ABILITÀ

La Konnikova, tutt’altro che fuori dal suo habitat naturale, ha partecipato ad un meeting intitolato “La percezione del rischio globale, inganno e delusione”, insieme a Robert Shiller, professore all’università di Yale e Premio Nobel per l’economia e Victor Chu,  CEO di importanti aziende. 

Non è stato poi così raro avere a che fare con persone importanti che ti fermavano e ti chiedevano di andare al loro meeting e parlare di Poker”, racconta la Konnikova, “e queste persone non sono quelle con cui parli e muore tutto, ma sono quelle che danno seguito alle parole coi fatti, o almeno dovrebbe essere così”.

Durante questo meeting sulla percezione del rischio globale durato circa un’ora, Maria ha parlato del gioco di cui è ambasciatrice grazie a PokerStars: “ho avuto un sussulto di orgoglio quando ho avuto la possibilità di affermare che il Poker è un gioco di abilità e che tutti i Paesi dovrebbero legiferare in tal senso”.

 

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FIDUCIA E SFIDUCIA A LARGA SCALA

Il discorso della Konnikova si è poi allargato in un altro meeting intitolato “The Psychology of the Con: How Not to Get Fooled” che in italiano suonerebbe più o meno: “La psicologia dell’imbroglio, come evitare di essere fregati“.

L’analisi si è spinta verso argomenti più vasti come la fiducia e la sfiducia su ampia scala: “esse sono entrambe contagiose”, spiega la scrittrice russa, “in più di una occasione ho notato che persone che occupano posizioni di potere che si scambiano vicendevolmente fiducia e ammirazione, coinvolgono lo stesso sentimento da parte di persone che fanno capo a vari strati sociali, generando effetti a cascata che valgono anche per il discorso opposto. Se è vero come è vero che la fiducia genera fiducia, l’enunciato vale anche per diffidenza e scetticismo”. 

GRANDI CALL E GRANDI FOLD

Ancora sul poker: “ritengo che le persone debbano essere in grado di ammirare e capire le azioni di chi li governa, o di chi prende per loro determinate decisioni. È molto più difficoltoso riconoscere un ottimo fold piuttosto che un gran call e soprattutto è semplicemente molto più difficile foldare che chiamare. Equivale a riconoscere come giustificate le azioni dei nostri interlocutori, o dei nostri rivali, saper comunicare loro che…ok, credo alla tua storia, mi voglio fidare“.

Per chi ha una certa dimestichezza con l’inglese vi forniamo i link degli incontri di cui via abbiamo appena parlato. 

– “Global Risk Perception, Deception, and Delusion”

– “The Psychology of the Con: How Not to Get Fooled”

Da Pokerstarsblog, In Maria we trust: Konnikova talks poker and more at the World Economic Forum per Martin Harris

Pics Courtesy Pokerstarsblog.

"C'è chi pensa che sia impossibile prendere parte a tutti i tavoli finali dei tornei a cui si partecipa. Questo è vero per tutti. Tranne per chi li racconta".
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