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Mike McDonald ripercorre la sua carriera: “10 anni fa la vittoria EPT, oggi staking, business e crypto”

Mike McDonald appartiene alla schiera di top professionisti capaci di vincere milioni di dollari sia nei tornei online sia nei tornei live, ma la sua storia è unica e inimitabile. Perché se è vero che tanti attuali top player hanno iniziato da giovanissimi, nessuno è riuscito a replicare ciò che fece “Timex” nel 2008, quando vinse l’EPT di Dortmund ad appena 18 anni di età.

Con quel successo da quasi un milione di euro, il ragazzino canadese, all’epoca magrissimo, con l’acne a caratterizzare il volto e l’apparecchio ai denti, stabilì due record che risultano ancora oggi imbattuti: il giocatore più giovane a vincere un major live (torneo da almeno €5.000 di buy-in) e il giocatore più giovane a vincere un Main Event EPT.

“Timex” vinse il torneo in terra tedesca il 29 gennaio 2008. A distanza di 10 anni ha deciso di ripercorrere la sua incredibile carriera in un lungo post pubblicato sui suoi social media.

Mike McDonald: “A Dortmund la svolta, ma il milione non cambiò la mia vita”

“A Dortmund ci fu il momento di svolta della mia carriera“, scrive McDonald. “Non solo diventai il più giovane vincitore dell’EPT ma anche il più giovane vincitore di un major live. Sono due record che mi appartengono ancora oggi”.

Timex aveva già ammesso più volte di aver iniziato a giocare a poker da minorenne (una pratica assolutamente vietata, che condanniamo con forza). Con il bankroll accumulato prima dei 18 anni si era potuto permettere le trasferte in giro per il mondo (prima del successo all’EPT aveva anche piazzato alcuni ITM all’Aussie Millions) e incredibilmente quella vincita da un milione di euro non gli cambiò la vita più di tanto.

Non fu una vincita che mi cambiò la vita ma fu importante perché mi mise nella posizione di non dover più grindare ogni giorno. All’epoca non c’erano tornei più alti dell’EPT e io, prima ancora di poter giocare legalmente nei casinò americani, avevo già raggiunto gli stakes i limiti più alti in assoluto negli MTT, sia online che live“.

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La perdita delle motivazioni

Questo traguardo, raggiunto così in fretta, tolse molte motivazioni a Mike McDonald. Il ragazzino si ritrovò milionario e iniziò a chiedersi se avesse senso dedicarsi anima e corpo al poker quando, nella real life, sentiva di essere rimasto un po’ indietro rispetto ai coetanei.

Sono sempre stato un nerd, campione di matematica al liceo e di scacchi a livello regionale. Il poker fu la prima cosa in cui misi il 100% di me stesso. Nei due anni successivi al trionfo di Dortmund iniziai a chiedermi se tutti i soldi e le vittorie mi stessero rendendo meno felice di quello che mi aspettavo. Ero fuori forma, mangiavo male e avevo perso alcune amicizie. E poi, non avevo mai baciato una ragazza!

La pausa dal poker tra 2010 e 2011

Spinto da questo sentimento, nel 2010 Mike McDonald decise di prendersi una pausa del poker. In quel periodo lontano dai tavoli compì un cambiamento radicale: mise su muscoli e sicurezza e iniziò a crearsi nuove amicizie e conoscenze anche al di fuori del poker.

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“Tornai a scuola per un anno, nel quale giocai pochissimo. Feci invece un sacco di palestra, mi misi in ottima forma e conobbi tante persone interessanti. Mi chiesi anche se avesse senso continuare con il poker e compresi che la libertà che ti garantisce questo gioco può essere spaventosa. Poi, però, capii che quello che facevo mentre andavo a scuola lo avrei potuto fare anche continuando a giocare: leggere libri, stare in forma, frequentare persone… E mi resi conto che tutto questo era più soddisfacente rispetto al sedermi contro Ivey, Negreanu e Seidel al tavolo“.

Il ritorno sulle scene e i successi tra il 2011 e il 2016

Da questa presa di coscienza iniziò la seconda parte della carriera di Mike McDonald. Una fase molto più rilassata, nella quale comunque vinse cifre da capogiro.

“Tornai nel 2011 con una mentalità diversa: il poker poteva essere una componente della mia vita, ma non avrei permesso al poker di diventare la mia vita. Ero abbastanza arrugginito ai tavoli, ma runnai bene nel 2011. Nel 2012 chiusi l’annata in passivo, la prima della mia carriera. Questa circostanza mi fece diventare molto umile e nel 2013 runnai in maniera scandalosa: feci cinque piazzamenti di fila da più di un milione di dollari. Ancora oggi non so e fossi all’apice del mio gioco o stessi semplicemente runnando come Dan Colman e Fedor Holz”.

Dal 2016 a oggi: meno poker, più business

La fase attuale della carriera di Mike McDonald è invece caratterizzata dagli altri business in cui si è lanciato. Come vedremo, il poker resta una parte importante della sua vita, ma oggi si dedica molto ad altre due attività: PokerShares e le cryptocurrency.

“Iniziai ad occuparmi di PokerShares nel 2016, perché temevo di non saper fare niente oltre al poker. Fu molto eccitante lanciare PokerShares, perché rappresenta un ponte tra i fan e i top player. Oltre a questo progetto, negli ultimi due anni mi sono buttato in tante altre opportunità: sono diventato estremamente coinvolto nelle crypto-currency, ho creato un gruppo di staking per i tornei high roller e ho iniziato a vedere il poker come un investimento di lungo termine, e non di breve”.

Mike McDonald trionfa in un side event EPT (courtesy Nel Stoddart/Pokerstars)

Il messaggio conclusivo di Mike McDonald è denso di gratitudine per un giochino che ha cambiato la sua vita e che ancora oggi lo appassiona come il primo giorno.

“Ogni volta che ho giocato a poker nell’ultimo anno ho rivissuto le stesse emozioni di dieci anni fa: novità, sfida, tensione, ricompensa. Frequentare meno i tavoli mi ha fatto capire che amo profondamente questo gioco. Anche a distanza di dieci anni da quel successo all’EPT”.

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