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Lederer accusato da una gola profonda e Negreanu attacca…

lederer-ferguson-negreanuFull Tilt Poker sta trasferendo il suo apparato tecnologico sull‘Isola di Man: in queste ore è atterrato nella piccola isola britannica, un aereo-cargo contenente il materiale informatico della red room. Cambia un’epoca, finisce un’era per il poker online mondiale, ma a tenere banco sono le polemiche e le accuse alla vecchia gestione.

Ad agitare le acque sono le parole di Howard Lederer che ha preso le distanze dalla gestione finanziaria del sito, a seguito della sua dipartita da Dublino. Lederer ha puntato il dito anche contro Ivey, Lindgren e Juanda per la storia dei prestiti milionari mai restituiti. Sul web la reazione è stata negativa: in particolare i clienti americani di Tilt – suTwoPlusTwo – lo hanno criticato in modo aspro.

Daniel Negreanu si unisce al coro e punta il dito contro l’ex proprietario della room: “Un manager di alto livello di Full Tilt Poker ha scritto che solo il 30% di quello che ha dichiarato Lederer corrisponde al vero. Un 30% sono solo bugie, un altro 30% negazioni plausibili e il 10% c….” … meglio non ripetere.

Negreanu si riferisce ad una gola profonda, un ex dipendente di Tilt, che in rete ha svelato molti misfatti che sono accaduti all’interno del gruppo: “Bitar e Gil Coronado (uno dei direttori più in vista di Pocket Kings, ndr) sapevano esattamente quello che stavano facendo”. 

Il manager della red room, in forma del tutto anonima, ha condiviso alcuni file scottanti sul web ed ha espresso la sua opinione su Lederer e tutto il board. All’apparenza sembra difendere “The Professor”, in realtà le sue accuse al Cda (composto dallo stesso Lederer, Ferguson, Bitar e Furst) sono molto gravi: “L’unica cosa che posso affermare su Lederer è che dopo la sua partenza da Dublino, ha davvero perso contatto con la gestione. Ma la sua colpa è stata quella di chiudere gli occhi dinanzi a quello che stava accadendo. Perry Friedman e John Juanda volevano destituire Bitar, per la sua palese incompetenza”. 

Mi disgusta – afferma il manager di Tilt – l’atteggiamento dei membri del consiglio che si erano resi conto dell’inadeguatezza di Bitar ma gli hanno concesso di continuare a gestire l’azienda. Disgustoso il fatto dei prestiti che venivano ripetutamente concessi a Matusow e Benyamine, per continuare a tenerli a galla”. 

Esplosive le ultime rivelazioni: “La licenza con Alderney? Hanno truccato i numeri per mantenerla. Manager competenti in azienda? Basta controllare il numero dei familiari di Bitar a stipendio per farsi un’idea…E’ ridicolo il fatto che i membri del consiglio non sapessero delle violazioni dei protocolli bancari “. 

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A rincarare le accuse di pensa Negreanu:  “Sono stati Howard e Chris (Ferguson, ndr) a nominare Ray Bitar come CEO. Non sono stati i prestiti ai giocatori a rovinare la società ma le decisioni gestionali dei consiglieri. Trovo difficile immaginare che Lederer non conoscesse tutti i problemi finanziari prima del black friday”. 

“Per me – accusa Negreanu – Howard e tutti i membri del consiglio hanno commesso dei reati penali: la società non aveva liquidità a sufficienza, ma loro diffondevano comunicati affermando che i fondi dei players erano al sicuro. Peggio ancora, hanno continuato ad accettare depositi da resto del mondo, pur essendo consapevoli di essere insolventi. In questo modo hanno truffato i giocatori”.

Negreanu prende di mira tutta la famiglia Lederer: “Sua sorella Annie Duke è stata coinvolta in due scandali: UB e Epic Poker League, eppure ha sempre il coraggio di presentarsi alle WSOP come se tutto fosse tranquillo”. 

“Mi risulta che Juanda si è sentito offeso dalle parole di Lederer e sono convinto che abbia ragione al 100% John. Ho parlato con Ivey e non è felice di essere tirato in ballo con continue menzogne. Sono fiducioso: la gente presto capirà le ragioni di Phil”. Ma perché Ivey non parla dopo mesi di accuse mirate nei suoi confronti? Su questo aspetto Negrenu non convince.

Dal canto suo Lederer si difende dalle accuse del Dipartimento di Giustizia: “sostenevano che i poker online fosse illegale ma la successiva interpretazione del Wire Act (che esclude il poker dall’ambito di applicazione dei divieti, ndr) li smentisce. La sentenza DiCristina della corte federale dimostra che la legge non può essere applicata al poker”.

Editor in Chief Assopoker. Giornalista e consulente nel settore dei giochi da più di due decenni, dal 2010 lavora per Assopoker, la sua seconda famiglia. Ama il texas hold'em e il trading sportivo. Ha "sprecato" gli ultimi 20 anni della sua vita nello studio dei sistemi regolatori e fiscali delle scommesse e del gioco online/live in tutto il Mondo.
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